venerdì 10 maggio 2013

Giulio Cesare Conte


L’uomo Conte parlando con il professionista Conte ha incontrato il tifoso Conte che ha trovato un accordo con Il dirigente Conte che a sua volta confrontandosi con il giornalista Conte ha spiegato quali sono le misure giuste per uscire dalla crisi del calcio e ha dato un senso al futuro dell’arte pedatoria. Un gioco per spiegare quanto alle volte il prendersi troppo sul serio sia deleterio. Siamo quasi arrivati a sfiorare il senso del ridicolo con un allenatore certamente fortunato ma discreto che ha saputo ritagliarsi uno spazio come motivatore eccellente.
Oggi forse più che un allenatore i club hanno bisogno di un motivatore per le tattiche e per il gioco è indispensabile avere al fianco una squadra che lavora e che ti suggerisce il resto poi lo fanno gli obiettivi e la capacità di avere un sergente di ferro che ti stimola. Mou l’antesignano e Conte il suo più fedele discepolo. Certi atteggiamenti da capo ultrà sono da censurare così come conferenze stampa improntate alla creazione di un mito.
Se Agnelli vaticinava una nuova frontiera della comunicazione con il conduttore in grado di caricare a mille la squadra, io preferisco più prosaicamente un allenatore modello Ancelotti, pacioso,  in grado di prendersi in giro, invece degli uomini di comunicazione a tutto tondo, bravi nell’arringare la folla e a raccogliere allori quando si vince, ma decisamente sotto tono quando si perde. Ricordate il Conte atalantino o barese, ecco io preferisco il basso profilo perché poi alla fine rende di più. E anche il de bello gallico juventino prima o poi finirà

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