martedì 30 maggio 2017

Il calcio è un gioco (da professare responsabilmente)

foto tratta da GOAL.COM


Non vorrei fare un tottilegio ma a mio modo di vedere i peana celebrati per la dipartita romana del pupone nazionale mi sono sembrati un po’ eccessivi. Certo la festa è stata giusta e ci mancherebbe, in un mondo dove i vessilli non contano più, la fedeltà, peraltro remunerata, nei confronti di un lavoro fa specie. Un mondo dove tutto si consuma in un attimo e bandiere e atti d’amore che sembravano infiniti vengono messi alla berlina dopo poco. Una festa che doveva rimanere circoscritta al suo cerchio famigliare, la Roma, e che doveva finire tributandogli il giusto omaggio. Ero a San Siro il giorno in cui Maldini finì la sue esperienza rossonera e comprendo e ho vissuto quelle emozioni, giuste e di passione.  Non necessariamente da far diventare un fenomeno sociale, anche perché, lo stesso Francesco Nazionale è da tempo e con lui altri grandi pedatori (Ronaldo su tutti) testimonial pubblicitario di una piaga nazionale come quella del gioco (lotto ecc). Nelle pubblicità il capitano gioca in modo impareggiabile sulla sua simpatia ma diventa di fatto un esempio da non imitare. Hai voglia di dire gioca responsabilmente ma quante sono le persone che possono rovinarsi giocando compulsivamente a lotterie ecc. Lui la fortuna l’ha toccata e percepita facendo quello che sapeva fare meglio, per cui Francè parliamo di calcio  

venerdì 26 maggio 2017

Non tutto è spettacolo. Telefono Azzurro

foto repubblica

C’è un caso mediatico che sta sconvolgendo il web, dedicato come sempre all’arte pedatoria, ovverosia le presunte affinità elettive granata del figlio del difensore della Juve Bonucci. Prima il derby con la maglia granata portato da Papà, poi la passeggiata rabbuiata sul campo di Venaria e infine l’abbraccio affettuoso con Gallo Belotti. In effetti il piccolo sta diventando una sorta di emblema di anti-juventinità e meriterebbe di essere già affisso nella Hall of Fame del Filadelfia. Un caso verrebbe da dire, ma mi piacerebbe che non lo diventasse, e non solo per l’età del piccolo, ma anche e soprattutto, per non scatenare le orde di tifosi pro e contro che non hanno certo bisogno di bandiere e vessilli da sventolare. Mi immagino il prossimo 3 giugno, che farà il piccolo ? Esulterà per l’ennesimo trofeo vinto dal babbo o lo sbeffeggerà come la metà degli italiani in caso di fato avverso ?? E se fosse una sorta di ambasciatore per portare il babbo a giocare nel Torino ? Dubbi sicuramente amletici, quello che mi auguro è che il clamore mediatico su di lui si spenga al più presto. Il piccolo deve crescere con le sue gioie e le sue delusioni, come ogni bimbo che si rispetti, ma senza che ne venga creato un caso. Facciamolo crescere e anche la sua famiglia lo preservi un po’, purtroppo non è tutto spettacolo.

lunedì 15 maggio 2017

Grazie di tutto Mike

Stagione straordinaria quella del basket, vale la pena sottolinearlo, perché alle volte si perde il filo della logica quando si analizza il contesto di una singola partita. L’eliminazione per mano di Verona, quasi sempre corsara a Biella negli ultimi anni, ha lasciato il segno e qualche scoria che, siamo sicuri, dopo l’estate sarà smaltita. Ma ora purtroppo brucia ancora. La pietra dello scandalo è stato considerata quella di Mike Hall, giocatore sublime ma forse colpevole di aver giocato come un giocatore normale gli ultimi 45 minuti al Forum. Non al cento per cento ? forse, non si è impegnato ? difficile (quando sei sul campo ti butti su ogni pallone), si doveva giocare con altri interpreti ? probabilmente, ci sono stati errori ? certamente. Fin qui il campo delle ipotesi plausibili, poi è diventato quasi una corsa a trovare il colpevole e l’estroso americano nel mezzo a fungere da parafulmine.  Il commento migliore lo ha forse fornito coach Carrea abbiamo perso, punto, ci può stare in un campionato di arrivare sul finale e poi perdere così. I play off sono una brutta bestia, è l’elegia del momento, di chi ha i nervi più saldi, e una squadra giovane può anche permettersi di non averli. Verona ha fatto quello che doveva fare, un gruppo esperto ma con meno qualità cestistica, ha puntato sul gioco ruvido e ha avuto ragione. Noi ci dovremmo godere la stagione magnifica e strutturarci per fare ancora meglio la prossima, ringraziando chi ha lavorato e chi ha regalato perle di gioco ad alto livello come Mike Hall. Andrà via ? probabilmente si. Magari già giocherà i play off in Spagna ? Può anche darsi, ma ciò non toglie che in due stagioni abbia contribuito a una salvezza non per nulla scontata, la prima volta, e una magia dopo l’altra nella seconda. Mi ricordo ancora la faccia buia seduto sul parquet dopo la finale persa con Bologna, era il più arrabbiato di tutti, se non è amore per la maglia quello. E allora guardiamo il bicchiere mezzo pieno e salutiamolo come si conviene a un grande campione. Se poi rimane qui e guadagna qualche soldo in più tanto meglio. Come on Mike


venerdì 12 maggio 2017

Un anno vissuto a bordo campo. Pensieri a bordo parquet

Una stagione vissuta all’ombra del parquet, tempo di addii, tempo di pagelle consuntivo di una stagione che ha lasciato solo un boccone amaro, l’ultimo purtroppo, ma che ha regalato una serie record di gioie.

Pagelle stagionali

Venuto 8,5 prestazioni le sue molto pragmatiche, non ci sono virtuosismi, ma la certezza di stare sempre sul pezzo, capace con le sue bombe chirurgiche di indirizzare alcune partite, play intercambiabile e cuore angelico anche per la sua difesa della Curva nell’ultima partita. Un gesto non banale nei  confronti di un altro giocatore che non ha capito che lo sport vuol anche dire rispetto.

Ferguson 9,5 capace di segnare anche 40 punti a partita, tira dalla lunga, dalla media e poi, lui piccoletto, con le sue palombelle in entrata, una sorta di marchio di fabbrica a contraddistinguere la sua passione per la palla a spicchi. Bravo anche nella gestione degli assist è migliorato nella difesa, suo tallone d’achille l’anno scorso. Nel momento della difficoltà a volte si carica di tiri per svegliare la squadra. Biella è la sua dimensione

Hall 9 i suoi tiri impossibili e poi i suoi sguardi con la tribuna e con la curva questo il racconto della sua stagione, il Balotelli buono del basket è qui, genio grande genio, passaggi no look e traiettorie che non sono umane. Chi ha avuto il piacere di vederlo sul campo ha apprezzato tutto questo. Spiace che nelle ultime partite sia stato un po’ limitato da qualche acciacco. Ma pagherei oro per rivederlo al Forum

De Vico 8,5 essere capitano vuol dire tanto in una squadra a maggior ragione se sei giovane, svolge il ruolo con il piglio di un campione consumato. La sua maturazione dai tempi di Danna e delle vittorie con i babies non lo hanno snaturato ed ha consacrato la sua stagione con approcci mentali e fisici tosti. Pronto per l’A1 ?

Tessitori 7,5 alterna buone giocate sotto i tabelloni ad errori a volte pesanti, però è l’uomo in più che Biella non aveva sotto i tabelloni, unico neo i falli commessi che a volte limitano la sua presenza in campo. Stazza di razza se rimane agli ordini di coach Carrea può fare un salto di qualità

Wheatle 7,5 giovane, giovanissimo eppure così determinato, l’immagine di questo campionato è la rubata contro Bj Raymond e il suo affondo in contropiede. Struttura fisica eccellente, buone visioni di gioco e qualità eccelse, non mi stupirei di vederlo un giorno giocare in NBA. Stagione di assoluta crescita e uno dei pilastri della risalita in serie A1. Il prossimo anno ?

Pollone 8 la piacevole sorpresa di questa stagione, i minuti di questo ragazzo sono aumentati così come la responsabilità che si è preso in alcune partite. Difesa a volte aggressiva, tiri aperti accettati e buon rincalzo. Avanti così

Massone 6 il suo talento non si discute ma lo abbiamo visto poco sul campo, nella prossima stagione vorremmo vederlo di più prendendosi maggiori responsabilità, ha i numeri e le qualità per essere uno dei migliori talenti del futuro, ma deve crederci

Rattalino 6 stesso discorso fatto per Massone in potenza è un grande giocatore di basket ma deve struttarsi e credere nelle sue possibilità

Udom 8 giocatore molto elegante, può essere utile sotto i tabelloni oppure nel tiro dalla lunga, vale lo stesso discorso fatto per Tessitori per quanto riguarda i falli ma ha tutto per essere ancora di più uno dei migliori acquisti fatti dalla squadra per il futuro

Carrea 10 il regista è importante, è l’uomo che ha saputo costruire un giocattolo quasi perfetto, un campionato vinto, una finale di coppa. Paga l’inesperienza della squadra giovane nei play off e forse non arringa troppo il gruppo. Ma sa di basket come pochi, anche per lui una stagione di crescita e di consacrazione, che la prossima sia quella della festa. Fossimo nella società lo blinderemmo con un contratto a lunga gittata.

Sambugaro 10 silente, poco appariscente eppure ha costruito una squadra e un gruppo unici; ha avuto il merito di non apparire mai e di non voler essere sopra le righe in un mondo che potrebbe essere tutta immagine.  Con Carrea costruisce un duo dinamico e giovane. Biellese a vita

Angelico 10 mette i soldi e mette passione in quello che fa. Ha stile e classe e per chi lavora nel mondo dell’abbigliamento sembra quasi un must. Aveva parlato a inizio stagione di un progetto a media percorrenza e quello rimane l’obiettivo. Solidità e competenza

Parterre stampa 9 se la curva Barlera è il sesto uomo in campo il gruppo affiatato di commissari tecnici a bordo campo (giornalisti) non è da meno. Sportivi e tifosi dell’Angelico comunque sempre, gli arbitri non ne abbiano a male sappiamo essere competenti e seri e soprattutto sereni nei giudizi, ma solo se sono a favore dei rossoblù. Anche questa squadra è affiatata soprattutto per merito anche della comunicazione della società (Rosia 10) che coccola e vizia gli addetti ai lavori.


Curva Barlera. hanno incitato e supportato la squadra per tutta la stagione encomiabili solo applausi. 

lunedì 8 maggio 2017

L'Allenatore nel pallone

foto tratta da goal.com


La gara per entrare in Europa dalla porta di servizio sembra una disputa a ciapa no. Se la seconda squadra meneghina si fa uccellare dai liguri, anche i diavoli rossoneri non sono da meno e super Dzeko uccide le ambizioni dei milanesi. Insomma l’ennesimo anno senza avere soddisfazioni se non di seconda mano (anche se una supercoppa araba, con viaggio a Doha non è stata male come regalo di fine anno. Dove sta l’errore di questi anni, soprattutto in una mancanza di programmazione e di definizione degli obiettivi. La lunga marcia verso la Cina ha sfiancato non solo i tifosi ma anche la società e di converso anche i giocatori, costretti a sobbarcarsi un carico di dubbi sul futuro. Ora a 270 minuti dalla fine tutto da decidere sul fronte sportivo prima di fare programmi e proclami. Dopo 4 stagioni e cinque allenatori diversi credo sia giunto il momento di tenere salda la barra sull’head coach. Non avrà l’esperienza di un Ancelotti, ne la grinta di Sinisa però l’areoplanino sa il fatto suo ha creato un gioco e una filosofia, se gli danno un paio di innesti giusti (tra cui una prima punta quanto mai necessaria) allora forse potremmo dire di aver svoltato e potremmo ricominciare a pensare di tornare nei gradini più alti

venerdì 5 maggio 2017

Il Sando è una famiglia e sono orgoglioso di farne parte #forzaragazzi


Quando a luglio ho cominciato a seguire il Sandomenico, non avrei pensato che il colore gialloverde mi entrasse così repentinamente nel sangue. Certo lo sport è un buon veicolo comunicativo, la parte atletica ha la sua predominanza, ma il raccontare le storie di uomini, la passione di un percorso; alle volte ti avviluppa e ti porta a viverle in prima persona. Ricordo la prima trasferta in quel di Quattordio, in coppa contro la Santostefanese, un risultato rotondo e forse anche inaspettato. La vicinanza con Nicola che illuminava sui nomi, ancora sconosciuti all’epoca, degli attori in campo, e la sua bonaria pazienza nel darmi cifre e ritratti. E poi a poco a poco, risultati e partite, partite e incontri e sei entrato nel mondo del Sandomenico. Un mondo fatto di passione, di gruppo, di professionalità ma cordiale. I ramarri è l’epiteto a cui sono accostati, ma è la storia quella che appassiona, la volontà di un gruppo che si palesa ogni maledetta domenica. E così son venute anche le trasferte a Torino contro Atletico e Lucento. L’odore acre della salciccia che impregnava il campo dell’Atletico aveva un sapore bellissimo come la rete realizzata da Ligotti al sette. Una storia positiva che ha avuto un interruzione ad aprile, ci sta’, non può sempre essere tutto perfetto, il finale thrilling fa parte della vita e dello sport, ma una cosa non è mai mancata, l’incoraggiamento, la passione e la voglia di fare bene, sia in tribuna che in campo. Le difficoltà si superano se si fa parte di una famiglia e di un progetto. Ecco a distanza di mesi, posso dire che anch’io mi sento parte di questa famiglia, del progetto e della voglia di stare insieme e alla domenica la voglia è quella di andare verso il campo, l’età non consente sgroppate sulla fascia come Azzalin e Sasso, ma l’attenzione del cronista e dell’appassionato è li a Rocchetta. L’emozione più forte ? quella di aver letto in trasferta i nomi dei ragazzi in campo, con la passione che ci mette lo speaker del mio Milan a San Siro. La gioia più grande ? quella deve ancora venire e saremo li a festeggiare insieme con Gigi Beppe Matteo e Andrea, in tribuna come sul campo perché ormai il gialloverde è tatuato sulla mia pelle. 

Briganti la serie Netflix che si ispira alla storia del Brigantaggio meridionale

Pietro Fumel  Le fiction storiche da sempre mi attirano e su Netflix mi sono lasciato trascinare a guardare quella dedicata al brigantaggio ...