venerdì 31 agosto 2018

31 agosto 1939 Gleiwitz


Il 31 agosto 1939 è stato l’ultimo giorno, si fa per dire di quiete, prima dello scatenarsi della tempesta della seconda guerra mondiale. Il mondo all’epoca non pensava a quello che sarebbe successo dopo, ma era un continuo inasprimento dei toni, un aumento della posta in palio in grado di aizzare masse e animi consapevoli che le prove muscolari avrebbero aumentato l’autostima di chi voleva far capire al mondo che era il migliore. Ma quando scateni una bufera non sai mai come va a finire e, soprattutto, il vento ti si può ritorcere contro. Quello che è materialmente successo. Il sacrificio di qualche morto per fare trattative importanti è stato un vero boomerang. Il 31 agosto per dare forza alla richiesta di annessione della Polonia Hitler fece inscenare a poche ore dall’invasione l’attacco alla stazione radiofonica di Gleiwitz, una sorta di casus belli artefatto – in realtà pure organizzato male – che diede il via alla scusa per scatenare le truppe tedesche sul suolo polacco. La battaglia della Bzura con l’intervento di Francia e Inghilterra, ma la connivenza di Stalin e della Russia, cambiò per sempre gli scenari. Studiare la storia aiuta sempre, perché si ripete è ciclica, l’alleanza a est non porta mai buoni frutti e il grigioverde non è mai foriero di diplomazia

Caprice de deux


Montecarlo è ormai a tutti gli effetti un palcoscenico mondiale dove l’enorme business del calcio ha il suo epigone e così, una normale operazione di sorteggio, diventa una sorta di spettacolo nello spettacolo, dove i più grandi pedatori della terra si sfidano a colpi di capigliatura, vestiti, belle donne ecc. Una sorta di oscar del calcio e capita che anche i grandi siano in vena di capricci quanto mai ondivaghi e non vogliano sottoporsi al giudizio degli altri. Solo io sono padrone e giudice del mio destino. Ma se fai parte di una comunità ne accetti sia le critiche che i peana. E invece no, il divino sbarcato alla Continassa, ha deciso di prendersi la scena, perché quello era lo scopo e di sbeffeggiare i giudici. Mossa di marketing, arrabbiatura vera? Non lo sapremo mai fino in fondo l’importante è che se parli, pronti, noi boccaloni, sia a favore che contro, ad accapigliarci sul nulla. O tempora o mores

giovedì 30 agosto 2018

Una telefonata allunga la vita


Il 30 agosto è una data che nel centenario della prima guerra mondiale evoca il grande successo di Hindenburg contro il generale Samsomov a Tannenberg quando i tedeschi inferiori di numero ma in grado di manovrare misero alla berlina l’impero zarista, dando il via, anche se con tre anni di anticipo al disfacimento dell’impero Russo. Ma il 30 agosto di qualche anno dopo sarà un momento storico nel corso della guerra fredda. Imperversava ancora la crisi dei missili su Cuba che aveva portato a un passo da una guerra termonucleare mondiale  La linea originaria, sviluppata dalla Harris Corporation e, malgrado il nome di "telefono rosso", collegava due telescriventi. Le telescriventi furono rimpiazzate con dei fax nel 1988 e da una linea dati per computer nel 2008. Il suo primo utilizzo fu nel 1967 durante il conflitto tra l'Egitto e lo stato d'Israele, nella Guerra dei sei giorni, quando entrambe le super potenze si informavano vicendevolmente sui movimenti militari, per evitare provocazioni o situazioni di ambiguità. Fu quindi installato un telefono, e la principale linea telegrafica fu completata con due linee di comunicazione satellitari, una tramite due satelliti statunitensi Intelsat e l'altra da due satelliti sovietici Molniya. Questa fase di aggiornamento durò dal 1971 al 1978. Insomma come sempre soltanto dal confronto e dallo scambio di idee è possibile trovare delle soluzioni. Il muro contro muro non porta mai da nessuna parte, anzi acuisce i conflitti. Come al solito la storia insegna sono gli scolari che difettano

giovedì 23 agosto 2018

Ciao Adriano è stato bello



La giornata che non vorresti mai vivere, lunga, faticosa e con un carico di emozioni indicibili. Perdere una persona cara è quanto più pesante ci possa essere, passi da una medicina a una visita, con il cuore sollevato per l’esito al più profondo e nero strapiombo di sentimenti per una vita che vedi scivolare via così, secondo dopo secondo. Certo l’età c’era, ma ancora di più una sofferenza e la malattia del secolo che ti uccide giorno dopo giorno e ti lascia una speranza amara di farcela, ma invece il nero ti si ammanta di fronte all’improvviso. E allora come mi ha scritto un amico la accetti per quello che è, il cerchio triste della vita e ti getti sui ricordi di chi ti ha generato. Rimembri la gioventù, la complicità, le passioni cresciute insieme e rivivi gli episodi magici. Una partita persa 3 a 0 a Torino contro Zavarov ma una trasferta di gusto con risate e porchetta e vita da curva, la cerimonia della laurea con te pronto a tenere a ricordo il tappo dello champagne celebrativo, la finale di Champions del 2003 vissuta all’ombra dei rigori con il rimbrotto a fine partita e il consiglio di non fare il cretino ad andare a suonare il clacson alla fine, ovviamente disatteso. E la gioia immensa quando grazie agli amici di Torino ho portato a Ponderano Claudio Sala, il tuo poeta del goal al trofeo Pozzo. Tanti ricordi piccoli e felici di una vita trascorsa insieme. Potevi forse apparire burbero, ma avevi un cuore grande come quello delle decine di trasfusioni per regalare il tuo sangue a chi ne aveva bisogno e l’aiuto dato a un sacco di gente sempre disinteressato. Tu che hai perso entrambi i genitori quando avevi solo vent'anni. Da te ho imparato l’etica del lavoro, non importa quanto tempo ci si mette, ma il lavoro deve essere fatto bene. E’ inutile dire che mi mancherai ma ti porterò sempre con me. Ciao Drian

Alta tensione Carlo Pelegatti



Pippo Mio va in pensione o meglio, come dice qualcuno appende il microfono al chiodo, è stato l’antesignano dei giornalisti di parte telecronisti con tutto il carico che ne consegue. Urla e strepiti di felicità come il bisillabo di gioia quando attaccavano gli avversari e gli appellativi a volte veramente strani con cui gli stessi erano identificati. Va da sè che il cronista tifoso è amatissimo dai propri sostenitori e odiatissimo da quelli avversari, ma fa parte delle regole del gioco, quello di rimanere sopra le righe e di debordare, sono forse più offensivi per lo sport quelli che dovrebbero essere neutrali e invece si scatenano in filippiche di parte a volte non richieste. Quindi grazie Carlo per avermi fatto divertire e a volte ridere con le tue performance ora mi rimane solo il mitico Germano Lanzoni lo speaker di San Siro e se avrò un attimo di nostalgia guarderò la tua cronaca di Milan Liverpool di Atene urlando a squarciagola per Alta tensione Inzaghi

martedì 21 agosto 2018

Una gaffe in diretta, ma provate a star di fronte alla telecamera



Alle volte quando fai il nostro mestiere,  abituato a correre, a volte buttato nell’arena all’ultimo secondo speri sempre di non incappare in una gaffe colossale, quella di ieri della giornalista di sky è stata sicuramente  non voluta ma denota sempre che un minimo di oculatezza non deve mai mancare. Se prima di andare in diretta avesse magari concordato con le persone presenti in loco avrebbe potuto celare  l’eventuale gaffe nel classico baskstage o dietro le quinte. L’adrenalina di un collegamento, essere buttati di fronte alle telecamere quando magari nelle cuffie ti arrivano messaggi a volte contraddittori, non è facile. Per cui certo fai magari la figura del fesso ed è facile essere messi alla berlina, ma provate la sensazione del momento e poi ditemi se è facile  o meno. Certo non vuol essere una captatio benevolentiae in vista del prossimo Palio ma evitiamo di crocefiggere la persona. E credetemi nel momento in cui la persona si è accorta della gaffe se avesse potuto avrebbe trivellato il pavimento. Per cui quando guardate un collegamento un servizio a maggior ragione se è in diretta e quindi non c’è una post produzione, mettetevi sempre nei panni di chi fa il frontman o woman che sia, non è facile

Quinto Fabio Massimo



In tempi di difficoltà emergono figure forti che hanno sapienza e capacità di giudizio, l’impulsività deve essere lasciata in disparte in attesa di tempi migliori. La storia è maestra di vita e gli esempi non mancano di persone che usando il ragionamento sono riuscite ad emergere in modo inequivocabile e a raggiungere obiettivi impensabili. Una di queste figure è sicuramente Quinto Fabio Massimo, il salvatore di Roma ai tempi di Annibile. Scafato uomo politico guidò la delegazione politica romana a Cartagine dopo l’assedio e la distruzione di Sagunto. Fu lui stesso a dare adito alla proclamazione della guerra e sempre lui guidò la delegazione in Spagna e in Francia (Gallia) alla ricerca di possibili alleati contro il Barcide. Livio ci racconta che la missione in Spagna si risolse in un disastro "Che sfacciataggine è la vostra, o Romani, chiedere di anteporre la vostra amicizia a quella dei Cartaginesi, quando i Saguntini, a voi alleati, li avete abbandonati in modo tanto più crudele di quanto siano stati portati alla rovina dai Cartaginesi come nemici? Vi consiglio di andare a cercare alleati dove nessuno conosce la strage di Sagunto. Qui in Spagna la distruzione di Sagunto rimarrà ad ammonimento doloroso e solenne affinché nessuno si fidi più della lealtà e dell'alleanza romana.". Negli anni successivi l’esercito romano subì scoppole in continuazione e dopo IL Trasimeno gli fu affidata la conduzione dell’esercito ma la sua tattica attendista non soddisfaceva la plebe, dopo il rovescio di Canne del 2 agosto 216 la sua politica divenne il fulcro della riscossa romana. Lavorare concretamente, snervare l’avversario e colpirlo ai fianchi fu una tattica che fece molto male ad Annibale. Per colmo della sfortuna non poté assistere alla sconfitta del cartaginese ma a questa lui contribuì tantissimo.

lunedì 13 agosto 2018

Sogno di una notte di mezza estate

 

L’estate calcistica si culla su miti e su frase fatte dei giocatori di pallone, che riempiono le cronache gossipare dei giornali con dovizia di particolari. E i tifosi narcotizzati pronti a bearsi della gesta del potente di turno credendo o sorbendosi ogni singola fregnaccia. Di bandiere nel futsal ne ho viste poche e le conto sulle dita di una mano, Zanetti per l’Inter, Baresi e Maldini per il Milan, Del Piero per la Juve. Gli altri sono solo amorazzi estivi che durano lo spazio di una breve infatuazione. Il migliore è stato Zlatan Ibrahimovic pronto a proferire la solita frase “io da bambino sognavo questa maglia” e che volete che sia lui sognava tantissimo, ad occhi aperti sul conto in banca probabilmente. Ora il divino Ronaldo pronto a giurare amore eterno ai colori bianconeri. Ma essendo del 1985 la sua Juve di riferimento era quella di Agricola ?? Mah, fan di Ravanelli o di Torricelli. Per carità tutto può essere, io stravedevo per la pantera nera Luther Blisset. Ma la notizia migliore è stata quella di Leo Bonucci tornato a casa come un figliol prodigo qualsiasi, pronto a chiedere scusa (ma di cosa) ai tifosi bianconeri. E’ stato un atto di follia e di rabbia. In campo ti darebbero dieci giornate o forse anche meno ma nell’etere magari si dimentica prima. Quanto siamo lontani dai tempi di Gianni Rivera, di Giacinto Facchetti e di Gianpiero Boniperti

lunedì 6 agosto 2018

Quando le notizie cambiano il corso della storia: il dispaccio di Ems



Fake news o le notizie false sono quelle che contraddistinguono e fanno la storia, spesso un’ informazione data in un certo modo, anche fasullo può determinare scenari e situazioni differenti se si conoscesse la realtà. Una volta erano fatte ad arte proprio per creare cambiamenti epocali e per dare la svolta alla storia., oggi invece imperversano con una quantità tale che non riesci più a distinguere nulla e creano ad arte una confusione tale che è difficile stare dietro e a districarsi nella realtà. Se la parametriamo alla storia come non pensare al famoso dispaccio di Ems con cui Napoleone III cercava di mettere in guardia i tedeschi e fu usato ad arte dal Cancelliere tedesco Bismark per scatenare la guerra che avrebbe portato i tedeschi a vincere sulla Francia a prendersi l’Alsazia e la Lorena e a mettere i prodromi della prima guerra mondiale. Il tono della lettera, telegramma riscritto ad arte con l’uso compiacente dei giornali dell’epoca fecero il resto e la Francia andò incontro a una sanguinosa sconfitta che ribaltò gli scenari internazionali. Insomma il nostro tempo non ha proprio inventato nulla, al limite la tecnologia è cambiata e, quello che una volta facevano i dispacci, oggi provvedono testate artigianali e la resa è pure amplificata. Il dubbio rimane quello rispondere colpo su colpo o usare una tattica più attendista. Quinto Fabio Massimo, nell’antica Roma, usò l’attendismo e riuscì a indebolire il forte Annibale, Sun Tzu nelle sue lezioni di tattica recita che il generale vittorioso prepara il terreno dello scontro. Allora calma e sangue freddo, rimanere tranquilli e aspettare che la marea montante di stupidaggini si estingua da sola. Pensate se il buon Napoleone III non avesse risposto alle provocazioni di Bismark, forse ci saremmo evitati anche la prima guerra mondiale, così per dire.

Briganti la serie Netflix che si ispira alla storia del Brigantaggio meridionale

Pietro Fumel  Le fiction storiche da sempre mi attirano e su Netflix mi sono lasciato trascinare a guardare quella dedicata al brigantaggio ...