mercoledì 21 luglio 2021

L'influencer Napoleone e la Battaglia delle Piramidi


 “Soldati dall’alto di queste Piramidi 40 secoli di storia vi guardano”. Uno degli influencer più bravi della storia recente tale Napoleone Bonaparte pronunciò questa frase nel 1798 il 21 luglio alla guida dei suoi soldati prima di affrontare l’esercito egiziano e di sbarazzarsene in una battaglia fulminea quasi una scaramuccia a Embabeh. Alla fine della giornata dopo aver avuto la meglio sull’esercito dei Mamelucchi, che terminarono così il loro dominio sull’Egitto, rimasero sul terreno poco più di mille francesi e circa 5000 egiziani. Per le stime di quel tempo assolutamente pochi. Ma l’epopea raccontata da quel genio comunicativo del piccolo corso la strombazzo come fosse una delle più grandi imprese. E in fin dei conti lui era così, teatrale e sempre pronto a raccontare in modo epico le proprie imprese. In realtà la campagna d’Egitto con uno Stato che non aveva una propria flotta determinante, e Horatio Nelson ne sapeva qualcosa, era destinata a rimanere tale. Dopo Abukir Napoleone torno in Europa pronto a mietere altri successi, ovviamente facendosi sempre precedere dalla propria fama

martedì 20 luglio 2021

Il Dispaccio di Ems quando una fake news decide i destini di una guerra e dell'Europa


 

151 anni fa sull’Europa che si stava industrializzando e quindi stava diventando moderna soffiavano forti i venti delle nazioni che cercavano la propria dimensione geopolitica per un Italia che si affacciava tra le potenze continentali desiderosa di trovare una propria dimensione vi era anche un'altra potenza che si era appena affacciata. Si trattava della Prussia che aveva uniti tutti gli stati tedeschi e di fatto dopo il 1866 aveva soppiantato come influenza l’Impero Asburgico. Inghilterra, Francia e Russia dettavano ancora legge ma presto si sarebbe dovuto fare i conti con gli alemanni. E cos’ nella primavera del 1870 quando divenne decisiva la questione dinastica spagnola e venne avanzata una candidatura vicina alla Germania, Napoleone III forte della propria personalità chiese pubblicamente un passo indietro alla Germania. L’imperatore tedesco acconsentì ma non lo fece pubblicamente e quella vecchia volpe di Bismark, forte della preparazione militare dell’esercito prussiano innesco una vera e propria campagna diffamatoria frutto di fake news, di quello che oggi chiameremmo screen shot costringendo la Francia a dichiarare guerra. Ora come recita Sun Tzu il generale vittorioso è quello che va alla guerra quando è sicuro di vincerla. E così fece Bismark. Sedan il 2 settembre rappresenta il capolavoro tattico dei prussiani che annientano un’intera armata e prendono prigioniero addirittura l’imperatore Napoleone III. L’organizzazione contro l’improvvisazione, la tattica contro l’anarchia, la manovra contro l’immobilismo. Li nel crocevia dell’Europa nasce il mito dell’esercito tedesco con il due Bismark/Von Moltke

domenica 18 luglio 2021

la Storia del PSG



Che Gigio sia un grande portiere lo ha dimostrato durante gli europei, parate e personalità ed indubbiamente ha contribuito alla conquista del titolo continentale; che sia anche un abile comunicatore qui il dubbio viene. Da decide tutto Mino per me, grande prova di autostima, a il PSG è una squadra con una grande storia (come ? quale ? dove ?) direi che non mancano le uscite a vuoto, quelle che non fanno parte proprio del suo repertorio sportivo. Il PSG ha una ricca storia recente; una Coppa Coppe nel 1995/96 un intertoto e poi 9 scudetti e 14 coppe di Francia, questi ultimi trofei vinti in abbondanza soprattutto negli ultimi vent’anni. Se proprio dovessimo parlare di storia, Saint Germain a Parigi ricorda il trattato firmato nel 1919 dopo Versailles che decise i destini dell’Europa, geopolitica non quella pallonara. Ma ormai siamo di fronte al negazionismo piu acuto in cui in tempi di calcio mercato importante è far sognare il tifoso: gioco nella squadra in cui ho sempre sognato di giocare, i miei da piccoli erano…, questi colori li ho sempre voluti… Insomma un florilegio continuo per rassicurare i propri tifosi e per incidere nell’appartenenza ma quella non si può comprare. Per inciso Gigio le Coppe dei campioni in bacheca che dovresti aver visto in sede sono sette. E se il Milan la rivince senza di te, pensa che storia

martedì 13 luglio 2021

buona vita Gigio a Parigi per crescere


 

E alla fine contrito utilizzi istagram per salutare il vecchio team, i tifosi, e raccontarci che il tuo amore rimarrà per sempre ma dovevi crescere. A parte il fatto che a crescere sarebbe stato solo il tuo conto in banca, questo messaggio sa tanto di presa per i fondelli per costruirsi l’immagine di un professionista tutto d’un pezzo miracolato dai rigori parati o forse meglio dire sbagliati dai ragazzi inglesi e spagnoli. Avrei capito questo messaggio avessi lasciato l’Empoli, il Novara o una qualsiasi altra squadra con un pedigree non così altisonante, ma te ne sei andato da una squadra che ha una storia e probabilmente anche un futuro che ti avrebbe voluto con se con 8, dicansi otto, milioni di stipendio annuo. La possibilità di scrivere pagine nuove e magari alzare trofei con una maglia cucita appositamente per te. Te ne vai nell’eremo di Parigi dove non troverai un tifo che ti perdona tutto ma sarà molto esigente. E se al momento sei all’apice, cadere e farsi male non è poi così banale e scontato. Solo il denaro e la bramosia del tuo procuratore hanno creato quella frattura insanabile nata così due anni orsono. Non ti auguro di fallire, non ti auguro il male assoluto, ti dico solo che hai sprecato una grande opportunità E la vita si sa a volte è beffarda e ti fa rimpiangere le occasioni mancate. Vedremo. Buona vita Gigio  

lunedì 12 luglio 2021

Il limite da non superare


Siamo ancora ebbri della sbornia di vittoria della Nazionale di calcio che ha fatto riscoprire, anzi per meglio dire tirar fuori dagli armadi, quelle bandiere tricolori, misto naftalina che riscopriamo solo dietro imprese sportive. Si sa lo sport è un linguaggio universale, che fa la fortuna anche di nazioni e che fa dimenticare problemi e aiuta a superare momenti difficili. Per l’Italia è stato così nel 1982, nel 1990 con le notti magiche, con l’europeo scippato dalla Francia con il golden goal di Trezeguet, le notti tedesche del 2006 e ora quelle post pandemia. Certo quelle antiche erano situazioni pre smartphone in cui la gioia e la festa erano condivise dal vivo o rimandate a qualche scarna fotografia da tramandare ai nipoti. Oggi nella società dell’immagine perenne con tutti i profili social attivi, la documentazione immediata è la ricetta, un reality alla Truman show continuo in cui ogni persona è un attore consumato. E quelli che erano icone di giornalismo e di professionalità invece di ergersi nel loro mestiere in modo professionale, tolti i freni inibitori sono diventati attori, anche loro della peggior risma. Perché questa invettiva e filippica ? Per diversi motivi che forse non interesseranno ai più, ma che mi lasciano basito. Innanzitutto i colleghi giornalisti, sentire fior di professionisti che nel commento di una partita si lasciano trascinare dal tifo più estremo, forse per arringare le folle, non depone alla categoria, si deve applaudire alla giocata dell’avversario di turno e commentare con distacco, senza infierire anche le provocazioni. Ci pagano per essere dei giudici attenti e scrupolosi. I giocatori poi, esistono regole non sportive ma etiche che prevedono comportamento corretto (evitando le manfrine in cui si chiede di continuo il cartellino per il giocatore avversario, c’è li l’arbitro, provvederà lui nel caso) e soprattutto sappiano gestire sia la sconfitta che la vittoria. Togliersi una medaglia per essere arrivati secondi perché ? qual è l’insegnamento che si da alle giovani generazioni ? Che conta solo arrivare primi ? Che la vita sarà tappezzata di fiori e rose se sei vincente. E se vinci, citando un vecchio statista come W. Churchill sii magnanimo. Urlare in faccia ai tifosi avversari sapendo di essere ripreso “dovete mangiare ancora tanti spaghetti” farà sorridere forse sul momento il proprio schieramento, ma alla successiva occasione in cui non vinci, cosa ti potrà urlare l’avversario a proposito degli amati maccheroni? Gioisci per la tua vittoria e abbraccia l’avversario con cui ti sei scontrato. Gli esempi positivi non mancano: Pep Guardiola che bacia la medaglia d’argento nella finale di Champions o il sorriso serafico di Louis Enrique sconfitto (e peraltro maltrattato pesantemente dalla vita) che trasmette serenità e accettazione sono due facce di una medaglia che dà speranza per il futuro. A volte il successo nella vita passa da momenti come quelli celebrati dai perdenti e sempre per citare Churchill “il successo è la capacità di passare da un fallimento all’altro senza perdere l’entusiasmo”

Sanfelici: zero in condotta


 

Zero in condotta, il titolo è accattivante e richiama gli europei di football appena conclusi con il suicidio sportivo di una nazione che ha inventato il gioco del calcio, ma che per una maledizione, modello Bela Guttmann, non è mai riuscita a mettere le mani sul bersaglio grosso, fatta salva una sola volta e per giunta senza l’ausilio del Var. L’occasione me l’ha fornisce su un piatto d’argento l’amico Marco Sanfelici, tifoso della Juventus, ma anche forbita penna e amante del buon gusto, non solo culinario, ma dal gusto un po’ troppo in bianco e nero della divina arte pedatoria. Marco, che ho imparato ad apprezzare guardando partite di football, di futsal e di qualsiasi altro sport che preveda critica della ragion pura (esistenza, validità e limitazione, proprio come l’opera di Emmanuel Kant) discetta con dovizia di argomenti le prestazioni dei suoi beniamini, senza farsi travalicare dalla propria passione calcistica, quel doppio colore che al sottoscritto proprio non piace. Novello Giuanin Brera, me lo immagino a redigere questi giudizi se non con l’immancabile sigaro sicuramente addentando un panino al salame che aveva reso l’Arcimatto un professionista molto amato e stimato. E così è lui, tra le pagine, pardon righe di un computer, oppure dalle telecamere delle televisioni da cui viene ospitato pronto a tratteggiare i ritratti dei calciatori. In tempi in cui la superficialità anche degli scritti è purtroppo un vezzo diffuso, richiamare e leggere questo libro può dare giovamento, anche se non si conosce la materia  

domenica 4 luglio 2021

Audita tremendi severitate ....... Hattin 1187

 

Audita tremendi severitate judicii, quod super terram Jerusalem divina manus exercuit ….. così recitava la Bolla Papale del 29 ottobre 1187 di Gregorio VIII che chiamava a raccolta i regni occidentali per la terza crociata dopo che Hattin prima (il 4 luglio) e poi Gerusalemme dopo avevano sancito la cacciata dei cristiani dalle terre liberate un secolo prima dalla Prima Crociata. Un teatro quello mediorientale da sempre luogo di accesi scontri per le supremazie, politiche, religiose e perché no commerciali. I signori di quel periodo governavano il territorio ma erano litigiosi, pronti a scontrarsi per occupare un castello e un titolo e finchè sulla scena non compare Salāḥ al-Dīn Yūsuf ibn Ayyūb più conosciuto come Saladino che di fatto cementa le popolazioni arabe e le conduce sotto la stessa bandiera; prima scaramucce e poi la decisiva battaglia di Hattin 4 luglio 1187 e la conquista di Gerusalemme. Chi ha visto il film di Ridley Scott le crociate può trovare un riferimento abbastanza preciso di quel periodo, anche se ovviamente romanzato per esigenze sceniche. Rimane tuttavia l’impresa dell’esercito Ayyubide condotto da Saladino che nel giro di un paio di anni limita le presenze cristiane in terra santa. Unica sconfitta con Corrado del Monferrato all’assedio di Tiro quando si dice che i piemontesi sono tosti


Briganti la serie Netflix che si ispira alla storia del Brigantaggio meridionale

Pietro Fumel  Le fiction storiche da sempre mi attirano e su Netflix mi sono lasciato trascinare a guardare quella dedicata al brigantaggio ...