domenica 28 aprile 2019

Città di Asti una stagione di grande spessore


Alle olimpiadi la medaglia più temuta è quella di legno, il primo degli esclusi, ai piedi del podio, e quando uno la conquista non può essere soddisfatto al cento per cento, almeno quando finisce la competizione. Poi però, come sempre accade bisogna guardarsi alle spalle, analizzare per bene tutto quello che è successo e tracciare un bilancio. Il Città di Asti alla sua prima stagione in serie A2 ha realizzato un’impresa, non è il discorso della Volpe e l’Uva è una constatazione reale, 22 partite, cinque sole sconfitte e 41 punti sul campo, hanno permesso al sodalizio di Lotta di disputare una stagione veramente di grande respiro. Cominciamo con il ricordare che le tre squadre che ci hanno preceduto in classifica, almeno una volta in stagione sono state battute (Padova, Mantova e Sestu). Siamo stati campioni di inverno, e anche se fittizio è un titolo che ci fa piacere. E poi siamo riusciti a disputare una finale di Coppa Nazionale di fronte al nostro pubblico e ai nostri tifosi in quella che è stata una festa di sport e di territorio. Questo ci portiamo dentro, questo rimarrà nel nostro DNA. I play off avrebbero potuto essere la nostra ciliegina sulla torta ma obiettivamente la lunga e usurante stagione e un probabile quarto di finale con Mantova e/o semifinale con il Sandro Abate avrebbe segnato un finale forse non distante dall’epilogo maturato nell’ultima di campionato. Dobbiamo essere orgogliosi di quanto realizzato, delle migliaia di follower alle nostre partite, delle giocate da vero futsal e dell’entusiasmo maturato e di quanto raccolto in termini di credibilità e di consenso anche dalle altre compagini. Lo sport è un condensato di emozioni e di sensazioni e crediamo di averle trasmesse e ci troveremo ad agosto con lo stesso entusiasmo e con la stessa voglia di fare delle passate stagioni. Due anni orsono di questo periodo festeggiavamo la permanenza a Bresso nella serie cadetta, la passata stagione a otto secondi dalla fine il regalo di Celentano al suo territorio, la prossima stagione chissà, le favole sportive sono belle per questo motivo, perché danno sempre un motivo per sognare; e noi siamo il Città di Asti 

lunedì 15 aprile 2019

Meno social più allenamenti


Il mantra di Gattuso si presta bene a tutto quello che si è visto sui campi da calcio dopo il fischio finale, troppo presi dalla stessa immagine dal risultato a ogni costo dalla provocazione fune a se stessa il prode sul campo diventa una belva social con tutte le conseguenze del caso. Nella società che ha liberato la comunicazione compulsiva e selvaggia ogni occasione è buona per dileggiare e per autoincensarsi. Una volta la facevano da padrone i ritiri, oggi con lo smartphone in mano sarebbe meglio un ritirare i telefonini suonerebbe come una punizione medioevale ma giusta. Insomma siamo prigionieri dei selfie in cui l’immagine dice tutto e in cui tu sei protagonista anche se non sai fare nulla. Ne siamo schivi, ne siamo partecipi ma il guaio è che sotto questa patina di palcoscenico non c’è nulla manca l’aspetto più rilevante la cultura, il saper non solo fare ma approfondire, e così diventano tutti bulletti di periferia: i vari Ronaldo, Acerbi, Bakayoko, bulletti di periferia. Servirebbe proprio un bagno di umiltà e di cultura ma i protagonisti ne saranno capaci ?? dubito fortemente

mercoledì 3 aprile 2019

Dal 3 aprile 1896 le notizie sportive sulla Gazzetta



Per trattare quindi lo sport bisogna sentirsi in grado di correre coi tempi, prevedere, arrivare. I giornali sportivi non devono soltanto fornire le notizie, commentare il progresso, registrare il successo, no, essi devono predire, correre l'alea stessa di tutte le cose di questo fine di secolo, devono arrivare. Arriveremo? Modestamente osiamo sperarlo, ad ogni modo non sarà certo da parte nostra che finiranno volontà e tenacia di propositi.

Questo quanto si scriveva il 3 aprile 1896 e che dava il via al primo numero della Gazzetta dello Sport il quotidiano sportivo più amato e pubblicato in patria. Una lunga tradizione che dura da oltre 120 anni e che fa del giornalismo oltreché dello sport il connubio più efficace e valido nel panorama dell’informazione italiana. Cronaca, giudizi, sentenze, eventi. Chi non ha comprato almeno una copia di quel giornale. Con i titolisti sempre pronti a coprirsi di gloria con titoli da copertina in grado di suscitare reazioni e perché no acquisti. Ricordo solo sul bagnasciuga di Pescara in una torrida estate il titolo che campeggiava a favore del Milan ARRIVALDO bastò quello per acquistarlo. Buon compleanno

Un ultima partita perfetta, l'Orange si congeda tra gli applausi convinti del pubblico

  La partita perfetta non esiste di solito, ma quella disputata al Palabrumar, oggi, per l’Orange Futsal ha tutti i crismi per diventarla. U...