giovedì 25 aprile 2024

Briganti la serie Netflix che si ispira alla storia del Brigantaggio meridionale

Pietro Fumel 

Le fiction storiche da sempre mi attirano e su Netflix mi sono lasciato trascinare a guardare quella dedicata al brigantaggio quella pagina oscura della nostra storia patria poco raccontata anche perché figlia di un periodo in cui era stata raggiunta faticosamente l’unità nazionale ma come aveva vaticinato qualcuno dovevano ancora essere fatti gli italiani. Quello che ne seguì fu un decennio intenso di lotta tra un fenomeno chiamato brigantaggio con fucilazioni, massacri e anche vessazioni. La serie girata in Puglia e dedicata alla Calabria presenta in stile hollywoodiano i personaggi; quello dello Sparviero un'icona dell’uomo bello impossibile assomiglia letteralmente a Clint Eastwood piuttosto che a un brigante. Le verità storiche lasciano anche spazio alla fiction e quindi la veridicità della storia si perde un poco. Ma c’è una figura che emerge e che viene raccontata e cioè di quel eporediese che  risponde al nome di Pietro Fumel mandato in Calabria con il grado di Colonello per domare il brigantaggio. Modi spicci ricorse alla tortuta e al terrore decimò le bande di Palma, Schipani, Ferrigno Morrone Molinari e Pinnolo. Fu richiamato a Torino e altri perseguirono la sua strada. Il brigantaggio durò per dieci anni fino alla presa di Roma e costò migliaia di caduti sia da una parte che dall’altra si pensi che nel periodo di massima espansione i militari nell’area raggiunsero le 50 mila unità

domenica 21 aprile 2024

Under 17 con onore al secondo posto delle Finali Regionali




 

Under 17 dell’Orange sugli scudi e protagonista nelle Final Four che si sono svolte nella patria della ceramica a Castellamonte. Dopo aver sprintato sui padroni di casa al sabato con un punteggio in bilico sino alla fine 3 a 2 oggi era il turno della finale contro i forti valligiani dell’Aosta. Partita che inizia in salita sotto di una rete ma un primo tempo in cui gli uomini di Dani Alves hanno fatto vedere un buon possesso palla e dribbling di alta scuola che spesso hanno mandato in confusione l’Aosta. Ma la squadra del Monfleury è un gruppo sornione che sa quando ripartire e sul finale di tempo si deve immolare due volte Casari, non a caso premiato come miglior portiere del torneo, per salvare il risultato. Alla ripresa del gioco sono ancora gli Orange a spingere e le classiche sliding door a metà ripresa quando dopo un azione tambureggiante Alves e compagni prendono il palo e sulla ribattuta vanno a segno in contropiede gli avversari. La rete è una mazzata a cui poi si aggiunge la sfortuna per una deviazione fortuita che concede la terza segnatura all’Aosta. Portiere di movimento e proprio Cesari segna quella che poi sarà la rete della bandiera. Ma l’impegno non manca fino alla fine del match in cui i ragazzi astigiani non hanno per nulla sfigurato. La stagione delle giovanili finisce qui non prima di aver raccolto l’ennesimo applauso da parte di un gruppo che cresce e aver, come sempre notato l’affetto che unisce i componenti della famiglia Orange presente in massa sugli spalti per un tifo caldo e rumoroso. E come direbbe il protagonista di Febbre a 90 minuti, siamo pronti a iniziare a breve un'altra stagione.   

Il Barone Rosso, ottanta abbattimenti e un mito perenne


 

Manfred von Richtofen meglio conosciuto come il Barone Rosso, figura iconica della prima guerra mondiale, con 80 vittorie segnate, è stato un mito e una leggenda delle battaglie aeree di quel periodo. I primi piloti erano quasi considerati dei gentlemen, gli scontri era dei veri e propri duelli, c’era onore e rispetto, e vittorie e sconfitte erano celebrate dagli avversari stessi, così come la morte di uno di loro, che magari era diventato un mito, erano guardate con rispetto. Manfred inizia la sua carriera come sottotenente degli Ulani sul fronte Orientale ma i mesi di trincea lo annoiano così nel 1915 chiede di entrare in aviazione. Viene preso sotto l’ala protettiva di Osval Boelcke e i suoi primi combattimenti non vengono riconosciuti. Solo a settembre del 1916 sopra Verdun avviene il suo primo abbattimento sopra il forte Douamont. Crea una propria squadriglia in cui muove i suoi primi passi anche un gerarca nazista come Hermann Goring, pilota aerei quasi sempre dipinti di rosso da cui l’appellativo e il 21 aprile del 1918 nel corso di una battaglia aerea tenuta a poche decine di metri da terra viene colpito dal fuoco di una contraerea australiana in prima linea. Atterra esamine e viene sepolto con tutti gli onori dopo aver abbattuto decine di avversari. Muore all’età di 26 anni ma il mito persiste tuttora

sabato 13 aprile 2024

Un ultima partita perfetta, l'Orange si congeda tra gli applausi convinti del pubblico


 

La partita perfetta non esiste di solito, ma quella disputata al Palabrumar, oggi, per l’Orange Futsal ha tutti i crismi per diventarla. Un 4 a 0 che ha fatto vedere un gruppo unito, con una forza d’animo quanto mai incredibile e che ha raccolto nell’ultima, purtroppo non decisiva per la classifica, prova la summa di un lavoro che ha fatto vedere i suoi frutti. Una difesa impenetrabile in cui tutti si sono sacrificati, un estro di alcuni giocatori incredibile, un pressing tuttocampo maniacale, una serie di dribbling d’alta scuola e lanci illuminanti che trovavano Curallo e compagni smarcati per impattare di qualità Eppure contro avevi la squadra che ha dominato il campionato e che forse è arrivata alla fine della stagione in riserva di benzina, ma non si è certo risparmiata. Un primo tempo in cui Ibra ha messo subito la freccia con una giocata delle sue e un raddoppio servito su tiro libero con una palombella del nazionale Merlo. Nel secondo tempo il portiere avversario viene espulso dopo aver impedito una chiara occasione da goal a Francalanci e con la terza rete sempre di Alessandro Merlo di fatto cala il sipario sulla partita. Il Maccan Prata prova per più di dieci minuti il portiere di movimento ma Amico è insuperabile e c’è pure gloria per un tap in vincente di Caracciolo. Il rotondo 4 a 0 finale è un premio per i ragazzi per quanto hanno fatto vedere, un percorso di crescita continuo. Ora è tempo di riposare non prima, però, di aver tifato per l’under 17 impegnato settimana prossima per le F4 di Castellamonte. Prima della partita i ragazzi di Patanè hanno accolto tra gli applausi all’ingresso in campo il Maccan Prata tributandogli il giusto onore per aver vinto il girone: il futsal è anche questo, fatica, sacrificio e rispetto     

Orange vs Maccan Prata 4 – 0 (2 -0pt)

Marcatori 2 Merlo 1 Ibra Caracciolo

venerdì 5 aprile 2024

Cronisti in guerra William Russell e THE THIN RED LINE


Ho sempre avuto un incredibile invidia per i corrispondenti di guerra e William Howard Russell ne è sicuramente un icona oltre a Robert Capa che forse, tutti noi, conosciamo meglio. La capacità di essere al centro dell’azione, lo sprezzo del pericolo, e l’opportunità di saper cogliere e di definire con una perifrasi o una parola un evento, un momento, un messaggio che passerà alla storia. L’irlandese Russell fu corrispondente del Tames di Londra. All’epoca non c’era la mail o meglio whatapp per inviare i pezzi ma dovevano essere telegrafati. La paga l’avventura e la presenza nella storia. A lui dobbiamo la narrazione della carica di Balaklava, diventata pagina epica della cavalleria inglese e alla descrizione del 93 reggimento di fanteria scozzese: gli highlanders che sempre in Crimea schierati su una doppia linea e senza paura con scariche di fuciliera a bruciapelo ebbero la meglio sugli ussari russi facendosi appellare: the thin red line, la sottile linea rossa, di fatto da quel momento l’appellativo della fanteria inglese, facendo passare alla storia tempi e modi che di fatto lo hanno consacrato ai posteri. I suoi articoli però sulle condizioni dei militari inglesi nella penisola non piacquero ai piani alti e gli fecero vincere un biglietto per il ritorno

domenica 17 marzo 2024

Orange vittoriosa contro Villorba

 


E contro il Villorba finalmente i ragazzi portano a casa una vittoria che mancava da troppe giornate per quanto si era visto in campo. Un premio, sicuramente postumo, rispetto alle ambizioni di classifica, ma meritato per quanto hanno espresso in queste settimane i ragazzi di Patanè. Grinta, voglia, scambi veloci, determinazione, belle giocate; insomma tutto il repertorio del futsal che fa della compagine dell’Orange un gruppo compatto che crede nei giovani e nella loro maturazione. Parte fortissimo la squadra di casa che grazie alla velocità riesce a sbloccare presto il match ed è un’azione finalizzata da Merlo, nemmeno il tempo di gioire e Montauro, che partita la sua sembra metterla in ghiaccio. Il Villorba non ci sta, anche perché sa che una sconfitta vorrebbe dire dare l’addio alla serie A2. Le incursioni davanti a Zanchetta non mancano e i veneti si procurano un rigore che però Amico subentrato a Zanchetta neutralizza, ma prima della fine del tempo Tenderini, il capitano del Villorba, accorcia. Il 2 a 1 diventa pareggio appena rinizia la ripresa, a quel punto prende di nuovo il sopravvento e Curallo e Montauro al termine di azioni corali portano nuovamente avanti i padroni di casa. Tenta la carta del portiere di movimento il mister veneto e in successione con grande merito di Rexhepay e del capitano Tenderini, il migliore dei suoi si torna nuovamente in parità. E Bisco a suonare la carica e a volere caparbiamente la segnatura. Il nuovo vantaggio viene prima difeso e poi sigillato da Vitellaro per un 6 a 4 quanto mai desiderato. Un applauso sincero va a tutto il gruppo per la dedizione con cui hanno affrontato tante partite, è stata un esperienza quella che si porteranno dentro i ragazzi quanto mai utile e che sarà un tesoro inestimabile per le prossime stagioni  



Orange vs Villorba 6 -4 ( 2 -1 pt)

Marcatori: 2 Montauro 1 Vitellaro, Merlo, Bisco, Curallo 

domenica 10 marzo 2024

Operazione Meetinghouse quando 334 B29 bombardarono Tokio


Si sa in guerra soprattutto nella seconda e poi, nei conflitti successivi nel corso del 900, a pagare dazio non sono stati solo gli eserciti ma anche la popolazione civile, non era più lo scontro frontale degli eserciti, la guerra di posizione con gli attacchi virulenti per un guadagno di qualche centinaio di metri. Era la guerra cosiddetta sporca in cui, colpire il civile, era un modo per destabilizzare il nemico, lo fece Hitler, battaglia d’inghilterra, lo fece il Giappone contro la Cina, lo fece Stalin e lo fece anche l’Inghilterra contro gli Italiani. Ora se più di 50 milioni furono i morti del conflitto verso la fine dello stesso per costringere alla resa il popolo giapponese le furono tentate tutte e prima della bomba atomica ci furono diverse operazioni portate a termine con l’obiettivo di uccidere e di costringere alla resa il nemico. L’operazione Meetinghouse del 10 marzo 1945 fu proprio questa. Tre settimane dopo la distruzione di Dresda (circa 30.000 morti secondo alcune fonti) 334 B29 americani, le fortezze volanti, con il loro carico di morte, bombe incendiarie, bombe al magnesio e bombe al fosforo le sganciarono su Tokio. Le abitazioni di legno arsero per giorni, alla fine fu distrutto quasi il 30 % della città con oltre centomila morti, più di Hiroshima, più di Nagasaki

Pari di prestigio in Sardegna contro Sestu


Squadra che cresce l’Orange e che acquisisce personalità partita dopo partita. Il risultato maturato un pareggio per 3 a 3 nella tana della seconda in classifica, se non da rilievo alla posizione in campionato, aumenta la stima che i giovani di Patanè accumulano sul campo. Privi di Ibra hanno di fatto imposto il loro gioco per tutti i quaranta minuti sul campo, andando in vantaggio nella ripresa e raggiunti solo nel finale. Le statistiche non mentono mai a fronte di 36 tiri verso la porta per gli Orange solo 14 quelli degli avversari. Una partita giocata a viso aperto in cui Caracciolo e Montauro, due volte, hanno messo a segno reti con convinzione. Una doppia trasferta quella che si chiude con una sconfitta e un pareggio ma tanta tanta garra e crescita per i nostri giovani, utili per il futuro. La prossima si torna in casa contro Villorba

Sestu vs Orange 3 – 3 ( 2 -1 pt)  

Marcatori 2 Montauro (O) 1 Caracciolo (O) Mura, Sanna e Atzeni (Sestu)

domenica 3 marzo 2024

Operazione in Codice Claymore: 9 marzo 1941


 

Il 4 marzo 1941 in Norvegia si svolgeva un’operazione di intelligence portata avanti dai commandos inglesi; nome in codice Claymore nelle isole Lofoten. Un’azione che aveva come obiettivo quello di distruggere le gabbriche di glicerina utili per l’esercito tedesco per il proprio arsenale militare. Siamo in una fase della guerra in cui l’astro di Hitler è al culmine, Churchill dopo Dunkerque aveva richiesto ai propri comandi l’istituzione di forze rapide di intervento e grazie alla spia Dudley Wrangel Clarke (in questo momento al top di pubblicità vista la serie britannica dedicata alle SAS) sudafricana di origine si punta all’addestramento di reparti speciali sulle orme di quelli italiani (eh si la primogenitura l’abbiamo noi e i boeri, ma vi ricordate chi aveva catturato Churchill in Africa? era un albese). I reperti speciali portano a termine il proprio incarico, affondano una decina di navi, distruggono le fabbriche, catturano duecento prigionieri, e sembra anche una di quelle macchine crittografiche Enigma, utili per scoprire i messaggi criptati. E’ questa la guerra del sottobosco, quella che non si vede, quella che inganna, fatta di spie e di false informazioni. Tra le operazioni vale la pena di citare quella soprannominata Bodyguard che coprì lo sbarco alleato in Normandia. Come sempre le informazioni sono state decisive nel definire le fortune in guerra

Anche a Milano si paga dazio ma che prestazione


 

Ancora una grandissima prestazione di livello degli Orange che a Milano però non raccoglie nemmeno un punto e si deve accontentare di una sconfitta di misura contro una squadra che veleggia nelle zone alte della classifica. Un primo tempo chiuso sul pari per un 2 a 2 con doppietta di Ibra ma con una serie di tiri tripla rispetto ai padroni di casa che soprattutto nei primi minuti hanno subito la pressione degli uomini di Patanè abili a mettere in pratica i dettami del mister provati in settimana. La ripresa vede Milano più cinica che ribalta subito il match portandosi sul doppio vantaggio, ma poi è ancora un monologo Orange con una pressione che Milano patisce. Un rigore per gli astigiani non viene sfruttato grazie a una magistrale parata del portiere e anche quando i padroni di casa subiscono l’espulsione di Peverini riescono a chiudere a doppia mandata la difesa. A cinque secondi dalla fine dopo tre assalti col portiere di movimento Bisco trova il pertugio giusto ma è troppo tardi. L’ennesima buona prova del gruppo purtroppo non supportata dai risultati ma quest’anno ormai questa è una costante    

Milano vs Orange  4 – 3 (2 – 2 pt)

Marcatori: 2 Ibra 1 Bisco

domenica 25 febbraio 2024

Altro pari pirotecnico al Palabrumar 4 - 4 tra Orange e Aosta

Un altro pirotecnico pareggio al Palabrumar tra due squadre che non si sono certo risparmiate e alla fine un risultato che non serve ad entrambe anche se muove la classifica. Parte molto bene l’Orange che grazie a fraseggi veloci e rapidi mette la squadra di casa in condizione ottimali e la rete di Ibra che apre il match ne è una chiara conseguenza. L’Aosta che fino a quel momento non aveva fatto nulla si scuote e mette la testa avanti e con Satzuga arriva al pareggio con il valligiano che si fa trovare pronto per il comodo tap in. Il finale del primo tempo è tutto di marca Orange, prima Montauro scarica una sassata sotto la traversa poi il capitano finalizza una giocata collettiva per un 3 a 1 robusto che non si vedeva da tempo da queste latitudini. La ripresa vede l’Aosta cambiare il portiere e diventare più intraprendente Matheus trova il pertugio poi un errore in difesa spalanca la porta per il facile pareggio di Avallone. Gli ospiti a questo punto ci credono e vanno in vantaggio su calcio d’angolo, dopo una bella parata di Zanchetta, ci pensa Matheus a mettere in sigillo. Veemente la reazione dei padroni di casa finalizzata dall’ottimo Montauro che scaglia un'altra sassata in rete di rabbia. Patanè rischia il portiere di movimento per portarla a casa ma senza riuscirvi, anzi a 9 secondi dalla fine il parapiglia per un azione che vede l’espulsione di Merlo reo di aver fermato una ripartenza. Nella confusione generale non si comprendono bene le motivazioni che a un certo punto vedono l’allontanamento anche di Vitellaro, poi rientrato. Alla ripresa del gioco l’Aosta non sfrutta l’occasione e il match termina in parità. Ora due trasferte consecutive a Milano e in Sardegna  

domenica 18 febbraio 2024

Mgm in palla gli Orange resistono fino quasi alla fine del primo tempo


 

Trasferta in quel di Morbegno contro una squadra l’Mgm al massimo della forma che viene da diversi successi consecutivi. Dopo la bella prova contro la Videoton però Patanè non dispone di alcune pedine come Merlo e Ibra oggetto di squalifica ed è un peccato non avere al proprio arco tutte le frecce disponibili. La partita non decolla nei primi minuti ma poi gli Orange mettono sotto pressione Tatonetti. Montauro non riesce a trovare il pertugio giusto me i fuochi di artificio sono riservati agli ultimi minuti, prima Grazioli per i padroni di casa trova la rete a cui risponde pochi secondi dopo Caracciolo. La pratica però la squadra di Parrilla la chiude in tre minuti con tre reti in rapida successione che indirizzano il match. Ad inizio ripresa la quinta marcatura e solo nel finale la sesta con Patanè che aveva schierato il portiere di movimento. Come hanno recitato anche gli avversari non si è visto in campo quel divario di classifica e di reti, ma il gruppo non si arrende e si torna al Palabrumar settimana prossima contro Aosta

MGM 6 Orange 1 ( 4 -1 pt)

 

domenica 11 febbraio 2024

Contro Crema prova super dell'Orange alla fine divisione della posta


 Ci sono partite che non durano 40 minuti ma molto di più, in cui la lotta per la supremazia è intensa, in cui si vedono giocate sopraffine, in cui la voglia di prevalere non si esaurisce. Orange vs Videoton è uno scontro infinito con continui ribaltamenti di fronte in cui nulla è dato per scontato. Curallo e compagni impostano la partita e fin dall’inizio cercano le giocate giuste per indirizzare il match, le occasioni fioccano e il palo interno di Borgnetto consacra il sabato con l’ennesima giocata sfortunata tra i pali. Ma a forza di insistere la rete arriva con una percussione di Vitellaro. Crema si scuote e si divora un’occasione incredibile centrando la traversa.  Quando i falli degli ospiti arrivano a cinque a sei minuti dalla fine del primo tempo gli Orange ci credono sempre più ma un fallo non sanzionato su Vitellaro permette una rapida ripartenza del Videoton che agguanta il pareggio. L’allenatore ospite opta per il portiere di movimento e quella vecchia volpe di Maietti raddoppia dopo l’ennesimo palo centrato dai padroni di casa. Alla sirena il punteggio da ragione agli ospiti per un risultato di svantaggio che sta strettissimo per le occasioni avute. Quando poi dopo 30 secondi Usberghi chiude una triangolazione e segna il 3 a 1 sembra notte fonda e l’ennesima cronaca di un vorrei ma non posso. E invece il gruppo ci crede, su calcio da fermo una carambola premia ancora Vitellaro. Si gioca all’arma bianca su un fallo Merlo, però, protesta vibratamente e prende un doppio giallo. In inferiorità numerica Ibra si inventa uno slalom e pareggia infiammando il Palabrumar. Non solo si raggiunge pure il vantaggio con Bisco. La rilassatezza per il vantaggio mette le ali a Crema che in due azioni fotocopia si riporta avanti. Il pari del capitano sancisce la parità che se non aiuta la classifica da l’idea di una squadra che non molla mai e combatte fino alla fine

domenica 4 febbraio 2024

Palazzo Gromo Losa: Banksy, Jago, TvBoy una mostra da non perdere


L’arte di strada ha il potere di coinvolgere e di far immedesimare chi la vede, ha la capacità anche di stravolgere la realtà a vantaggio magari di un modo virtuale che potrebbe essere paradisiaco negli occhi e nel cuore di chi vuole lasciarsi trasportare dalle emozioni. Politica, etica, attualità i temi sono tanti e tutti interessanti, ma si possono trovare anche rivisitazioni in chiave trash e ironiche di un modo di fantasia legato ai fumetti. Chi affronta la visita ed effettua il percorso all’interno dei palazzi Gromo Losa e Ferrero al Piazzo può veramente lasciarsi condurre in un viaggio metafisico in cui l’impossibile diventa reale, anche solo per pochi minuti. Ma in fin dei conti l’arte è proprio questo, una visione soggettiva del visitatore che si confronta con quella dell’autore, un dialogo a distanza che diventa interazione, a volte condivisa a volte meno, ma questo è il bello di un mondo dove la cultura rappresenta un linguaggio universale. Banksy, Jago Tvboy sono i pezzi da novanta di questa collezione ma come non citare il trasformismo di Liu Bolin, le provocazioni di David La Chapelle o il viaggio di fantasia di Laurina Paperina. C’è un’opera, a detta del sottoscritto ovviamente, che rappresenta la summa di quest’arte ed è First Baby di Jago, realizzata in marmo che è stata inviata alla Stazione Spaziale Internazionale sotto la custodia del Capo Missione Luca Parmitano, che ha scattato la fotografia che fa vedere l’opera fluttuante all’interno della struttura. L’allestimento realizzato rende veramente il connubio tra l’ambiente e l’uomo, tra l’universo immenso e la nostra presenza, un granello al confronto. L’arte come l’espressione dell’uomo di poter e saper comunicare in tutto il mondo. Sostare in quella sala e socchiudere gli occhi ti trasmette emozione e partecipazione.

domenica 21 gennaio 2024

Isandlwana l'Adua degli Inglesi in Africa


Isandlwana 22 gennaio 1879 la peggiore sconfitta britannica in ambito coloniale seconda solo a quella patita dall’Italia ad Adua il primo marzo 1896. Isandlwana rappresentò una delle maggiori vittorie riportate da un esercito indigeno dell’Africa contro una forza coloniale europea e come sempre aver sottovalutato la forza dell’avversario portò a un disastro che sollevò feroci contestazioni di piazza. Ma a differenza dell’Italia dove si cambiavano i generali sconfitti questo non avvenne tra gli inglesi che con calma seppero trovare le controindicazioni e di fatto vinsero la guerra contro gli Zulu in pochi mesi. In Italia Baratieri a capo delle truppe Adua, venne processato e lo stesso incolpò dell’onta della sconfitta i propri uomini, vili secondo il generale. Gli italiani ci misero 40 anni a chiudere la partita con gli etiopi mentre gli inglesi in pochi mesi sovvertirono l’esito e di fatto si ritrovarono padroni dell’Africa meridionale anche se sull’orizzonte si stagliava il problema boero.

il derby va all'Isola


 

Non basta il cuore per aver ragione in un derby spigoloso, alla fine il tabellone recita un 3 a 2 per la squadra dell’Isola più cinica nello sfruttare le occasioni avute. Pubblico numeroso quello che assiepa le tribune del Palabrumar, la posta in palio è di tre punti per due squadre che si trovano sui fondali della classifica, anche se Isola è reduce da due belle prestazioni e altrettante vittorie. E sono gli ospiti a partire forte premendo sotto gli ordini di un Tabbia che dalla panchina detta i ritmi. Ancora una volta è Piazza ad aprire le danze, ma gli Orange non si scompongono e con pazienza ricuciono il gap con un suntuoso Ibra, Un tiro libero sembra aprire e schiudere le porte ai padroni di casa, ma Frezzato – a proposito che partita sia lui che Zanchetta oggi – ipnotizza il Leone del Tanaro e il primo tempo si chiude sull 1 a 1. Ripresa che vede subito il forcing degli uomini di Tabbia ma è un super Ibra che svernicia il sette alla sinistra di Frezzato. Il vantaggio mette le ali sull’entusiasmo degli Orange, ma con calma e pazienza e con un Frezzato nelle vesti di power play permette all’isola di pareggiare con Licco lesto a riprendere una corta respinta di Zanchetta. Quando tutto sembra incanalato su un pareggio sostanzialmente giusto Itria trova dal cilindro un tiro velenoso che finisce in rete nell’angolino basso. E’ il sorpasso. Curallo e compagni ci provano anche rischiando di prendere il quarto ma il risultato non cambia più

domenica 14 gennaio 2024

Coatit 13/14 gennaio 1895 l'antipasto di Adua


 

Il 13/14 gennaio del 1895 si combatte per la supremazia in Africa tra Etiopia ed Eritrea, Baratieri, all’epoca comandante delle truppe coloniali vince uno scontro ma scatena la reazione dei vari Ras al comando di Menelik. Certo la guerra in Africa ha sempre avuto il suo fascino e soprattutto le sue spine. Come gli altri popoli europei le nostre vittorie e le sconfitte, cocenti, perché non si poteva perdere contro quelli che erano definiti “selvaggi” ma che in realtà non lo erano proprio. Una figura importante fu quella di Antonio Baldissera militare che presto servizi e incarichi nell’esercito austriaco, meritandosi la lode in quel di Custoza, ma all’epoca era contro gli italiani, nel cui esercito entrò dopo la terza guerra di indipendenza, per poi dedicarsi alle campagne nel corno d’Africa. Come tutti i graduati italiani fu vittima di gelosie e proprio nel prendere il posto di Baratieri in Africa, il suo predecessore incappò nella battaglia di Adua senza aspettare il cambio del comando. Toccò poi a Baldissera a ricomporre i cocci della sconfitta. Per chi si affaccia al Museo degli Alpini di Biella c’è una sezione che riguarda le guerre coloniali e non ci sono solo i cannoni che spararono, e male, ad Adua (vale la pena di osservarli e si può comprendere perché nonostante un numero imprecisato di quei cannoni disponibili non si sia arrestata la moltitudine di guerrieri di Menelik) ma anche una serie di reperti in aramaico (spade – shotel – libri – frustino e così via).

Si lotta fino all'ultimo ma prevale Rovereto


 

Si sa nello sport quello che conta è l’impegno e la determinazione ma i risultati sono poi quelli che designano la stagione. A Rovereto è andata in scena un'altra bella prova dei giovanissimi Orange che hanno tenuto dietro di se i locali per quasi 37 minuti, praticamente l’intera partita che solo il power play usato dal mister trentino nei cinque minuti finali ha capovolto l’esito dell’incontro per un 3 a 2 finale che lascia l’amaro in bocca per un risultato sfuggito all’ultimo. Un primo tempo sempre in vantaggio con i padroni di casa che acciuffano il pari solo al tramonto della prima frazione di gioco su rigore, e una seconda frazione anche in questo caso con la squadra in vantaggio e che non ha concretizzato alcune azioni per portarsi a distanza di sicurezza. Alla prossima si torna in casa: attenzione e grinta queste le armi a disposizione di mister Patanè

Rovereto vs Orange 3 - 2 (1-1 pt)

domenica 7 gennaio 2024

Le idi di gennaio: metafora di un nuovo inizio (Rubicone e non solo)

Due gli eventi che hanno contraddistinto la storia romana nel mese di gennaio, la congiura di Catalina del 62 e la relativa battaglia sulle colline dell’appenino pistoiese nel 62 a.c. e il passaggio del Rubicone appena 13 anni dopo nel 49. Nell’antichità darsi battaglia in un mese freddo non era consono, soprattutto per l’Antica Roma, ma quella che si stava affacciando era l’impero con cambiamenti repentini. Cicerone ci ha lasciato ampia documentazione sulla sua contrapposizione contro Catilina, il suo quo usque tandem abutere patientia nostra è stato uno dei mantra delle traduzioni al Liceo. La verità ciceroniana però non ha dato altrettanto eco alla voce degli sconfitti, anche perché, in quel periodo, se perdevi, la damnatio memoria, era la condanna definitiva. Cicerone poi che non ebbe altrettanta fortuna vent’anni dopo e permise ad Antonio di vendicarsi. Ma si sa le fortune sono effimere un giorno sugli altari e un giorno sulla polvere. Nel 49 invece Giulio Cesare, a cui venne intimato di tornare a Roma per riferire sulle sue posizioni ma di farlo senza disporre del proprio esercito che avrebbe dovuto aspettarlo sulla riva opposta del fiume, la XIII, attraversò con lui e la storia della repubblica cambiò per sempre (alea jacta est). Se vogliamo il passaggio del fiume può essere una sorta di metafora della vita, a volte bisogna osare, non aspettare, e attaccare quando si è pronti, detto e fatto a gennaio ha un sapore diverso e bene augurante

Contro la Capolista un Orange per nulla arrendevole

I ragazzini terribili di Patanè tornano dal Friuli con zero punti ma con la consapevolezza nel girone di ritorno di potersela giocare con tutti. Contro una squadra costruita per vincere il girone A di serie A2 e meritatamente in vetta hanno tenuto in scacco per più di un tempo la compagine friulana. Il vantaggio di Merlo da calcio d’angolo è stato difeso a lungo e all’intervallo il punteggio recitava un 3 a 2 che non faceva vedere tanta differenza tra le due squadre in campo. Nella ripresa poi l’allungo del Maccan che andava sul 5 a 2, risultato ritoccato da Ibra per il 5 a 3 finale con un gruppo a cui mancavano lo squalificato Scavino e due infortunati di peso come capitan Curallo e Vitellaro.  Dopo la fatica di sabato, ben 9 ore di viaggio tra andata e ritorno, diversi giocatori sono scesi nuovamente in campo oggi con l’Under 19 che ha portato a casa una vittoria in rimonta contro la CDM. Il girone d’andata finisce ma non la grinta fin dalla prossima partita in trasferta contro Rovereto all’andata sconfitta da Curallo e soci.  

il Copy


 

Mi ha lasciato perplesso un articolo che ho letto a proposito della causa intentata dal Golden Boy, al secolo Gianni Rivera, contro il Museo di San Siro per aver messo in vetrina alcuni gadget, presunti, dedicati alla vita del profeta rossonero. L’ex Abatino, o Gianni Lacrima, come lo chiamavano quelli del Toro, così mi aveva raccontato il ds Bonetto, lamenta il pagamento di royalties legate alle sue attività. La Cassazione ha emesso sentenza contraria e Rivera ha dichiarato di volersi appellare alla corte europea. Detto che di questo Museo a San Siro non l’ho mai visitato, estendendo la mia permanenza solo ed esclusivamente alle partite, se fanno vedere le glorie del passato, anche con cimeli del tempo che fu, che male c’è. Rivera appartiene al pantheon di un passato glorioso, perfino vaticinato da Abantuono in Eccezzziunale veramente, voler monetizzare il tutto mi sembra inglorioso per una stella della grandezza di Gianni Rivera, ma tant’è. Aveva un genio smisurato in campo, capace di vedere praterie dove gli altri vedevano un piccolo sentiero, fuori dal campo invece il carattere lo frenò e parecchio. Andare a San Siro ed entrare in contatto con la storia beh vale la pena e sentire il profumo di quelle storie calcistiche arricchisce non soltanto chi eventualmente monetizza gli ingressi ma anche chi ne fa parte.

 

Briganti la serie Netflix che si ispira alla storia del Brigantaggio meridionale

Pietro Fumel  Le fiction storiche da sempre mi attirano e su Netflix mi sono lasciato trascinare a guardare quella dedicata al brigantaggio ...