lunedì 31 maggio 2021

Coppa Under 19: Orange forza 13 e arriva fra le prime quattro squadre d'Italia


 E’ così i ragazzi di Patanè mettono in carniere la 13 vittoria di fila tra Coppa e Campionato. Un successo che matura piano piano nella partita e che Rivella e compagni portano fino in fondo per raggiungere un traguardo di tutto rilievo: tra le prime quattro compagini d’Italia. Un risultato di grande impatto e che li fa andare avanti pronti a combattere, di nuovo all’ora post pranzo alle 14 contro la forte compagine del Futsal Regalbuto che ha regolato un'altra compagine di tutto rispetto come Fenice Venezia Mestre. Ma chi arriva fino in fondo a tornei come quello della Divisione, in effetti, sono compagini forti e con molte personalità sportive da prendere con le molle. La partita contro l’Arzignano è stata intensa anche se è andata in discesa solo nella seconda frazione di gioco, ma contro il Regalbuto sarà tutt’altro match. Ora viene il bello, innanzitutto in un torneo corto in cui si gioca ogni 24 ore bisogna prima riposare, poi liberare la mente e concentrarsi per l’impegno successivo. I 40 minuti contro i siciliani, se condotti a buon ritmo e con tanto agonismo, possono schiudere le porte di una finale che sarebbe un bel premio per i giocatori che si allenano al PalaErrebi Sanquirico. Forza ragazzi continuiamo a combattere

domenica 30 maggio 2021

Forza ragazzi regalateci un sogno


12 vittorie consecutive tra Coppa e Campionato 113 reti segnate e solo 25 subite questo lo score che i ragazzi terribili di Patanè hanno raggranellato in questa stagione segnata come non mai dall’incertezza del Covid. Un bilancio di tutto rispetto che ha condotto Rivella e compagni alla settimana decisiva, quella che si sta aprendo, che inizia lunedì 31 maggio contro Arzignano e che potrebbe proseguire fino a mercoledì prossimo per poi chiudersi domenica prossima alle 11 in quel di Brandizzo contro L84 per entrare nel novero delle prime quattro squadre italiane a disputarsi il titolo. Una settimana tosta iniziata domenica nella lunga trasferta per arrivare al Palaroma dove i giochi verranno disputati. In questo momento, al di là delle frasi scaramantiche di rito, bisogna solo fare i complimenti ai ragazzi e allo staff tecnico per aver raggiunto questo traguardo consapevoli di dover lottare su ogni singolo contrasto, su ogni pallone e su ogni azione perché poi la differenza la faranno i dettagli e i centimetri per arrivare alla gloria. Lo stesso spirito che abbiamo visto in campo contro il Giorgione. Forza ragazzi regalateci un sogno.

venerdì 28 maggio 2021

Alea jacta est ......... usque tempus


Si sa le citazioni latine da sempre sono sinonimo di emozioni forti. I latini avevano il dono della sintesi e nel loro eloquio riuscivano con tre o quattro parole a sintetizzare un pensiero o anche a emettere un proclama. Se hanno dominato il mondo per qualche secolo ci sarà una ragione, una popolazione quella latina pragmatica organizzata e che sapeva imporsi cooptando anche le popolazioni confinanti. Di Cesare conosciamo tutto, la sua ascesa, la sua fortuna, il triumvirato, la conquista della Gallia e la guerra civile per il governo di Roma. Ora che un francese, seppure originario della Guyana francese, arrivi in Italia a giocare nello squadrone del Mediolanum (scusate non ho resistito al richiamo latino) e come prima frase posti sul suo profilo istagram Alea Jacta Est (il dado è tratto) proferita da Cesare nel varcare i confini italici per lottare contro Pompeo dopo aver sottomesso la Francia, non solo è ironica ma anche beffarda. 

Con questa frase si completa (si scherza ovviamente) la romanizzazione della Gallia, pardon Francia, e siamo sicuri a Vergingetorige, pardon Macron, non piacerà questo elemento, una beffa dopo quella perpetrata dai Maneskin all’Eurofestival. A meno che gli avi del portierone non fossero appartenenti alle popolazioni dei Bellovaci, Atrebati Ambiani, distanti dagli Edui, dai Senoni e dai Lingoni difensori di Alesia e quindi più propensi a schierarsi dalla parte dei forti romani. Forse la locuzione migliore potrebbe essere Maignan capta ferum victorem cepit, ma questo lo vedremo nel prossimo campionato sperando di alzare un Poculum e come dice qualche tifoso dalle parti di augusta taurinorum “usque tempus”

mercoledì 26 maggio 2021

All' ultimo assalto, all'ultimo secondo gli Orange si regalano i quarti di finale


All’ultimo assalto ormai le forze ti stanno abbandonando, non ne hai più e sei ormai rassegnato alla lotteria dei rigori, la palla ti carambola davanti e con l’ultima goccia di sudore ti butti davanti con la convinzione e l’incoscienza di toccarla quel tanto che basta per raggiungere il risultato. Questa deve essere stata per Scavino, capitano per una sera, la sensazione e la voglia che ha regalato ai compagni un quarto di finale tutto piemontese per gli under 19 del futsal italiano.  Una partita infinita durata 50 minuti effettivi in cui gli Orange hanno cercato in tutti i modi di superare l’arcigna difesa del Giorgione contando sulla stazza fisica di ragazzi difficili da superare. Senza Rivella appiedato dall’espulsione rimediata a Lecco; tocca a Morando, Francalanci, Del Bianco, Ghobrani e Scavino scendere in campo come quintetto iniziale. Fin da subito i ragazzi di Patanè spingono sull’acceleratore ma il Giorgione fa buona guardia, Ghobrani colpisce un legno a portiere battuto e tocca poi a Scavino scaldare le mani di Bernardi che complice il palo devia in angolo. Una supremazia continua per i padroni di casa che colpiscono il terzo legno, sempre con Ghobrani sulla sirena del primo tempo. Ripresa con i veneti che impegnano di più Morando che compie un paio di parate soprattutto all’inizio ma poi cercano il gioco di rimessa mentre Scavino e compagni impegnano severamente la difesa biancorossa. Scavino poi su punizione trova il sette ma un avversario si immola per salvare la rete. Al 40 ancora reti inviolate. 

La stanchezza inizia a farsi sentire eppure nel primo tempo supplementare è un monologo degli Orange con Ghobrani che segna un secondo dopo la sirena del termine del primo tempo. Ultimi 5 minuti al cardiopalma, contano i nervi più che le gambe ma Del Bianco è una furia si avventa su ogni pallone e sull’ultimo assalto a 6 secondi dalla fine cede un pallone d’oro a centro area su cui si avventa Scavino. E’ la rete della liberazione, mucchio selvaggio in panchina con i giocatori del Giorgione che crollano sul filo di lana. Non c’è più spazio per nulla e al fischio finale i giocatori di casa possono rilassarsi e pensare alla prossima trasferta che determinerà chi vincerà la Coppa Italia una tre giorni molto intensa e sarà un’altra squadra veneta a tenere a battesimo Rivella e compagni. Forza Orange

mercoledì 19 maggio 2021

Immenso Orange under 19 per l'ottava volta in dieci anni alle Final Eight di Coppa Italia


 

Partiamo dalla fine i ragazzi di Patanè raggiungono per l’ottava volta la fase finale della Coppa Italia negli ultimi dieci anni (a partire dal 2011), un vero e proprio successo della scuola e della filosofia Orange che ha sempre lavorato bene con il proprio settore giovanile in grado di sfornare ottimi prospetti ogni anno e tutti astigiani. Il successo esterno rotondo per 6 a 1 maturato a Lecco contro una squadra che aveva vinto il proprio girone inanellando 11 successi su 12 incontri la dice lunga sulla qualità della squadra capitanata da Rivella. La partita si mette subito bene grazie a un eurogoal di Scavino che la sblocca ci pensano poi Francalanci e Ghobrani a indirizzarla e a chiudere il primo tempo. Ma anche nella ripresa non cambia la musica, una sfortunata autorete sembra riaprirla ma ci pensano Del Bianco e Rivella a chiuderla definitivamente. Ora i 16mi di campionato sempre contro il Lecco e sempre in trasferta ma questa sarà un'altra partita. Ma per il momento godiamoci le Final Eight

 

Lecco vs Orange 1 – 6 (p.t. 0 - 3)

 

Marcatori: Scavino, Ghobrani, Francalanci 2 Del Bianco, Rivella

domenica 16 maggio 2021

Boa Viagem Paulo Zapparoli ...... tristeza infinita


In questo anno maledetto per una pandemia che ha tagliato relazioni e prospettive e che ha relegato i contatti spesso alla sola rete, ci sono notizie che sconvolgono e lutti che lasciano il segno. Ricordare amici, parenti e conoscenti che hanno intrapreso un viaggio diverso diventa quasi un elemento catartico volto proprio a ricordare chi ci ha lasciato e a tramandare al futuro i geni di un rapporto sicuramente privato, lontano nel tempo, ma molto intenso. Parlo di famiglia, di contatti con una generazione di coetanei, frutto di una tradizione famigliare mantovana, di storie di emigrazione, ma storie di fortuna, di viaggi, di contatti di umanità e di fratellanza. Penso a Paulo Zapparoli figlio di cugine, che trasporta nel Dna i geni di una tradizione agricola, gastronomica, forte, legami che non si spezzano, ma che, anzi, con migliaia di chilometri di lontananza si rafforzano. E così tornano alle mente non storie ma il vissuto, la storia di due ragazzi Paulo e Marco che ho imparato a conoscere e ad apprezzare, soprattutto sul loro peregrinare in gioventù in Europa. Paulo era una persona di relazioni, un politico e che ha dedicato tanta parte della sua vita, ai contatti alle relazioni internazionali, magari qualche volta non si era d’accordo su alcuni temi, ma la discussione, mi ricordo, non mancava. Era una persona che aveva attaccamento per le sue origini e per la sua terra e non mancava di fare sentire la sua presenza sulla tua attività, quante volte si è fatto sentire così. Il Brasile o meglio San Paolo l’ho sempre considerato come una seconda patria, proprio per la vicinanza di Paulo e Marco, quante volte si è fantasticato di un viaggio in sudamerica a rimembrare di tempi passati e ora sentire dalla voce di Marco la ferale notizia della sua dipartita, mi ha rattristato parecchio. Boa Viagem Paulo, ponte tra la vecchia Carbonara e il nuovo mondo 


 

Comunque vada a finire sarà un'impresa


 

Il tifoso di calcio è molto volubile, persino troppo, scaramantico quando serve, depresso il giusto quando pareggia e incontenibile quando vince. Gli umori cambiano così velocemente che non si fa in tempo a passare da uno stato all’altro, l’aspetto più deleterio è non guardare mai in modo distaccato l’aspetto sportivo, analizzando pro e contro, non solo di ogni singolo incontro ma anche della stagione stessa. Il guaio è che lo stesso tipo di analisi permea anche la classe giornalistica, che, perennemente alla ricerca di like, visualizzazioni e attenzione scrive alla ricerca di consenso ma mai in modo analitico. Parlando della mia squadra: ovviamente il Milan, sorrido, anche se questa sera un po’ amaramente, considerando che in otto giorni abbiamo messo in carniere sette punti frutto di due vittorie maturate a Torino e un pareggio interno contro una squadra compatta come il Cagliari di Semplici che nelle ultime sette partite ha viaggiato a una media europea. Le analisi vanno fatte in modo semplice analizzando e guardando dati e strisce calcistiche e non in base agli umori della folla che pretendeva, a torto, una vittima sacrificale. Per cui non eravamo forti prima non siamo pirla ora. L’obiettivo finale è sempre stato un quarto posto con una rosa decisamente inferiore, soprattutto per esperienza e qualità, rispetto a Inter, Juve, Roma, Napoli e Lazio mentre l’Atalanta merita un distinguo perchè è un collettivo che ormai gioca a memoria.  Ora abbiamo giocato un 2020 a tutta birra, abbiamo avuto pressione per giocare senza stop per puntare all’Europa League e abbiamo pagato, dal punto di vista fisico e anche mentale un impegno prolungato. Una squadra che ha giustamente puntato sui giovani per costruirsi un futuro e che ha bisogno di una punta centrale forte (Scamacca, Shoumodorov, Colombo, Icardi) di un buon rincalco a centrocampo e di far crescere giovani talenti con più spazio magari a gente come Hague e Tonali. Bisogna guardare a un futuro lontano e le basi ci sono tutte. Per cui se domenica prossima saremo nell’Europa che conta bene, altrimenti sarà un altro tassello di crescita perché poi è più bello vincere   


Orange al passo di carica in coppa contro il San Carlo Sport. Agli Ottavi sfida al Lecco


 

Si riprende la post season per l’Under 19 e nei sedicesimi di finale della Coppa Nazionale gli uomini di Patanè sono contrapposti alla San Carlo in uno scontro tutto da decifrare. Rivella e compagni partono fortissimo e in un solo minuto costruiscono tre nitide occasioni davanti alla porta dei lombardi. Il primo tempo è tutto un fiorire di occasioni in cui la difesa degli ospiti ha la meglio, fino a quando in una ventina di secondi il fuoco di fila degli Orange, che timbra anche un palo a portiere battuto, mette Montauro nelle condizioni ideali per battere a rete sbloccando il risultato. Il tempo scorre con i padroni di casa che costringono sulla difensiva i lombardi e al fischio dell’intervallo l’impressione è che il risultato stia persino troppo stretto. Pronti e via nella ripresa e la difesa degli ospiti regala letteralmente una palla che Ghobrani non si lascia sfuggire per il 2 a 0 che indirizza il match. Aumenta l’aggressività degli Orange e Rivella impatta la terza rete, la successiva protesta dei giocatori lombardi porta a un’espulsione che toglie energie agli ospiti. La partita è ormai incanalata e le reti di Del Bianco (che magia la sua) Scavino e Cigliuti sigillano il match sul 6 a 0. Soddisfazione in casa Orange, ma ora, per proseguire, bisogna battere il Lecco sia in Coppa che in campionato e non sarà facile anche perché si gioca in entrambi i casi in trasferta, con quella di oggi però sono ben nove le vittorie consecutive per gli uomini di Patanè   

Orange vs SC sport 6 – 0 (1-0 pt)

Marcatori: Montauro, Ghobrani, Rivella, Scavino, Del Bianco, Cigliuti

venerdì 7 maggio 2021

L'ultima commedia di Woody Allen, una partita a scacchi a lieto fine ?


Sarà l’epilogo come scrivevano in qualche recensione? La speranza è ovviamente negativa, ma l’ultimo Woody Allen, probabilmente autobiografico che si interroga sul significato della vita, in questo caso un deja vou, è molto più di una commedia a tinte psicologiche; è un calembour di situazioni che si intrecciano avendo come base il rapporto tra persone. L’omaggio al cinema europeo sempre presente nel comico newyorchese qui raggiunge vette altissime e non solo per le dotte citazioni di Fellini e Bergman, ma per il continuo uso di un bianco e nero che analizza il passato del protagonista. La cornice splendida di San Sebastian poi rende la trama particolarmente godibile così come la fotografia. Una comicità tutta impostata su dotte citazioni e battute fulminanti, come la gag in cui un regista lascivo dice a una starlettina in minigonna che sarebbe perfetta per interpretare Hannah Arendt nel suo prossimo film sui processi di Eichmann. Altre sono riciclate, ma hanno un peso specifico determinante nella comprensione della commedia. La partita a scacchi con la morte è vinta dal protagonista che costringe Cristoph Waltz a un rapido dietrofront non prima di aver consigliato all’altra giocatore tutta una serie di analisi mediche per non incontrarlo al più presto. Insomma sembra proprio una sorta di agiografia il cui motto sembra una sorta di assoluzione personale pronto a godersi la parte finale della propria esistenza. Emblematica la chiusura del film con il protagonista che si rivolge al suo interlocutore chiedendo se ha ben compreso il tutto; il silenzio dello stesso è una sorta di messaggio che il regista lancia allo spettatore e che apre le porte, volendo, a una nuova avventura.  

martedì 4 maggio 2021

Hic cineres, ubique nomen. Qui son le ceneri, dappertutto è il nome

Deriso, sbeffeggiato, sconfitto, ma mai domo, il piccolo generale Corso di cui ricorre il bicentenario della morte oggi (5 maggio 2021) ha attraversato la storia come uno tsunami, portando l’umanità fuori dalle secche dell’Ancien Regime all’Europa Moderna. Piaccia o non piaccia con lui, che è stato in grado di sconvolgere la storia continentale, siamo passati da un Europa oligarchica a una differente percorsa da fremiti nazionali, con popoli pronti ad autodeterminarsi e ad affrancarsi. Visionario, sicuramente eccentrico e valente stratega militare ha tenuto testa per quindici anni a coalizioni, eserciti, potenti sovrani ed era follemente amato dai suoi sostenitori. Errori sicuramente ne ha fatti, e non solo in battaglia. Le sue idee non sono scomparse con lui, anzi ha generato i semi di un nuovo mondo contro cui combattevano statisti potenti come Metternich, pronti a imporre uno status quo che non sarebbe durato certo a lungo. “Non si conduce un popolo che mostrandogli un avvenire: un condottiero è un mercante di speranza” questo il suo testamento politico, che i suoi nemici cercarono di arrestare in quell’isoletta in mezzo all’oceano che risponde al nome di Sant’ Elena, ma il suo genio e le sue imprese erano ormai impressi nelle menti di coloro che avevano creduto al suo verbo e l’omaggio di Manzoni rende più di chiunque altro la grandezza della persona

 

Ei fu. Siccome immobile,
Dato il mortal sospiro,
Stette la spoglia immemore
Orba di tanto spiro,
Così percossa, attonita
La terra al nunzio sta,

Muta pensando all’ultima
Ora dell’uom fatale;
Nè sa quando una simile
Orma di piè mortale
La sua cruenta polvere
A calpestar verrà.

 

lunedì 3 maggio 2021

Should I Stay or Should I go


foto calcioenews24

Nella settimana in cui tutto deve essere silenziato, la grancassa del portiere e del suo fido scherano riempiono le pagine di siti e giornali. Donnarumma resterà o meno al Milan o andrà all’eterna nemica, dopo che in quello stadio proferì la famosa frase “sempre loro” dopo un rigore generoso a fine partita. Le cronache, sempre che non sia atte alla destabilizzazione della coscienza prima del big match, dicono che la società di Venaria sarebbe disposta a investire 10 milioni netti all’anno al portiere, e quale premio al mediatore, al secolo Raiola, 20 milioni più tre al padre del portiere. Non c’è che dire una discreta valanga di dollaroni che farebbero gola a chiunque, ma qui entra in scena ben altro e cambio il pronome rivolgendomi in prima persona al portierone. “Caro Gigio, Hai sempre detto di amare quella maglia, che non sono problemi di soldi (e se rimani sarebbero 8 netti comunque non certo briciole), hai la fascia di capitano al braccio. E allora perché aspetti a dire quello che tutti vogliono sentirsi dire: rimango qui!! La differenza la fa la Champions, giocare nel palco europeo fa questa differenza?? La storia di una società è fatta da persone: che dire di Franco Baresi che arriva in prima squadra e vince la stella, e poi deve subire due retrocessioni, ma si prende la sua rivincita anni dopo, o Mauro Tassotti, stessa strada, o Paolo Maldini e Massimo Ambrosini. Tutti loro hanno avuto alti e bassi ma sono stati artefici della loro fortuna nella stessa squadra per cui hanno sempre provato un amore incondizionato. Questo tentennare, come dice giustamente Franco Ordine, non ti farà entrare nei cuori del tifo milanista, da sempre molto vicino ai propri campioni, e sempre stando alle cronache te lo hanno detto in faccia. Per cui gioca queste ultime partite facendo vedere i tuoi talenti ma poi decidi in fretta e ricordati che stai lasciando una strada che potresti poi rimpiangere, perché noi quando andiamo in Europa di solito portiamo a casa il risultato 

 

Briganti la serie Netflix che si ispira alla storia del Brigantaggio meridionale

Pietro Fumel  Le fiction storiche da sempre mi attirano e su Netflix mi sono lasciato trascinare a guardare quella dedicata al brigantaggio ...