giovedì 30 dicembre 2021

Emanuele Filiberto l'eroe di San Quintino


Emanuele Filiberto di Savoia il generale nipote di Carlo V di Spagna, l’imperatore del regno su cui non tramontava mai il sole, il generale che sconfisse a capo degli spagnoli la Francia a San Quintino nelle Fiandre, riorganizzando l’esercito e imponendo una ferrea disciplina e la cui statua si trova in Piazza San Carlo a Torino è senza ombra di dubbio uno dei padri della patria. Con l’esperienza maturata in guerra era convinto che lo stato sabaudo per poter durare dovesse avere un esercito forte e deciso che fosse supportato da una solida struttura finanziaria L'aumento della gabella del sale, l'introduzione delle gabelle sui consumi del vino e carne oltre a quelle sul commercio d'esportazione e di transito fecero crescere notevolmente il gettito delle imposte, dando al duca le risorse necessarie per le sue riforme. In pochi anni la tesoreria generale del Piemonte, grazie anche all'oculata gestione del duca, poté vantare un saldo attivo che andava a incrementare una riserva monetaria notevole. Emanuele Filiberto cercò con ogni mezzo di ridare impulso all'economia del ducato, prostrato dalle devastazioni e dalle occupazioni straniere: favorì lo sviluppo della canalizzazione, incoraggiò l'immigrazione di artigiani e coloni, abolì la servitù della gleba (editto di Rivoli) I risultati della politica statale di Emanuele furono parziali, ma diedero al duca le risorse necessarie per la costituzione di un piccolo esercito basato sulle milizie provinciali, e non più sulle leve feudali o sulle truppe mercenarie. Da segnalare anche la presenza di una flottiglia sabauda nella battaglia di Lepanto sotto il comando di Andrea Provana di Leinì, un destino quello di sconfiggere gli ottomani un secolo dopo sarà il turno di Eugenio di Savoia


mercoledì 29 dicembre 2021

Un popolo senza storia è come il vento sull’erba dove cresce il bufalo” 29 dicembre 1890

Seppellite il mio cuore a Wounded Knee credo sia stato uno dei primi letti durante l’infanzia e non c’entra la passione per la storia quanto la voglia di scoprire tutto quello che si poteva su un popolo sull’onda dei film di john houston da ombre rosse a sentieri selvaggi che avevano contribuito a popolare i miei pomeriggi e sere. Il mondo dei pellerossa era di fatto la nostra infanzia, l’eterna lotta tra il bene (quasi sempre i bianchi) e il male (i selvaggi). Un libro come quello di Dee Brown invece portava alla luce una cultura diversa e apriva a un mondo in cui spesso e volentieri i pellerossa erano le vittime e non i carnefici. Col tempo poi le valutazioni sono decisamente cambiate e altri film come Balla coi Lupi hanno messo in luce il carattere di queste popolazioni, di fatto costretto a fuggire dall’ingordigia di territori di una nuova nazione che stava crescendo a dismisura. Custer e Little Big Horn nel 1876 hanno rappresentato l’apoteosi della nazione indiana ma di fatto ne ha decretato la fine e il 29 dicembre 1890 con il massacro compiuto dal settimo cavalleggeri (guarda caso la nemesi della storia) si è chiusa per sempre l’epopea dei nativi americani e come recita un proverbio sioux “Un popolo senza storia è come il vento sull’erba dove cresce il bufalo”

domenica 26 dicembre 2021

La sostenibile leggerezza di Gianpiero Perone


 In un periodo estremamente difficile, condito da questa pandemia che sembra proprio avere l’intenzione di non lasciarci, sarà affezionata a noi chi lo sa. Ridere, stemperare, fare battute o anche solo parlare di alcuni temi risulta decisamente un modo per buttarsi tutto alle spalle e per passare dei momenti rilassanti in cui staccare dalla quotidianità di green pass e positività o negatività che dir si voglia. Ecco perché consiglio il Q77, un locale della zona centrale torinese che è assurto alla cronaca grazie all’idea di Gianpiero Perone che, coadiuvato da amici di lungo corso, e da giovani autori comici, rilancia il palco e il teatro sotto forma sia comica che anche di informazione. Si chiamano Entertaiment talk e sono momenti di condivisione di performance a volte comiche, a volte meno, ma tutte legate a un fil rouge comunicativo lieve e divertente che fanno trascorrere quasi due ore in allegria e soprattutto in compagnia. Lo spazio non è grandissimo, ma è proprio questo anche uno dei motivi del successo di una formula un po’ nuova di compartecipazione del pubblico che può godere della presenza scenica tra improvvisazioni e sketch di sicuro impatto. Perone lo abbiamo visto performare diversi personaggi da Ciau Bale a Colorado fino a Ecceziunale Veramente sulla 7. Sa tenere il palco come pochi con una mimica facciale da gran cerimoniere, ma non disdegnate anche Marco Guarena e Massimo Pica, battute fulminanti e tormentoni da affliggere. Insomma provatelo e non ne potrete più fare a meno  

lunedì 20 dicembre 2021

20 dicembre 1942, ultimi pensieri da Vescenskaja


 E’ quasi l’alba, questa notte non si riesce a dormire, è non è per colpa del Natale che si avvicina e che non trascorreremo a casa con la famiglia, ma perché questa guerra ci ha trascinato via a 1000 e piu chilometri da casa e l’immagine della cascina che ti ha visto crescere è sempre più lontana. Il freddo è pungente e non basta l’alcool e mitigarne l’effetto, il gelo ti penetra nelle ossa e l’attesa dell’attacco dei russi, da qualche giorno imminente, ti tiene col fiato in gola. In guerra le notizie corrono veloci, il fronte a Sud è fermo, anzi, i tedeschi stanno facendo una fatica terribile ad avere ragione dei difensori della città di Stalingrado, e poi il mese scorso i rumeni sul fianco destro sono stati travolti. Le voci circolano il disastro sembra dietro l’angolo ma perché sono venuto qui, in questa landa desolata e d’inverno dimenticata da Dio, mi mancano i miei fratelli, mi manca il piccolo Adriano, mi manca Ponderano, ora mi sembra un posto bellissimo, un paradiso in terra, vorrei andare a lavorare al Mulino dal Renzo, sarei a pochi passi da casa, dalla Belaria, sento nelle narici il profumo del pane appena sfornato dal panettiere del paese. E mentre tutto questo mi passa nelle mente vedo dei bagliori, lontani sembrano dei lampi ma sono troppo geometrici per essere veri; è un attimo i razzi katiuscia cominciano a cadere vicino, sul comando, sulle batterie, su un pagliaio, tutti cercano riparo, c’è chi prega, chi cerca le cartucce, chi s’accuccia sperando nella fortuna di non essere colpito. E io corro verso la stazione, luogo di raccolta del plotone, mi metto a tracolla il fucile, stringo il cappotto d’ordinanza e cerco di trovare una via d’uscita da questo inferno, uno scoppio a due metri di distanza fa fare delle capriole innaturali a tre soldati, solo uno si alza, glia altri due rimangono immobili, è l’immagine della morte del distacco, dell’ultimo viaggio, non succederà anche e me. Corro corro e mi butto dentro un vagone in cui hanno trovato posto i commilitoni, sento il sibilo di un proiettile che si conficca nel legno del vagone, è un attimo, un sussulto prima dello scoppio che ci ucciderà ed è tutto finito, qui, a più di 3000 km da casa, a Vescenskaja   

sabato 18 dicembre 2021

Prova di carattere dell'Orange contro la capolista; per la Domus prima sconfitta


 

La partita perfetta quella che ha disegnato Mr Patanè al Palabrumar contro la Domus Bresso. Un avvio fulminante e poi il controllo della partita nonostante il ritorno dei lombardi che hanno cercato di mettere in apprensione la difesa di Tropiano. Bresso paga dazio e perde i primi punti in questo campionato dopo nove vittorie consecutive ma mantiene la testa della classifica con un buon vantaggio sugli Orange. Una vittoria però che fa morale per Celentano e compagni e che conferma l’imbattibilità casalinga degli astigiani, senza ostacoli sul parquet di casa. La partita si mette subito bene il pressing è alto e Rivella è decisamente indemoniato con giocate sopraffine e tocchi di classe di alta scuola, la seconda rete è una vera e propria perla del futsal. Ma è la squadra che gira bene, attenta in difesa, costante nel pressing e determinata in attacco; gli ospiti ci mettono un bel po’ prima di mettere il naso fuori dall’area, anche se nella seconda parte del primo tempo aumentano i giri del motore e impensieriscono un attento Tropiano. Molto più aggressiva la squadra di Battaia nella ripresa, il pressing si fa asfissiante e su alcune ripartenze Sasso, Mora e Moya con un Morimoto pronto a fare da centro boa i lombardi vanno spesso al tiro centrando anche un palo. Proprio Morimoto buca la difesa Orange e dimezza lo svantaggio, c’è anche spazio per una rete annullata a Battaia colpevole di un fallo commesso ai danni del difensore che lo contrastava. Ma poi la Domus si spegne incalzata dalle giocate di un suntuoso Vitellaro che insieme a Celentano e Curallo fa diga in difesa ed è pronto a ripartenze fulminee. Ibra, Scavino e Cannella mettono in seria difficoltà la difesa lombarda con folate offensive al fulmicotone su una di queste Cannella difende un pallone slalomeggia e poi infila l’incolpevole portiere ospite. Mendes mette il sigillo con una bordata al volo su assist di Vitellaro da calcio d’angolo. Negli ultimi cinque minuti Privitera diventa portiere di movimento ma Tropiano, con un paio di bei interventi plastici nega la gioia della rete alla Domus. Finisce in gloria con il pubblico che tributa una standing ovation alla squadra, quella contro la capolista è stata una bella prova di carattere.

Orange Asti vs Domus Bresso 4 – 1 (2-0 pt)

Marcatori: 2 Rivella (o) 1 Mendes (o) Cannella (o) Morimoto (D)

venerdì 17 dicembre 2021

Cadorna vs Strada

E’ l’ultima querelle che sta diventando di pubblico dominio; la cancellazione di un nome a favore di un altro nell’intitolazione di un plesso scolastico; si tratta di due personaggi che hanno fatto, piaccia o meno, la storia. Due epoche diverse, due realtà differenti, due personalità distinte ma anche due contesti assolutamente non parificabili. Metterli in contrapposizione è assolutamente fuori luogo, uno rappresentava una classe militare d’antan tesa a raggiungere un obiettivo, quello dell’unità d’Italia con schemi e situazioni militari ottocenteschi, l’altro un medico fondatore di onlus che ha lavorato nei peggiori teatri di conflitti in giro per il mondo salvando vite. Credo senza tema di essere smentito che non basta un nome su un muro per definire la bontà della scuola o della sua istruzione, ma quello che dentro quelle mura viene insegnato e tramandato. E tra gli insegnamenti deve esserci quello di tramandare una corretta informazione sul nostro passato. La scuola purtroppo ha spesso toppato quando ha dovuto far studiare, o meglio comprendere il nostro passato; spesso ha trattato la storia come un nozionismo sfrenato e non come la trattazione di tema attuali e comparabili. Cadorna non è stato forse il migliore dei generali possibili ma ha retto il fronte per tre anni mentre sugli altri teatri di guerra i capi di stato maggiore venivano alternati con una frequenza innaturale; ha pagato l’inettitudine di alcuni comandi (Badoglio, Cannoniere ecc) dopo il disastro di Caporetto ed era figlio del suo tempo. Vero è che con l’entrata in guerra e con il sacrificio di oltre 600 mila uomini siamo arrivati a quell’unità nazionale a cui anelava ben 600 anni prima il sommo poeta e se siamo italiani lo dobbiamo anche a lui e a suo padre Raffaele che con l’ingresso a Porta Pia fece entrare Roma nel regno d’Italia (certo fu anche il repressore dei moti sul macinato). Ecco loro sono stati i padri di quella patria che hanno visto anche nascere e crescere persone come Gino Strada, ecco ricordare entrambi è corretto e preservare la loro memoria è giusto e importante ma contrapporli è assolutamente ridicolo   

giovedì 16 dicembre 2021

il fedelmaresciallo Boroevic, il leone dell'isonzo contro gli italiani


I balcani da sempre sono stati un settore in cui i conflitti sono stati esasperati, le guerre succedute nel corso di secoli hanno messo in contrapposizioni etnie differenti che si sono guardate in malo modo e spesso si sono affrontate con una ferocia senza pari: albanesi, croati, serbi, bulgari, turchi bosniaci si sono affrontati all’ultimo sangue. Non sono mancati i massacri e le stragi da una parte e dall’altra. La rivolta d’aprile della bulgaria che poi diede il via alla guerra russo turca del 1877/78 e relativo assedio di Plevna e cosi via. Se guardiamo alla prima guerra mondiale fa poi specie, ma lo avevamo già sottolineato, come il gran capo generale che spezzò i sogni di gloria di Cadorna sul Carso si chiamasse Boroevic Svetozar un serbo croato come di quell’etnia era i molteplici soldati dell’esercito austro ungarico che calcavano le trincee isontine.  La sua tattica difensiva provocò molte perdite agli italiani e bloccò l’offensiva sul Monte Hermada impedendo di fatto agli italiani di raggiungere Trieste. E che fosse un difensivista più che un attaccante lo si percepì nella battaglia del solstizio dove le sue truppe subirono la sconfitta sul Piave così come a Vittorio Veneto in cui incalzato dagli italiani e subendo anche la diserzione in massa degli ungheresi dopo la battaglia fu costretto ad alzare bandiera bianca. Un tenace e fiero oppositore alle truppe italiane : combattendo per l’austria ho difeso i croati contro gli italiani soleva dire e questo la dice lunga anche sui rapporti futuri tra le due popolazioni  


 

sabato 11 dicembre 2021

Venti di passione per gli Orange corsari in trasferta a Nizza (1 -3)


Gli Orange tornano dalla trasferta di Nizza portandosi in dote la prima vittoria esterna della stagione che vale il secondo posto in classifica e l’arrivo a quota venti. Una prova di maturità dei ragazzi di Patanè a fronte di una squadra che non aveva mai perso in casa in questa stagione e autrice di strepitosi recuperi come nell’ultima di campionato giocata in casa contro Bergamo. Gli Orange hanno impostato una gara saggia che è stata indirizzata da capitan Celentano fin dall’inizio e hanno avuto il merito di sfruttare un errore in ripartenza del Nizza sfruttato da Ibra per un due a zero all’intervallo carico di promesse finali per gli ospiti. Nella ripresa il Nizza ha alzato il baricentro del gioco ma la difesa astigiana ha fatto buona guardia e Tropiano si è sempre fatto trovare pronto sulle bordate di Modica. Di Ciommo poi ha sfruttato il suo ruolo di portiere di movimento e il Nizza a poco più di quattro minuti dalla fine è riuscito a dimezzare lo svantaggio. Questa volta però gli Orange sono stati attenti in difesa e in una ripartenza Scavino ha bucato l’incolpevole Di Ciommo a pochi secondi dalla fine per il 3 a 1 definitivo che ha dato la vittoria agli uomini di Patanè. Una prova di sostanza per gli Orange in cui il collettivo è stato perfetto. Ora tra otto giorni la riprova contro la Domus che quest’anno non ha mai concesso un punto agli avversari. Sarà sicuramente una bella partita e sarebbe bello ritrovare le gradinate del Palabrumar piene di tifosi orange.

lunedì 6 dicembre 2021

7.55 del 7 dicembre 1941 - tora tora tora


Se c’è una cosa che mi ha sempre affascinato nella storia è immedesimarsi nel chi l’ha vissuta in prima persona che era li presente in un evento diventato unico e così mi immagino quello che succedeva esattamente 80 anni fa il 6 dicembre 1941, e se le strade per Mosca brulicavano di mezzi corazzati tedeschi che non riuscivano a fare passi in avanti, i venti grado sottozero inceppavano i fucili dei soldati e i battaglioni asiatici di Stalin combattevano con gli sci ai piedi, mentre in Africa era già tramontato l’impero del Duce, soprattutto dopo la resa dell’Amba Alagi. Vi erano ancora due generazioni di giovani che non conoscevano il sibilo delle pallottole e vivevano il sabato sera come una normale routine: sto parlando di giapponesi e americani. I giapponesi imbarcati sulla flotta che veleggiava verso le Hawaii in silenzio radar pensavano all’indomani come a un grande e grandioso evento che avrebbe cambiato, e così fu, le sorti del mondo intero; e per loro avrebbe voluto dire fama, notorietà e potenza. Il giovane americano quello di stanza a Pearl Harbour, ignaro di quello che avrebbe vissuto il giorno dopo, cercava di sbarcare il lunario in una base che credeva sicura e con i fuochi della guerra lontana che non avrebbe mai toccato il suolo americano. Chissà quali pensieri, quali sensazioni, quali speranze, quali prospettive, l’immaginario di popoli diversi e di ragazzi che si affacciavano alla vita e che sarebbero diventati maledettamente adulti nei 45 mesi successivi. Alle 7.55 del 7 dicembre 1941 risuonò potente nell’aria non solo il sibilo delle bombe giapponesi nel porto mentre si andavano a schiantare sulle corrazzate statunitensi ma anche l’urlo di generazioni di ragazzi che sarebbero state immolate sull’altare della guerra. Il Giappone svegliò il gigante dormiente e il mondo non fu più lo stesso.

sabato 4 dicembre 2021

Quinta vittoria di fila in casa per Orange Futsal Asti: doppio Rivella e Cannella e sigillo di Mendes


 

5 partite giocate al Palabrumar, 5 vittorie convincenti condite da 25 reti fatte e solo due subite. In casa Celentano e compagni sono una sentenza non c’è spazio per gli avversari, un ruolino di tutto rispetto a cui fa da contraltare il rendimento in trasferta, sicuramente da migliorare. Una partita quella contro Bergamo impostata all’attacco sempre e comunque e con un pressing asfissiante tutto campo anche quando per larghi tratti l’allenatore lombardo ha fatto intervenire il portiere di movimento. La partita la sblocca Rivella particolarmente ispirato oggi che ha messo a sedere mezza difesa avversaria e ha infilato di giustezza, suo anche il raddoppio, mentre il terzo sigillo nel primo tempo è merito di Mendes. Suntuoso anche il rendimento di Cannella a cui per ben due volte il palo ha negato la gioia della rete. Segnature per il buon Gioele che poi sono arrivate nella ripresa, dopo un dribbling la prima, con un pregevole lob dalla propria area nella seconda occasione. A quattro minuti dalla fine poi il Bergamo ha accorciato le distanze su un rimpallo. Esordio casalingo per il portiere Solaro che ha preso il posto di Tropiano e che si è distinto in un paio di interventi, buone anche le prove di Del Bianco e Vitellaro ma è stato un gioco corale che ha permesso alla truppa di Patanè di regolare gli ospiti e di conquistare la seconda posizione in classifica alle spalle di una Domus che non ha ancora commesso passi falsi. Ora la trasferta a Nizza la prossima settimana

 

Orange Asti vs Bergamo 5 – 1 ( 3 – 0)

Marcatori: 

Primo tempo 3.38 Rivella (O ) 9’29 Rivella (o) 11’21” Mendes (o)

Secondo Tempo 6’37” Cannella (o) 13’39 Cannella (o) 16’05” 7 Bergamo 

Briganti la serie Netflix che si ispira alla storia del Brigantaggio meridionale

Pietro Fumel  Le fiction storiche da sempre mi attirano e su Netflix mi sono lasciato trascinare a guardare quella dedicata al brigantaggio ...