mercoledì 27 settembre 2017

25 anni di Donne nel Turismo: traguardo e nuovi obiettivi


Nella splendida cornice del Turin Palace Hotel di via Sacchi si è svolta la celebrazione dei 25 anni dell’Associazione Nazionale Donne nel Turismo. E’ stata questa l’occasione per confermare l’attività di un gruppo di donne, pioniere nel mondo del turismo nazionale, che hanno avuto la lungimiranza di scommettere su un settore in un momento in cui non era certo facile (nascita nel 1992 legate all’organizzazione internazionale IFWTO). Le persone sono più importanti delle destinazioni, questo il motto che ha contraddistinto l’operatività e la rete delle donne nel turismo e che è risuonata ancora una volta forte e chiara nell’incontro celebrativo del Turin Palace. Una voce condivisa e sostenuta anche dalla presenza di autorità competenti che da sempre sono state al fianco dell’associazione (Ascom Confcommercio, Regione Piemonte, Federalberghi, Turismo Torino, Camera di Commercio, Unione Italiana Consumatori, sezione del Piemonte). Le istituzioni hanno così riconosciuto il ruolo e la proposta dell’Associazione guidata da Caterina Fioritti (Presidente Nazionale dal 2001) e che si avvale del supporto di Luisella Morandi (Governatrice del Piemonte dal 2000 e di Mariangela Minio (tesoriera nazionale).
 
Proprio per dare peso e lustro al lavoro in questo delicato settore l’Associazione ha voluto celebrare e ricordare, assegnando due premi a chi ha lavorato e lavora con il gruppo. Il primo a Paola Casagrande, funzionario della Regione Piemonte, è andato il riconoscimento dedicato a Cristina Ambrosini, mentre allo storico funzionario del Comune di Torino, Davide Bogliacino, il riconoscimento Fulvio Rogolino. Premi che tengono fede al motto: le persone sono più importanti delle destinazioni. Una citazione va naturalmente a Mediolanum (Olivia Mondello) che ha creduto e sostenuto questa iniziativa, ad Axea di Giovanna Possio e all’Associazione Torino in Europa (Carmelina Novembre) per la concreta e fattiva collaborazione. Appuntamento ora alle prossime iniziative.

lunedì 25 settembre 2017

1066: la lotta per lo Stamford Bridge


Ho sempre pensato che lo Stamford Bridge fosse solo ed esclusivamente lo stadio del Chelsea là dove Magic Box Zola ha deliziato la platea della Perfida Albione e dove uno stuolo di italici pedatori ha trovato le proprie fortune, poi a forza di scavare nei ricordi e nella storia alla fine scopri che qualche settimana prima di Hastings nel 1066, proprio li ebbe luogo un fatto epico,  lo storico scontro tra Anglosassoni e Vichinghi con la vittoria dei nativi condotti da re Harald che dopo una lotta sanguinosa ebbe la meglio proprio sugli uomini del nord. La battaglia molto cruenta per l’epoca segnò pertanto l’esito di quella successiva con l’avvento dei Normanni sull’isola britannica. Famoso il ponte, secondo la leggenda, occupato da un guerriero di dimensioni imponenti che impedì per lungo tempo il passaggio dell’esercito nemico. Ma si sa che gli storici alle volte amano esagerare

domenica 24 settembre 2017

Keep Calm

foto milan7
 

Pensare di vincere il campionato era una follia, autoflaggellarsi perché hai perso due partite contro due buone squadre Lazio e Sampdoria a casa loro mi sembra del tutto fuori luogo. L’entusiasmo generato da una nuova società ha fatto del bene al Milan ha creato quei prodromi che saranno utili nei prossimi due e tre anni. Sarà un anno di transizione con ogni probabilità e con qualche soddisfazione, magari al prossimo 28 ottobre o al 15. L’obiettivo di andare avanti il più possibile nelle competizioni c’è (un quarto di finale internazionale e/o una semifinale di coppa dopo aver eventualmente eliminato i cugini ci starebbe) e poi arrivare al quarto posto dietro le due corrazzate Napoli e Juve non è un traguardo impossibile. Ricordate il 1986 ? Berlusconi al comando, un allenatore confermato e quante scoppole contro la Samp di Briegel ( 3 a 0 a Marassi e 0 a 2 in casa) la sconfitta casalinga contro l’Ascoli di Barbuti e la perentoria battuta di arresto di Verona. Alla fine grazie a provvidenza Massaro entrammo in Europa. Era la squadra di Donadoni, di Maldini di Baresi degli acquisti, magari anche sbagliati: uno su tutti nanu Galderisi. Ecco pazienza e costruiamo in silenzio e le soddisfazioni arriveranno. Due domande per Montella e per la società però ci sono: Andrè Silva che ci fa in panca? Contro una squadra ruvida perché non subito il turco?. A questa aggiungiamo che non abbiamo conquistato il centravanti di peso e quindi i difetti stanno qui. Ma arriveremo o se arriveremo, anche in Europa.


lunedì 11 settembre 2017

Quella volta che Nikola Subic fermò Solimano il Magnifico (1566)


L’Europa dell’Est è stata sempre un coacervo e passaggio di popoli di flussi e di battaglie, storia non studiata mai abbastanza e che forse anche oggi servirebbe per avere piena coscienza di un certo odio fra i popoli balcanici in particolare tra gli eredi della Turchia e gli altri popoli slavi croati e ungheresi sopra tutto. Liberata Vienna nel 1529, Solimano il magnifico ci riprovò nel 1566 è fu l’ultima campagna della sua gloriosa vita militare. Non aveva però fatto i conti con Szigetvar una fortezza forte di tremila uomini di guarnigione che bloccò l’avanzata dei giannizzeri, dei tatari e degli ottomani sulla strada di Vienna. Un assedio che i turchi pagarono a caro prezzo oltre ventimila morti e che li tenne inchiodati per un mese dal sei agosto al 8 settembre grazie all’opera di Nikola Subic Zrinski, il comandante della guarnigione che pagò con la propria vita la difesa della fortezza. Non gli sopravvisse Solimano e, seppur vittoriosi, i turchi ritornarono indietro, un assedio nei mesi invernali della capitale austriaca sarebbe stato deleterio per il morale delle truppe già provate dal lungo scontro a Szigetvar. La pace ottenuta permise di evitare l’invasione turca in Europa e la procrastinò di oltre un secolo fino alla fine del 1683 quando furono poi i polacchi a fermare con successo l’ultima grande invasione a est.

RAI............... ola


Raramente è capitato di assistere a una performance come quella di ieri sera alla domenica sportiva. Un ospitata che sa di markettona al potentissimo Mino direttamente negli studi della Domenica. Che fosse una notizia fuori dai consueti schemi tra procuratori assistiti e società è un dato di fatto, tirata fuori proprio nella domenica in cui il Milan ha svalvolato è una curiosa coincidenza. Un attacco etero diretto da far paura in cui il conflitto tra un procuratore e la società dimostra di non essere ancora del tutto finito, ma anzi corre il rischio di proseguire lasciando dietro morti e feriti. Verrebbe da dire non opzioniamo più i giocatori di quella scuderia, ma come fai, butti alle ortiche un patrimonio di credenziali, sarebbe inopportuno. E allora eccoci qui a celebrare i peana di un uomo che ha costruito una fortuna e un impero per lui e i suoi assistiti, in cui l’obiettivo non è il bel gioco ma il conto in banca di coloro che si affidano alle sue cure- Una volta, come ha ricordato Tardelli, il Presidente Boniperti chiedeva la firma in bianco che la cifra la metteva poi lui ( e non era certo di poco peso). Nostalgia

giovedì 7 settembre 2017

C'è chi vuole celebrare la Marcia su Roma !! Domani comunque è l'8 settembre


Marcia su Roma, manifesti contro gli occupanti invasori, ma per Pansa non dobbiamo preoccuparci a questo fascismo di ritorno non dobbiamo dare peso al massimo prepara a una sorta di golpe militare??? Gulp, verrebbe da dire, sono consapevole e l’ho sempre detto, anche durante le cerimonie ufficiali che durante la resistenza (certo fu una guerra civile tra italiani, e non fu Pansa il primo a dirlo) ci furono pagine brutte e oscure ma non bisogna fare di tutta l’erba un fascio (perdonatemi il gioco di parole). Il ventennio fu pesante non tutto rose, fiori e pensioni. Un regime per definizione è tale perché priva libertà di pensiero e di azione e ammazza i suoi detrattori. Chi oggi inneggia a quel periodo o è figlio/nipote di persone che ebbero dei benefici da quell’epoca, oppure proprio non lo conosce appieno e lì la colpa è di chi in passato ha lasciato circolare una retorica di destra estrema e di contrapposizione tra rossi e neri come fosse una partita di calcio. Sarebbe auspicabile che si leggessero maggiormente testimonianze e ricordi di chi lo visse quel periodo e i testi non mancano, per comprendere come fosse, quello, un periodo, in cui non solo era limitate le più elementari norme di libertà ma mancasse proprio il sostentamento per andare avanti. L’ordine conclamato e vaticinato dai nipotini del Duce proprio non c’era solo slogan e parate. Non mi stancherò mai di ripetere come l’istruzione e la conoscenza siano due antidoti quanto mai forti a questo revanchismo e ricordare o peggio ancora riproporre la Marcia su Roma, sia una follia anche solo pensarla. Per fortuna domani è l’otto settembre quando gli italiani capirono realmente chi li aveva governati (non tutti in realtà ma la maggioranza)

La guerra vista attraverso gli occhi dei soldati.


Due film di guerra uno realizzato e prodotto da quel vecchio volpone di Nolan e l’altra dall’esordiente Sepe, tutti e due spettacolari, tutti e due dedicati all’introspezione psicologica dei personaggi, dei soldati che lottano non solo per la loro sopravvivenza ma che si interrogano sul futuro e sulla nazione. L’ansia da prestazione prende il sopravvento, l’obiettivo non è l’uccisione del nemico, ma la sopravvivenza. Nolan lo rende benissimo in Dunkirk, gli occhi stralunati dei protagonisti sono li a rendere merito di questa ricerca spasmodica di un appiglio che li renda consapevoli del loro ruolo. Il giudizio della gente, cosa penseranno di noi, si stempera proprio nell’accoglienza finale di un popolo che coglie il momento di difficoltà “siamo sopravvissuti” dice il soldato e “vi pare poco” risponde l’anziano che li accoglie. Più scuro e con molte connotazioni su responsabilità della guerra combattuta invece nel lungometraggio di Sepe. Una guerra persa, combattuta dalla parte sbagliata che però, pur nella tragedia del combattimento fa emergere un lato di umanità anche in chi faceva parte di squadroni votati alla morte. La guerra vista con gli occhi del soldato non è gloria, è soltanto carneficina da cui allontanarsi il più velocemente possibile. We shall never surrender (non ci arrenderemo mai) più che al nemico è dedicato alla vita

Under 17 con onore al secondo posto delle Finali Regionali

  Under 17 dell’Orange sugli scudi e protagonista nelle Final Four che si sono svolte nella patria della ceramica a Castellamonte. Dopo aver...