Nel lasso di tempo in cui ho lavorato in comune ho imparato ad apprezzare il lavoro di un uomo biellese che aveva fatto dello scatto fotografico il suo stile di vita, i suoi libri per me erano una sorta di cadeaux privilegiato che portavano in giro l’immagine di Biella per il mondo, un modo come un altro per rappresentare il territorio. Libri fotografici, perché lo scatto, l’immagine, il momento valevano più di mille parole, non a caso la casa editrice di Bini era proprio questa Lassù gli Ultimi. Prima dell’era di internet della distribuzione su world web wide quella era l’immagine di Biella. Sembra lontanissimo il tempo passato ma quando le vivi in prima persona sono maledettamente vicine. Un doveroso saluto a Bini quindi e al suo modo silenzioso di rappresentare la realtà, alfiere di un tempo che è stato, testimone di una provincia che non c’è più.
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