lunedì 23 marzo 2020

Risorgimento un anno vissuto pericolosamente



23 marzo 1848 – 23 marzo 1849. 365 giorni dal 1848 al 1849 l’età delle illusioni risorgimentali dalla primavera tesa con le cinque giornate lombarde in cui fioriva lo spirito italico in tutte le regioni italiane alla Battaglia della Bicocca a Novara che vide la fine delle gloriose speranze sabaude di mettere la museruola all’esercito austriaco e la susseguente abdicazione di Carlo Alberto a favore di Vittorio Emanuele. E’ incredibile come in un lasso di tempo così esiguo si siano consumate vite, sogni e aspettative in modo così veloce. Un 1848 che era stato la primavera risorgimentale europea con moti che scoppiavano in tutte le piazze continentali e una restaurazione successive dolorosa soprattutto per le italiche speranze. Milano e i suoi Martinitt, Cattaneo, Goito, Curtatone e Montanara tutte gloriose pagine di un furore patriottico destinato a scemare in breve tempo. Custoza e Novara avevano segnato la gloria più sabauda che italiana e proprio in quel periodo era maturata quella classe dirigente che nei successivi dieci anni avrebbe condotto all’unità. Questo significa solo una cosa, quando si cerca un obiettivo non importa se si parte da lontano ma basta avere idee ben salde e imparare a ragionare su schemi diversi, allora tutto diventa possibile. Lo fu nel 1849/1859 lo deve essere sempre. Prendiamo esempio dai nostri padri, da Cavour, da Vittorio Emanuele e nulla sarà più precluso. E anche se vieni da una cocente sconfitta, trova in essa i prodromi del riscatto

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