mercoledì 19 giugno 2013

Tiremm innanz: forza la Biella



Non ha la stessa solennità del patriota milanese ma l’incipit quella della lotta a tutti i costi per salvare la passione per uno sport sentito dalla comunità biellese quello si. E’ un martedì sera tranquillo e afoso quello che si era aperto in Via XX settembre a Biella, il CDA, riunito come spesso era successo nelle ultime settimane, sapeva che doveva uscire con un principio e con percorso. Il tempo degli annunci e delle incertezza doveva necessariamente finire. Certo le difficoltà non sono evaporate ma di sicuro era necessario dare una svolta. E’ svolta sia, il progetto riparte, viene rilanciato, probabilmente con qualche paletto, necessario in un momento di crisi, ma c’è. Ed è questa la notizia che i colleghi fuori dalla segrete stanze aspettavano e twittavano, era questo il messaggio tanto atteso arrivato in tardissima serata ieri sera. Si riparte dai giovani, dall'entusiasmo di persone che conoscono il percorso e che, siamo sicuri, metteranno tutto loro stessi per far decollare il progetto. 

La lega due non è un disonore, così come non sarebbe un disonore anche restarci più di una stagione costruendo una piattaforma che ti porti ad avere prima di tutto serenità economica e di programmazione. Biella è il basket. Biella è legata anima e corpo a questo progetto fin dai tempi in cui si andava alla Rivetti. Due palazzetti dello sport, due gioielli di strutture devono essere maggiormente sfruttati. 

La politica e l’amministrazione non si trincerino solo dietro al periodo difficile e senza risorse facciano quello che devono fare, programmino e aiutino (non solo il basket ma lo sport in generale – vero servizio sociale cittadino e del territorio). Le aziende non si chiudano a riccio, una percentuale infinitesimale in meno di guadagno non cambia la vita, la presenza a volte anche senza tanti clamori in progetti di ampio respiro dovrebbe, di per sé, già gratificare. I tifosi amino questo squadra, questo sport, senza diventare difficili e critici ma a prescindere. 

E poi si ringrazi chi ha lavorato per questo progetto dal Presidente Angelico che in un anno disgraziato avrebbe avuto tutte le scusanti per gettare la spugna ma non lo ha fatto, lo si faccia anche nei confronti di Atripaldi e di Savio che hanno fatto la loro parte e che magari adesso chiedono giustamente di andare verso altri traguardi. E forse anche a noi, che abbiamo il privilegio di scrivere e di raccontare di questa avventura mettiamo in maggiore evidenza gli aspetti positivi, forse anche questo può aiutare.

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