mercoledì 26 giugno 2013

Lunga vita a Ponderano

Prima di tutto io sono Ponderanese e poi Biellese, quando nel 2001 sedevo sui banchi del Consiglio Comunale con il gruppo di minoranza composto da Giorgio Borri, Lele Deusebis, Giorgio Mò e Paolo Vallivero affrontammo la questione del Nuovo Ospedale costruito nel nostro territorio. Un misto di preoccupazione e di dubbio ci assalì tant’è vero che ci astenemmo sulla delibera, per alcuni aspetti tecnici. Ospedale costruito in una zona notoriamente percorsa da fonti d’acqua, in una zona urbanizzata. Fummo tacciati dai giornalisti dell’epoca di scarso attaccamento agli interessi del territorio. I fatti però ci diedero e ci danno ragione. Le spese per la parte idrogeologica lievitarono per le note cause della zona e negli anni a venire non sono stati risolti del tutto alcuni problemi. Ultimo in ordine di tempo quello dei confini e della gestione della parte amministrativa. Ora non so in base a quale legge internazionale noi dovremmo cedere i confini, mentre il peso del traffico verrà gestito dal Comune di Biella, gli scarichi dell’Ospedale saranno a carico nostro. E i parcheggi dovremmo gestirli noi come comunica il Direttore Generale dell’Asl. Quale soluzione ? Non ve ne sono molte o si realizza il progetto della Grande Biella con il capoluogo che ingloba le realtà limitrofe e quindi si farà carico di tutte le problematiche amministrative del territorio. Oppure con una cessione minima territoriale il Comune di Ponderano deve necessariamente monetizzare. Abbiamo una casa di riposo che insiste pesantemente sul bilancio del paese: sia questa a totale convenzione con l’Asl con altri benefit sanitari a favore dei cittadini ponderanesi. Insomma perché ricade tutto sul contribuente ponderanese. Abbiamo già subito negli anni passati altre prove, una Biella Mongrando che non si è più fatta a favore del Maghettone che ha tagliato in due il nostro  territorio, ma va bene così. Adesso è il momento di farci rispettare e se dovremo gestire l’anagrafe, pazienza lo faremo, non esistono più i libroni ottocenteschi in cui con pazienza amanuense si scrivevano i nomi dei nati. Grazie a Dio c’è la tecnologia.

Beppe Rasolo – uno di Ponderano 

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