sabato 5 maggio 2012

Io sto con Delio Rossi (www.ilveromilanista.it)

In un campionato quanto mai incerto ma dall’esito finale già scritto: dubito che la Juventus faccia un altro passo falso, mentre noi dovremo sudare le proverbiali sette camice con i cugini nerazzurri  siamo stati letteralmente subissati dalle immagini, censurabili, della rissa in panca a bordo campo tra lo staff viola, al centro di tutto una querelle tra l’allenatore Delio Rossi e il gioiellino serbo attaccante della squadra. Lo spettacolo fornito non è stato di quelli più edificabili. Tuttavia nella ridda di spiegazioni, di giustificazioni e di rimandi a codici deontologici molti hanno parlato spesso e a sproposito, si va da quello che giustifica la reazione, ma che doveva avvenire negli spogliatoi, a quello che condanna il giocatore, alla radiazione dell’allenatore, a chi si interroga sul ruolo del quarto uomo. Insomma in un paese di 60 milioni di commissari tecnici ci sono altrettanti giudizi. Io personalmente, ma non voglio convincere nessuno, credo che deve esserci innanzitutto un rispetto per l’autorità, l’allenatore in questo caso, che non può essere svillaneggiato dalla prima recluta, se poi risulterà vero che è stato insultato attraverso l’handicap del figlio o ad altri insulti pesanti alla famiglia, allora non ci sono scusanti, Rossi ha fatto bene a reagire così, al di là di tutte le ipocrisie. Ci può essere quello che reagisce in un modo e chi invece è sanguigno e si fa giustizia da solo. Però immagino prima di tutto il dolore di un padre che convive con l’handicap di un figlio giorno dopo giorno, mentre il giovane bello e viziato lo prende in giro. Non esiste un comportamento del genere se vogliamo che realmente i giocatori diventino veicoli e messaggi di socialità imparino prima di tutto a stare al mondo e ad accettare serenamente il giudizio del tecnico

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