lunedì 25 gennaio 2021

Umorismo Olandese


Sinceramente non ho mai compreso l’umorismo olandese, semmai ve ne fosse uno, ma mi sorprende che il più venduto quotidiano sportivo italiano spacci un oscuro marcatore di provincia come vate della risata. Sto parlando di De Roon pedatore della bergamasca, meglio conosciuta come Dea, che dopo aver brillantemente maramaldeggiato sul campo pretende di dare persino lezioni di stile, fuori dalla soffice erba di San Siro. Ho sempre ammirato il football olandese e sono cresciuto nel mito della leggiadria olandese dell’Ajax e del suo vate Johan Cruiff (che per inciso nei suoi comandamenti pedatori si esprime per il rispetto degli avversari), ho goduto allo stadio delle imprese del trio delle meraviglie degli anni 90 (Van Basten Gullit e Rijkard) e sono cresciuto nell’apologia del numero dieci perfetto Clarence Seedorf. Tutte icone che hanno sempre insegnato funambolismi sul campo e rispetto fuori. E’ per questo che faccio fatica a classificare De Roon (chi era costui ammiccherebbe il milanesissimo Alessandro Manzoni) che a distanza di un paio di giorni dall’impresa sportiva sbeffeggia l’avversario. Certo Zapata e Zlatan non se le sono mandate a dire e col pubblico non sarebbe nemmeno stata percepita dai microfoni a bordo campo, ma nel calcio Covid nulla è lasciato all’oblio. Mi sovviene allora ricordare al prode e truce orobico che un drammaturgo latino, tale Pubblilio Siro (da non confondere con il Santo a cui è dedicata la Scala del calcio) soleva dire “Bis vincit qui se vincit in victoria” (vince due volte chi domina se stesso nella vittoria) a buon intenditor.


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