venerdì 1 gennaio 2021

Un arte sempre in voga: prevedere il futuro con il lituo


 

Ha fatto un gran discutere una delle ultime scoperte a Pompei il Thermopolio, una sorta di fast food romano in cui gli antichi fuori casa si recavano per mangiare, l’atto decorativo, i cibi ancora li depositati raccolti in quel mese di agosto/ottobre in cui la città fu seppellita per tramandarla ai posteri e conoscere usi e costumi di una società lontana. E allora così sovviene pensare come all’alba del 79 d.c. nel farsi i cosiddetti auguri di fine anno si comportassero gli antichi. Gli auguri erano presi molto seriamente dai romani ed erano di doppia valenza, sia privata che pubblica. L'arte degli auguri era chiamata augùrio o auspìcio.

L'àugure, come insegna, aveva un bastone ricurvo a forma di punto interrogativo: il lituo (in fin dei conti il futuro era sempre incerto). Stessa importanza avevano i segni (i signa) inviati dagli dei e che dovevano essere interpretati c’erano quelli provenienti dal cielo (fulmini, saette) quelli proferiti da animali (quadrupedi e rettili) e poi quelli utili alla battaglia (i polli sacri che a seconda di quanto mangiavano predicevano vittorie difficili oppure grandi trionfi. Insomma l’arte della predizione ha sempre suscitato grande interesse. Chissà il primo di gennaio del 79 quali erano le aspettative alla falde del Vesuvio?

    1 commento:

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