sabato 25 luglio 2020

Ti conosco mascherina


Ha fatto sicuramente discutere la fotografia, in cui in modo goliardico, alcuni amici di differenti schieramenti sportivi si sono posizionati di fronte al monumento simbolo del Torino dopo Superga, il Filadelfia. Foto che doveva essere privata (ma nell’epoca di Istagram e facebook esiste ancora la privacy quando siamo noi i primi a violarla ??) ma che è diventata di pubblico dominio scatenando le ire delle opposte fazioni. Il consiglio e il suggerimento può andare nelle opposte direzioni, la prima è quella di respirare profondamente e di farsi una grassa e grossa risata, lo sfottò ci sta e chi ha frequentato le curve, come il sottoscritto, sa benissimo che è il sale del tifo purchè non diventi né becero né violento e magari finisca alla fine della partita. In seconda analisi se vai nella sede storica del Torino con una mascherina della Juve, allora un po’ di provocazione, anche se non muore nessuno, è perché la cerchi. Nel sancta sanctorum del tifo però l’appartenenza a una tribù è vista come un rito incontrovertibile in cui ci sono regole ferree, nei discorsi fra gli stessi tifosi, invece di dedicarsi all’analisi di una singola partita, si passano ore a disquisire sulla storia, quasi sempre fatta di soprusi, se contro, di bravura, se a favore. Insomma non ne usciremo mai credo proprio, ognuno convintamente attaccato sulle proprie posizioni. Era bello quando i tifosi, anche fra i dirigenti lo facevano con garbo e ironia, due su tutti l’avvocato Agnelli e Peppino Prisco e i giornalisti erano tali e non un’appendice della curva. Sarebbe bello tornare indietro ma immagino sia difficile se però tutti insieme facciamo uno sforzo e ci dedichiamo meno alle polemiche e più all’atto sportivo

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