venerdì 26 agosto 2016

La sindrome di Bertolacci

foto radiogoal24

Quando nella passata stagione Silvio scucì 100 milioni di euro per rinforzare la squadra affidata al serbo si fece un gran parlare di Bertolacci, un acquisto che avrebbe dovuto ripagare i venti milioni con una grande reattività in mezzo al campo. Venti milioni, un quinto di quanto re-investito, sarebbe stato il giusto rimpiazzo di un centro campo un po’ scadente. Lasciando perdere alcune partite si capì subito che in realtà l’affare lo aveva fatto chi aveva venduto per quella cifra il giocatore, scampoli di partita e una serie di infortuni che nemmeno Redondo ai tempi eroici era stato in grado di assorbire. Una rete di rapina all’Olimpico contro la Lazio sembrò la svolta, ma poi si tornò alla solita routine. Ora in questa povera estate con le tasche rosse come la bandiera della China, abbiamo rispolverato il prode giocatore, nemmeno il tempo di rientrare in campo che nel breve volgere di due minuti, il medesimo è uscito in barella. Milan Lab è lontano anni luce ma mi sembra di sentire gli sfottò della gente, sulle capacità pedatorie del suddetto. Insomma uno degli acquisti più esosi e mal ripagati di questi ultimi crepuscolari anni. Nell’attesa della rivoluzione culturale maoista, prevista per gennaio, un altro argomento, o meglio pietra tombale sulle attività divinatorie di Galliani quale AD. Almeno questa volta non è andato a pranzo o a cena con Bertolacci, altrimenti il povero giocatore avrebbe avuto la gastrite, altro che Maalox.

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