giovedì 21 marzo 2013

Niente di nuovo sul fronte occidentale per Biella


E’ il tormentone del momento c’è stato persino un consiglio comunale dedicato sull’argomento ma poi come al solito le parole sono infinite e i risultati scarseggiano, anche solo per impostare soluzioni che devono essere necessariamente recuperate nel più breve tempo possibile. Il basket e Biella è un amore che dura da anni, negli anni settanta prima alla Rivetti e poi questo secondo rinascimento, il lungo idillio che va avanti da vent’anni, due palazzetti che hanno fatto la fortuna dello sport in città capace di dotarsi di impianti all’avanguardia che hanno fatto la fortuna di diverse associazioni sportive incrementando la voglia di sport a livello cittadino. Prova ne sia anche l’ultimo  costruito appena cinque anni fa grazie all’intervento dell’Amministrazione Comunale e di un brand commerciale che ha investito tanto per realizzare questa struttura a servizio sicuramente della Pallacanestro Biella ma anche della collettività. La politica si sa è programmazione ma l’impressione è che purtroppo negli ultimi anni si sia navigato a vista cercando più il consenso che la programmazione, più la visibilità che non il lavoro abile dietro le quinte per far permanere un sogno. Vedere le partite e manifestazioni di prim'ordine non deve essere la sola presenza ma il giusto tributo di un lavoro collettivo in grado di far fronte comune contro un periodo oggettivo di crisi. Sicuramente il basket è di buon livello in città e la sua presenza non può che portare benefit a tutti anche alle altre discipline. Invece assisteremo a una celebrazione senza senso di Biella quale città europea dello sport 2014 che sa tanto di epitaffio. Martedì si è tenuto un consiglio comunale che nato sulle buone intenzione espresse da una giovane consigliera Costanza Mottino, giustamente preoccupata del destino del suo territorio si è risolto in una sorta di fiera delle banalità con interventi al limite. Le pacche sulle spalle da sole non bastano, per andare avanti occorre trovare una sinergia di intenti e lavorare, spesso senza grandi proclami, ma con umiltà a favore del territorio e poi forse i risultati arrivano. Ora diventa forse tutto più difficile, con sette partite da giocare con il coltello tra i denti e con una realtà e un territorio  che avrebbe bisogna di una scossa e di uno scatto di orgoglio ma che invece si perde tra l’ennesima discussione sull’autostrada che mai arriverà e un invaso nelle alte valli che deturperà il nostro territorio per sempre.

Nessun commento:

Posta un commento

Briganti la serie Netflix che si ispira alla storia del Brigantaggio meridionale

Pietro Fumel  Le fiction storiche da sempre mi attirano e su Netflix mi sono lasciato trascinare a guardare quella dedicata al brigantaggio ...