lunedì 23 aprile 2012

A tu per tu con Luca Bechi - esclusiva basketinside

Erano calde le giornate di maggio 2009 non solo per un anticipo d’estate ma anche perché a Biella si respirava un profumo nuovo e inedito. Biella  terra di amanti del basket che in quella stagione dopo un brillante campionato portò allo scontro con Milano per disputarsi il posto in finale contro Siena, quello era il vero scontro scudetto aggiudicarsi il posto in finale a fare da sparring partner contro i toscani voleva dire vincere scudetto. Dentro il nuovo Palazzetto da poco inaugurato si respirava un aria positiva e la sensazione era quella di far parte di un sogno, un sogno targato Biella, un sogno portato avanti da Luca Bechi, da Valerio Spinelli ,da Greg Brunner e da tanti altri ma il condottiero che di fatto aveva schiuso le porte dell’Europa era lui, toscano ma biellese d’adozione, grinta e carattere da vendere, me lo ricordo dopo una partita persa contro Siena in casa tutto contrito e con una gran rabbia in corpo. Ma poi sapeva essere lucido e concreto, sia con i giornalisti, che con la stessa squadra. Dopo Biella ha cercato di ripetere il miracolo con Brindisi e per poco non gli sarebbe riuscito se non avesse preso in mano quella squadra troppo tardi (ho ancora i brividi nella schiena per quella partita in casa contro di noi). L’Italia ha perso un coach giovane, completo e preparato, ma noi siamo sicuri che quello estero sia solo una sorta di apprendistato perché tornerà più agguerrito e preparato di prima capace di portare a casa titoli e trofei.

Ai nostri taccuini si racconta


Prima tutto Luca com'è l'esperienza in terra straniera ?
Di primo acchito rispondo ricca di emozioni e stimolante. Molto complessa perche é per me un mondo tutto nuovo specie fuori dal campo. Devi essere molto flessibile e 'open minded' dato che hanno una mentalità completamente diversa dalla nostra specie nell'approccio al basket. Qui é tutto molto più estremizzato. Sia nella vittoria che nella sconfitta.

Presentaci la tua attuale squadra ambizioni e traguardi da raggiungere ?
Azovmash é un club molto ambizioso. Campione dell’Ucraina per diversi anni di seguito, insegue questo titolo da 2 anni ormai.  L'obiettivo é la vittoria del campionato.
Non esiste nessun altra parola.

Cosa ti ha spinto ad accettare un incarico all'estero ?
Come dicevo in precedenza la ricerca di nuovi stimoli, il desiderio di vedere un mondo nuovo, sia dal punto cestistico che non. Credo che per un allenatore ancora nella prima parte della sua carriera come il sottoscritto sia fondamentale passare I confini italiani per confrontarsi e mettersi alla prova in contesti articolati e stimolanti come I campionati esteri.

Delle tue due precedenti esperienze a Biella e a Brindisi cosa ti rimarrà più impresso
Biella la considero la mia seconda patria, dopo Livorno. Li sono cresciuto come uomo e come allenatore. Rimarrà sempre un club e un posto dove mi sento come a casa.  Brindisi é stata un esperienza molto formativa. La città e I brindisini, il loro calore, mi sono rimasti nel cuore. Purtroppo quando sono arrivato a Gennaio la situazione era già compromessa e erano stati commessi degli errori in precedenza nella costruzione della squadra difficili da rimediare.  Sento però che qualcosa é rimasto incompiuto. E prima o poi tornerò.

Un giudizio esterno sul campionato italiano oltre alla solita Siena sembra più livellato verso l'alto ci saranno sorprese ?
Sembra di si. I playoff sono belli per questo. Perche tutto può cambiare. Perché sono un nuovo campionato dentro un campionato. Sono certo che Cantú e Milano lanceranno la sfida a Siena e saranno per quest'ultima un osso duro. E secondo me anche Pesaro sarà competitiva. Sarà un playoff molto interessante a mio parere.

Il giocatore che hai allenato e di cui sentiremo parlare parecchio in futuro (anche quelli della tua attuale squadra)?
Beh due giocatori che ho allenato  nel recente passato sono già campioni affermati. Jonas Jerebko é ormai un campione NBA e Pietro Aradori é il futuro del basket italiano.
In un passato un po’ più lontano a Livorno ho aiutato a crescere sia Jacopo Giachetti che Massimo Bulleri allenati entrambi nella parte centrale della loro adolescenza.
Devo dire che é sempre una soddisfazione per me vedere un ragazzo di belle speranze che capisce qual'é la chiave per diventare un giocatore affermato e si dedica al raggiungimento di questo obiettivo.

Quest'anno in Italia il basket è in chiaro ma non riesce a sfondare negli ascolti secondo te perché
E' difficile dirlo. Credo che la spinta fondamentale debba venire dall'interno del nostro movimento. Sarebbe importante anzi fondamentale vincere una competizione internazionale, sia come club ma meglio ancora con la nazionale. Sarebbe una grande spinta e ci sarebbe un grande ritorno di popolarità.

Settimane fa si è tenuto un convegno a casale sul futuro del basket stante la crisi e la recessione economica molte società navigano a vista quale secondo te può essere la ricetta per uscire da queste secche ?
Abbassare l'asticella per rialzarla quando ci saranno momenti più  propizi. Usare metodo programmazione e soprattutto coerenza quotidiana. Fare attenzione a non fare il passo più lungo della gamba. Cose semplici ma che troppo spesso vengono dimenticate.

 Un saluto ai nostri lettori  http://www.basketinside.com/ ?
Colgo l'occasione per salutare gli appassionati di basket e in particolare I lettori di basketinside.com con l' augurio di vedere un esaltante playoff i e non dimenticate mai che il basket é un fantastico gioco bello emozionante divertente e stimolante, ma resta pur sempre un gioco. Un buon finale di campionato a tutti.

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