Un film ha sempre il suo fascino,
ma quelli di guerra, se fatti bene, sono decisamente didattici. Netflix ha
proposto la nuova versione di Niente di nuovo sul fronte occidentale dedicato
alla fine del conflitto tra Francia e Germania questa pellicola non fa
eccezione e presenta una sfaccettatura unica del sentimento che prende gli
uomini di trincea. Da una parte il facile entusiasmo, la bella guerra e la
bella morte che facevano da prologo nel 1914 alla guerra di movimento rapida in
cui i giovani di belle speranze andavano a schiantarsi contro gli shrapnel dei
nemici. La gioia per la facile impresa viene meno quasi subito. L’orrore del
sibilo del mortaio, il fragore della bomba che ti scoppia all’improvviso di
fianco, il fischio della pallottola che ti manca per pochi millimetri ti fa
sembrare un sopravvissuto o, per meglio dire, un fortunato, e queste sono le
sensazioni a volte inespresse nei non racconti che il nonno Beppe mi faceva
percepire. L’ansia dell’attesa, il fango che ti penetra nei vestiti, il sangue
spesso non tuo che ti sporca la divisa, gli ordini improbabili e l’assenza di
umanità. Sono immagini crude quelle che emergono dalla visione del film, un
pugno nello stomaco potente che presenta la quotidianità e la crudeltà dell’atto
bellico, come quando vengono scavate le fosse comuni in cui seppellire
centinaia di uomini e su di esse cala la calce ristoratrice per evitare epidemie.
C’è tutto in questo film, come nel romanzo, compreso l’epilogo che vede i
comandanti ancora schierati col piglio ottocentesco che sprezza il valore del
singolo uomo, che manda i propri reparti a morire a pochi minuti dall’armistizio.
Didattico, preciso, utile, didascalico per certi versi. Nell’era moderna in cui
video e fotografia valgono più di mille scritti da proiettare nelle scuole per
far comprendere appieno anche la stupidità della guerra
lunedì 31 ottobre 2022
film e didattica il caso di In Westen nichts neues
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