lunedì 14 settembre 2020

Premio Ululì Cultura ululà


L’idea di usare la Ferragni per raggiungere un pubblico diverso per un’istituzione culturale mi era sembrata una buona idea, aumentare la platea dei fruitori oltre a introitare risorse per la cultura aveva uno scopo ben preciso: acculturare l’uditorio e portare a conoscere temi desueti ai più, un fine nobile. E’ di queste ore invece la notizia che “l’influencer” (in passato trascinatori o capopolo come i centurioni Tito Pullone o Lucio Voreno ai tempi di Cesare, il divo Giulio) ha ricevuto un onorificenza, leone d’oro per meriti civici e qui scatta un po’ la sorpresa. Insomma siamo un popolo che onora o trova i suoi mentori in gente di spettacolo; è di pochi mesi fa, pre covid, la nomina di Lino Banfi ambasciatore Unesco, il vecchio commissario Logatto a deliziarci sulle bellezze culturali e fare da testimonial. Sorge un minimo di imbarazzo e anche un po’ di scetticismo: qual è il messaggio che diamo alle giovani generazioni: studiare e acculturarsi? probabilmente no. Meglio cullarsi della vaghezza delle mode del momento sfruttare l’onda e sperare di trovare l’appiglio giusto. Bene che vada, come cantava Gianni Morandi uno su mille ce la fa ma tutti gli altri ??. Allora ben venga lo studio e cerchiamo di mitizzare anche la normalità, lo studio, la ricerca e la cultura, quella è vincente sempre e comunque e facciamola diventare la regola non l’eccezione

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