venerdì 19 giugno 2020

L'Unità d'Italia avviene grazie a Plon Plon


 

Come al solito il futuro delle nazioni non si decide sui campi di battaglia, ma spesso e volentieri, è il frutto di incontri, di confronti, di matrimoni e di buone prassi. Non è da meno il destino della nostra patria. Cavour aveva capito, così come Vittorio Emanuele, che una nazione piccola come il Piemonte non poteva avere chance con un nemico potente come l’Austria, ma doveva necessariamente stringere rapporti di alleanza sfruttando le altre potenze europee. La partecipazione alla Guerra di Crimea e il Congresso di Parigi avevano di fatto posto il Piemonte sotto il protettorato francese e inglese e prima di arrivare a Plombieres dove sarebbe stato siglato l’accordo che avrebbe portato al 1859 e alla vittoria franco piemontese. Ci fu uno stretto lavoro di intelligence e di scambi. Nigra inviato a Parigi nel maggio del 1858 aprì la strada alla presenza del dottor Conneau, consigliere di Napoleone ed esperto in relazioni internazionali e congiure, lo stesso si recherà a Torino alla fine di quel mese e di fatto porterà l’invito per Cavour a recarsi alla stazione termale. Cavour prese il treno il 20 luglio e affittò una stanza da un farmacista tale Gentilhomme, nascondendo di fatto la sua identità, all’epoca non si viaggiava certo con la scorta. Napoleone III invece arrivò in pompa magna con il suo cocchio reale trascinato da due splendidi cavalli americani. Il primo ministro italiano salì quindi sul carro con Napoleone e andarono nel vallone selvaggio di Herival dove tratteggiarono il futuro dell’alleanza che comprendeva anche il matrimonio tra Clotilde, figlia di Vittorio Emanuele II, con il Principe Napoleone Giuseppe Carlo Paolo, ribattezzato anche Plon Plon per via dei suoi precedenti e per l’aspetto non propriamente da adone, ma lo stesso cugino di Napoleone III. Alla fine dell’incontro Cavour scrisse al generale Lamarmora affermando che se il Re accondiscendeva al matrimonio allora forse entro un paio di anni il biellese sarebbe entrato in pompa magna alla testa delle sue truppe a Vienna. Cavour non fu facile profeta, in effetti la Francia aiuto il Piemonte ma solo la Lombardia venne liberata, il Veneto rimase ancora per qualche anno sotto l’egida austriaca, mentre Vienna rimase un tabù per l’esercito italiano sia per Lamarmora che anche per Cadorna durante la prima guerra mondiale, ma questa è un'altra storia

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