170 anni fa la prima guerra d’indipedenza scoccava al
momento in cui i milanesi si liberavano del gioco austriaco dopo 5 giornate di
scaramucce nel centro città. Il Maresciallo Radetsky cercava di preservare la
fuga delle sue truppe e abbandonava la città forte di una guarnigione di 8000
uomini insufficiente però a reggere l’assalto delle truppe piemontesi. Cinque
giorni in cui il popolo mise a dura prova la resistenza delle truppe regolare
austriache. Più di 400 furono i caduti per la libertà, in gran parte operai e
popolani contro circa duecento militari stranieri. 5 giorni in cui cambiò
letteralmente il mondo; non a caso fare un 48 è diventato poi un modo di dire.
La libertà per i milanesi è durata poco, la sconfitta dei piemontesi a Custoza
riportò a Milano le giubbe bianche con conseguente fuga di gran parte dei
rivoltosi. Fa specie pensare che il centro della rivolta fosse in Via
Montenapoleone, ora movida modaiola. Così come mi fa sorridere pensare alla
figura dello storico calzolaio Pasquale Sottocorno (io ho abitato tre anni in
quella via al Civico 7, durante l’università) che il 21 marzo incendiò la porta
del Genio permettendo a Luciano Manara di conquistare il Palazzo. Barricate e fucilate in centro, popolo contro militari, una rivoluzione
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