lunedì 26 febbraio 2018

Il tacco di Cutrone


Sono nato e vissuto nella prima repubblica del calcio quella in cui la Juve la faceva da padrona negli anni settanta, quella in cui, quando andava bene, facevi la Coppa Uefa e me la ricordo quella sconfitta maturata per un sublime colpo di tacco di Bettega, per un roboante 4 a 1 finale. Niente da eccepire, erano troppo forti per la nostra misera squadra che ambiva alla stella e che raggiunse nel 1979 con Chiodi e Buriani. Poi sono maturato negli anni in cui andava forte il tacco di Allah (Rabat Madjer del Porto), memorabile la finale di Champions in cui i carneadi portoghesi sconfissero il Bayern nel 1987. Poi ho dovuto subire in un derby il tacco di Palacio per una sconfitta forse immeritata. Ma prima o poi il vento cambia e quando meno te lo aspetti anche per i tuoi colori provi l’esaltazione massima. Il gesto atletico di Cutrone di ieri sera è pregevolissimo, fantasia allo stato puro di un giocatore che è cresciuto nella Primavera e che ha voglia da vendere, un esempio nel calcio miliardario di oggi. Non rovinatelo, con procuratori killer o con esaltazioni eccessive, ma lasciatelo crescere all’ombra di Gattuso e vedrete che prima o poi alzerà qualcosa di importante.

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