Sono nato e vissuto nella prima repubblica del calcio quella
in cui la Juve la faceva da padrona negli anni settanta, quella in cui, quando
andava bene, facevi la Coppa Uefa e me la ricordo quella sconfitta maturata per
un sublime colpo di tacco di Bettega, per un roboante 4 a 1 finale. Niente da
eccepire, erano troppo forti per la nostra misera squadra che ambiva alla stella
e che raggiunse nel 1979 con Chiodi e Buriani. Poi sono maturato negli anni in
cui andava forte il tacco di Allah (Rabat Madjer del Porto), memorabile la
finale di Champions in cui i carneadi portoghesi sconfissero il Bayern nel
1987. Poi ho dovuto subire in un derby il tacco di Palacio per una sconfitta
forse immeritata. Ma prima o poi il vento cambia e quando meno te lo aspetti
anche per i tuoi colori provi l’esaltazione massima. Il gesto atletico di
Cutrone di ieri sera è pregevolissimo, fantasia allo stato puro di un giocatore
che è cresciuto nella Primavera e che ha voglia da vendere, un esempio nel
calcio miliardario di oggi. Non rovinatelo, con procuratori killer o con
esaltazioni eccessive, ma lasciatelo crescere all’ombra di Gattuso e vedrete
che prima o poi alzerà qualcosa di importante.
lunedì 26 febbraio 2018
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