lunedì 17 ottobre 2016

Leggere è niente: il difficile è dimenticare ciò che si è letto (cit. Flaiano)

foto fcinter.it 

Il mondo è dei giovani, lo era una volta, lo è anche oggi. Quando Alessandro Magno conquistò l’estremo Oriente era giovanissimo, quando sferzava il suo cavallo battendo Dario a Gaugamela era un veterano ma pur sempre giovane. Molti avrebbero declamato le sue gesta per farle giungere a noi. Oggigiorno invece basta associarsi a una starlette che poi ti fa anche da procuratore (ma non dovevano appartenere a un’ordine) fare lo sbruffoncello, giocare discretamente a pallone, vestire la maglia della seconda squadra di Milano; ed ecco li pronto a sfornare libri ??? per raccontare le proprie imprese. Nell’età di internet, snapchat (dove tutto si consuma in 24 ore) anche i novelli gladiatori, calciatori, sono pronti a invaderci con racconti mirabolanti delle loro imprese. Solo che nel caso del puntero argentino mi sfugge un particolare. Cosa dovrebbe celebrare ? Il suo matrimonio ? il rigore nello scorso derby calciato sul palo ? Le mancate strette di mano con Maxi. Mah ? Viviamo in un mondo usa e getta per cui anche lo squallido, puerile scambio di accuse in calce a una partita con un gruppo di tifosi viene derubricato alla voce eventi importanti. Si scatenano così sociologi, tuttologi e mass mediologi pronti ad ammorbarci di commenti, sensazioni e illazioni. Sarò retrogrado ma per me il calcio rimane solo quello che si consuma per 95 minuti ogni maledetta domenica (anche se con Sky non è più così), quello in cui conta pedalare e segnare, e se c’è pure la tecnica rischi di trasformare una grigia prestazione in un pomeriggio pardon serata da ricordare. Ridatemi il Paron 

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