domenica 26 gennaio 2014

Storia e memoria: perchè ricordare e tramandare è un dovere



La storia, la memoria e il ricordo sono sostantivi che hanno in comune un aspetto molto chiaro e limpido: la verità, solo conoscendo appieno i fatti, solo studiando in modo serio il nostro passato possiamo essere in grado di vivere pienamente il nostro presente e di progettare il nostro futuro. La storia, la nostra storia, la storia dell’umanità è piena di date e ricorrenze che devono solo essere colte e utilizzate come mezzo di comunicazione, ma non devono diventare retorica vuota e sterile debbono essere in grado di fungere da stimolo alla nostra mente, pensare a ciò che è avvenuto e mettere nelle mani delle giovani generazioni, ma anche di coloro che sono più anziani, un patrimonio collettivo di conoscenza affinché riflettano che con l’odio, con la prevaricazione, con le imposizioni non si risolvono i problemi,  ma anzi questi si moltiplicano. La storia insegna che l’uomo riesce a dare il peggio di se nei momenti di difficoltà, quando ci sono problemi economici, quando tutto sembra perduto. In un momento come quello attuale in cui molte certezze sono state perse è facile che il vecchio virus della prevaricazione prenda il sopravvento. Ho letto un dato che mi ha molto spaventato, come storico ma soprattutto come uomo. Sapete qual è l’e-book più scaricato oggi – e stiamo parlando di migliaia di copie - nella sezione Political and propaganda di Amazon: il Main Kampf di Adolf Hitler e non stiamo parlando di studiosi che vogliono approfondire e studiare il comportamento di un pazzo, stiamo parlando della diffusione di un ideologia su cui si è basata la shoah e la seconda guerra mondiale, un ideologia che ha portato alla morte più di settanta milioni di persone. Rabbrividisco pensando a quale potrà essere il futuro dell’umanità con questi prodromi e allora ancora di più noi dobbiamo essere bravi noi a usare il nostro tempo, la nostra cultura il nostro sapere per favorire la diffusione delle informazioni della storia e di queste storie alle giovani generazioni che capiscano e comprendono, attraverso tutte la arti possibili (teatro, cinema, scrittura ma anche il racconto) cosa avvenne e cosa fu realizzato da menti malate e criminali. La shoah, le foibe, i campi di concentramento, i gulag sono tutte facce di un ipocrisia e di una violenza che dobbiamo ora più che mai rigettare e dobbiamo farlo con forza ora. Come? Con la cultura, con la comunicazione e con la pazienza armi che possono sembrare quanto mai deboli forse ai più ma che debbono essere usate sempre più con continuità. Non possiamo permetterci un nuovo abisso, sarebbe un fallimento umano

Beppe Rasolo – Vice Presidente Istituto storico di Varallo

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