lunedì 8 aprile 2013

Emozioni a bordo parquet


Lo ammetto ho avuto paura di Pinkney, chi scrive è un appassionato di basket, che interpreta il suo ruolo a bordo parquet con il piglio del tifoso educato, ma alla terza tripla consecutiva non stai più nella pelle. Il tifo e la voglia di urlare per la propria squadra si sprecano, poi bisogna vestire i panni del giornalista sportivo in grado di scindere il commento da tifoso e portarlo sui binari più comodi dell’osservatore neutro. Non me ne vogliano gli amici di Cantù, Walter, Ale ecc. ma quella di ieri sera era una serata di emozioni per noi di Biella. Un pubblico e una curva attaccati alla squadra, una grinta agonistica di tutti coloro che sono scesi in campo, un allenatore tornato a gestire un gruppo, una dirigenza compatta, una curva e una tribuna stampa più che mai partecipe. All’inizio, forse anche per scaramanzia, si sprecavano i commenti sullo scarto a fine gara non credendo possibile un impresa come quella realizzata da Pallacanestro Biella. Ma mano a mano che prendeva corpo l’incontro capivi che era tutta un’altra musica. E non era solo demerito di Cantù, l’intensità agonistica era quella del furore cieco, di un gruppo che voleva un sussulto, un grande prova. E così è stato, Johnson, Laganà, Rochestie  tutti immedesimati nel ruolo. Commovente a fine gara la faccia triste di Tsaldaris che va a prendere gli abbracci della Tribuna e il guerriero sloveno-biellese Jurak che si issa in curva per celebrare la giornata di festa. Ma è lui l’uomo nero, l’MVP biellese delle ultime partite, Kevinn Pretty in Pink Pinkney, l’uomo che fa sembrare facili le cose difficili. Capace di un gancio cielo di biellese infinita memoria in faccia a Tyus e poi sulla rimessa mancata di Aradori di mandare in confusione l’ex e di aggiudicarsi con quella giocata la palla e la vittoria. Il guaio per chi scrive è stato quello di essere proprio di fronte a lui nella linea di tiro e lo sguardo iniettato di sangue rivolto al povero cronista fa capire quanta sia la grinta e la voglia di questa squadra. Un vero peccato dover guardare tutti dal basso verso l’alto. Ma se questi sono i semi germogliati all'ombra del Mucrone allora c’è speranza. Come la soddisfazione di sentirsi dire dai colleghi che arrivano dalle altre piazze, e giuro non è la prima volta, della cortesia e della disponibilità della società attraverso la sua organizzazione, un bel biglietto da visita frutto di professionalità e di passione. A Biella questo c’è e c’è sempre stato, dobbiamo conservalo gelosamente e ora che tutti facciano la loro parte 

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