martedì 10 gennaio 2012

Emozioni da derby (basketinside) Casale - Biella

Emozioni da derby
Tu chiamale se vuoi emozioni, la partenza è alle 18 da Biella. Ci si mettono 45 minuti passando tra l’altro dall’odiata Vercelli, in C2 e in C1 negli anni settanta /ottanta i derby erano calcistici. Con Casale la rivalità calcistica è maturata solo in uno spareggio  nel 2004 per la permanenza in C2 perso da Biella in casa per un rigore dubbio, all’epoca il portiere della biellese era un tal Marchetti, che ora difende la porta della Lazio. Ma lasciamo i ricordi calcistici e veniamo alla palla a spicchi, le due società sono più vivine di quanto non si possa pensare e non solo per i trascorsi di Crespi e Malaventura da una parte e del team manager Gabriele Fioretti dall’altra, qui in Piemonte il basket vuol dire molto in provincia, la passione dei dirigenti quasi tutti cestisti in origine, parla di una passione fatta di serate, di allenamenti strappati alle famiglie e agli hobbies, di serate concluse in birreria a discutere di schemi e di canestri, di azioni e di aneddoti scherzosi.
C’è molto di questo profumo in questo derby. Mano a mano che ti avvicini al Palazzetto di Casale capisci che anche a te, biellese di origine, ma casalese di affetto, ti sta prendendo un groppo in gola e sai che stai per far parte della storia. Un derby di serie A non è mai stato giocato nel basket in Piemonte e tanto basta. Manca più di un ora all’inizio quando ti siedi in tribuna stampa,  il palazzetto non è ancora pieno,  ma si stanno avvinando tutti. Le squadre prendono confidenza con il canestro  provano e riprovano tiri e schemi, la tribune dei tifosi cominciano a riempirsi; c’è tempo per saluti, strette di mano, abbracci, ma c’è tensione la leggi negli sguardi delle dirigenze, di Cancellieri e Crespi che saltellano lungo il campo tastando il parquet, dando pacche ai giocatori, ultimi consigli di una gara che sarà unica. Il presidente Forni sfodera un abito di pura eleganza, un gessato d’ordinanza che ne fanno uno dei dirigenti più eleganti della serie A. Compaiono i primi striscioni, ma non sono sfottò, i casalesi esibiscono un “siamo Chiotti di basket” mentre i biellesi rispondono con uno contro Varese, evidentemente l’antipatia proclamata dal patron Cimberio prima del match con Varese ha fatto proseliti.
A mezzora dall’inizio entrano per la presentazione i due team cori e osanna per tutti. Biella non sembra in trasferta per via dei numerosi e rumorosi sostenitori, ma soprattutto quello che è più bello è proprio l’attaccamento per i propri colori e non l’astio per gli avversari, sembra proprio un match in famiglia. Le due curve si dipingono di rossoblù sono i colori di entrambe le squadre, anche se Biella sfoggia la tenuta bianca da trasferta per non confondersi.
La cronaca della partita è storia, le emozioni: soprattutto quella dei due allenatori un vero e proprio spettacolo, addirittura esilarante alla fine del secondo quarto quando mandano letteralmente in confusione pubblico e arbitri per i continui cambi e se Coleman e Shakur saltano non lo sono da meno sia Crespi che Cancellieri capaci di mimiche facciali e di veri balzelli che nulla hanno da invidiare ai propri giocatori, sarebbe bello immaginarseli in campo in uno contro uno, sarebbe spettacolo puro. Casale ha dominato la partita frutto forse di una panchina assortita meglio, ma Biella non ha mai mollato e di fatto la partita è stata tale fino agli ultimi 30 secondi, Nei cinque minuti finali si accendono anche le curve ,Biella spara la prima cartuccia contro il pubblico di Casale, che risponde per le rime, ma sono schermaglie verbali , forse un espediente della curva per attizzare la propria squadra nel forcing finale,  chissà. La partita la porta a casa Casale meritatamente, vedi la gioia del  gruppo di Casale ma vedi anche la determinazione di Biella.
Si è trattato forse del primo tempo di un atto che si concluderà il prossimo 22 aprile. E poi come di consueto tutti sul parquet a fine gara: giocatori, allenatori, dirigenti, tifosi questo melting pot è forse il momento più bello perché al di là delle interviste di rito, si sente la comune passione, la voglia di pallacanestro, la provincia che lavora e che si sfida e tu rimani li fino all’ultimo a  riportare i dettagli di queste emozioni, emozioni da derby, emozioni da basketinside (il basket dentro).

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