Il 31 agosto 1939 è stato l’ultimo
giorno, si fa per dire di quiete, prima dello scatenarsi della tempesta della
seconda guerra mondiale. Il mondo all’epoca non pensava a quello che sarebbe
successo dopo, ma era un continuo inasprimento dei toni, un aumento della posta
in palio in grado di aizzare masse e animi consapevoli che le prove muscolari
avrebbero aumentato l’autostima di chi voleva far capire al mondo che era il
migliore. Ma quando scateni una bufera non sai mai come va a finire e, soprattutto, il vento ti si può ritorcere contro. Quello che è materialmente successo. Il
sacrificio di qualche morto per fare trattative importanti è stato un vero
boomerang. Il 31 agosto per dare forza alla richiesta di annessione della
Polonia Hitler fece inscenare a poche ore dall’invasione l’attacco alla
stazione radiofonica di Gleiwitz, una sorta di casus belli artefatto – in realtà
pure organizzato male – che diede il via alla scusa per scatenare le truppe
tedesche sul suolo polacco. La battaglia della Bzura con l’intervento di
Francia e Inghilterra, ma la connivenza di Stalin e della Russia, cambiò per
sempre gli scenari. Studiare la storia aiuta sempre, perché si ripete è
ciclica, l’alleanza a est non porta mai buoni frutti e il grigioverde non è mai
foriero di diplomazia
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