sabato 19 luglio 2014

Il servo muto 2: la vendetta

(foto repubblica)

Lo abbiamo omaggiato, abbiamo esultato con lui e poi abbiamo assistito all’inequivocabile, ridimensionamento, tattiche sbagliate, una supina posizione nei confronti della società, una svendita dei gioielli di famiglia e una incapacità cronica di riuscire a incidere nel campionato. Partenze deboli, recuperi non troppo prodigiosi e figure barbine in Europa: 3 pere dall’Arsenal, 4 dal Barca e per di più 4 dal Sassuolo che hanno sancito l’inevitabile: il divorzio. Una scommessa quella di Allegri che ha pagato finché la società ha allargato i cordoni della borsa. Lui è così, un aziendalista voglioso di fare solo il bene (e d’altronde è pagato per questo) della Società. Non è famoso per tattiche, le sue conferenze sono monocordi, e non dà carica. E’ riuscito a perdere uno scudetto a vantaggio della Juve con una squadra che era oggettivamente superiore agli antagonisti. E allora per quali motivi Andrea Agnelli e Marotta lo hanno voluto: per capacità ?? non credo. Per le sue intuizioni ?? nemmeno. Lui sarà a Vinovo perché di fatto riconsegna alla società di Torino le gerarchie del potere. Uno come Conte era troppo ingombrante per Agnelli & C. Era la squadra di Conte non di Agnelli, la sua grinta, l’accentramento mediatico un personaggio così era di fatto destinato alla rotta di collisione con l’entourage torinese. Agnelli ha voluto ristabilire le gerarchi e pazienza se per un paio di stagioni non si vincerà: in Europa era improbabile, in Italia difficile ma non impossibile. Ecco quindi spiegato l’arcano. Vidal forse partirà e sarà sostituito da Marrone, sarà capitalizzato Pogbà. Llorente finirà nelle retrovie perché vedrete, che magari, il conte Max troverà dal cilindro qualche sconosciuto o qualche perla in arrivo dall’Aglianese. Tempo venti mesi e il nocchiero cambierà di nuovo, magari uno estero capace ma intanto la Juve tornerà ad essere la squadra di Agnelli con il servo muto al suo fianco 

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