sabato 7 settembre 2013

8 settembre 1943: non si può sempre restare a guardare


L’ 8 settembre di settant’anni fa la storia d’Italia cambiò per sempre, una nazione stava risorgendo, c’era un identità di nazione che acquisiva la libertà, un passato bruciante da recuperare, una guerra ormai perduta, una dignità da risollevare. 8 Settembre per qualcuno la data di un tradimento, ma verso chi ? i tedeschi ??  i fascisti ? Mussolini ? Per altri il riscatto. Pagato però a caro prezzo da una catena di comando che non esisteva, da una superficialità che portò alla morte migliaia di persone. Badoglio si comportò in modo inqualificabile interessato solo alla sopravvivenza personale e del suo comando. La prima resistenza fu quella di diversi reparti: Cefalonia, Roma e tantissimi altri episodi finiti tragicamente segnarono il destino di migliaia di nostri militi sparsi per il mondo ad inseguire la follia di un dittatore che aveva imperversato per vent’anni propugnandoci un credo senza futuro.

Nel convegno tenutosi a Varallo per il 40 del conferimento della medaglia d’oro alla città valsesiana la relazione di Claudio Dellavalle parla giustamente di una narrazione difficile di un periodo complicato. L’armistizio dai più fu considerato erroneamente come la fine di un periodo buio, in realtà fu il prodromo di un altro più complesso difficile da raggiungere ma catartico. A chi quel giorno fece una scelta, a chi in quelle settimane prese sempre più convintamente coscienza di un cambio necessario la giusta riconoscenza perché come dice il protagonista del film tutti a casa non si poteva sempre rimanere a guardare

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