mercoledì 3 gennaio 2018

Il Barbiere di Siviglia

Una vecchia regola del mondo di lavoro e, anche un certo bon ton, impone che quando finisci un rapporto di lavoro, anche se hai avuto divergenze, lasci con il sorriso sulle labbra ed eviti accuratamente alla prima occasione di sputare veleno contro la vecchia società. Certo anche in presenza di divergenze insanabili e se devi commentare glissi. Immaginarsi un mondo pedatorio privo di veleni è però abbastanza anacronistico e quindi improbabile, ma la velocità con cui l’areoplanino nazionale si è avventato con il veleno contro la vecchia società è quantomeno discutibile, anche perché qui non stiamo parlando di un giocatore poco considerato che ha fatto panchina, ma chi ha costruito quella che doveva essere una gioiosa macchina da guerra e invece alla fine si è dimostrata una ciofeca inenarrabile. Affermare che il Siviglia abbia avuto più cammino europeo del Milan negli ultimi cinque anni non è solo statistico ma ineluttabile, non consideriamo poi che uno dei migliori attaccanti che aveva il Siviglia è venuto a San Siro e non è stato ampiamento valorizzato da Montella al Milan (stiamo parlando di Bacca). Insomma come recita il vecchio adagio il bel tacer non fu mai scritto. Certo ora il Siviglia è in Champions e noi miserrimi siamo in Europa contro il ludogorets, però i conti si fanno alla fine e quindi, come direbbe il vecchio Mou, se alla fine dell’anno nessuno porta a casa un trofeo saremo tutte e due senza tituli, metti che invece si vinca la Coppa Italia, ma tranquilli non succede, allora rideremo noi.

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