lunedì 11 settembre 2017

Quella volta che Nikola Subic fermò Solimano il Magnifico (1566)


L’Europa dell’Est è stata sempre un coacervo e passaggio di popoli di flussi e di battaglie, storia non studiata mai abbastanza e che forse anche oggi servirebbe per avere piena coscienza di un certo odio fra i popoli balcanici in particolare tra gli eredi della Turchia e gli altri popoli slavi croati e ungheresi sopra tutto. Liberata Vienna nel 1529, Solimano il magnifico ci riprovò nel 1566 è fu l’ultima campagna della sua gloriosa vita militare. Non aveva però fatto i conti con Szigetvar una fortezza forte di tremila uomini di guarnigione che bloccò l’avanzata dei giannizzeri, dei tatari e degli ottomani sulla strada di Vienna. Un assedio che i turchi pagarono a caro prezzo oltre ventimila morti e che li tenne inchiodati per un mese dal sei agosto al 8 settembre grazie all’opera di Nikola Subic Zrinski, il comandante della guarnigione che pagò con la propria vita la difesa della fortezza. Non gli sopravvisse Solimano e, seppur vittoriosi, i turchi ritornarono indietro, un assedio nei mesi invernali della capitale austriaca sarebbe stato deleterio per il morale delle truppe già provate dal lungo scontro a Szigetvar. La pace ottenuta permise di evitare l’invasione turca in Europa e la procrastinò di oltre un secolo fino alla fine del 1683 quando furono poi i polacchi a fermare con successo l’ultima grande invasione a est.

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