giovedì 13 agosto 2015

Tu quanti tituli hai ?


In principio era il vate Mou che dall’alto di una squadra destinata a imporre il proprio gioco, in virtù della propria qualità vaticinò il concetto di zero tituli. Poi ci si mise di mezzo Galliani inventandosi il palmares di squadra più titulata, infine Agnelli che in barba alla sentenza sportiva sbeffeggiò la magistratura sentenziando e reclamando tituli revocati. Subentrò infine anche il giocatore della Roma che in pieno regime da ventennio sentenziò meglio un titulo da lupi che dieci da zebre. Insomma ci si gonfia i muscoli per un quadratino di stoffa, tricolore o arcobaleno. E su questo i social network e i tifosi delle suddette squadra ci campano e ci marciano da sempre, sfottò perenni in grado di demarcare il confine tra liceità e volontà. Insomma un gran bailamme. Uno non può gustarsi nemmeno un trofeo Tim delle balle, come ricorda il buon Mancio, senza incorrere nelle solite liti da bar, per l’occasione trasferite sui social e per stessa natura infinite. Coppe, coppette, targhe e targhette fanno da sempre bella mostra di se su bacheche e mensole e ricordano ai posteri il calcio e i successi che sono stati. L’ideale sarebbe vivere il presente e gustarsi partita dopo partita agitandosi per la vittoria della squadra del cuore e tralasciando i precedenti. Ma in un paese in cui in tutti campi, politica compresa, si è in perenne diatriba e confronto è forse pretendere troppo. Il tifo a favore e contro di qualsiasi tema diventa occasione di scontro eterno. La vittoria ha molti padri mentre la sconfitta è sempre colpa di complotti telefonici, farmacologici e automobilistici. E fra dieci giorni si incomincia di nuovo. Verrebbe da dire purtroppo.

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