venerdì 21 settembre 2012

ogni maledetta domenica

Che non si fossero mai amati era palese, che si fossero mal sopportati negli ultimi due anni era altrettanto legittimo, che non se le fossero mandate a dire nello spogliatoio era credibile. L’ennesimo “scoop” sul momento difficile della squadra diventa così una sorta di redde rationem di quello che deve essere stato lo scenario dello scorso campionato. Una sconfitta, quella contro la Juve, che ha fatto male in tutti i sensi e che il goal non goal di Muntari avrebbe potuto celare in modo ufficiale. Un successo avrebbe reso  meno amaro il distacco da certe situazioni. E così tra un allenatore che giustamente fa vanto degli oltre ottanta punti conquistati, c’è una pletora di ex che avrebbero gradito ben altro ruolo e destino. Il discorso è: valeva la pena portare avanti situazioni non gestibili, forse non era meglio cambiare tutto prima. Coi se e coi ma non si fa molta strada ma se si traguarda il futuro prossimo venturo bisogna essere onesti e porsi un obiettivo concreto. La squadra non piace, non ci sono i presupposti, allora si interviene subito, e ora è già troppo tardi per questa stagione, oppure si va fino alla fine ma evitando di esacerbare troppo gli animi , così si crea troppa tensione e aspettativa che alla fine sarà deleteria per tutti, per chi sta sulla graticola, sul posto di comando, per chi si sente ingiustamente accusato e per chi ha grandi aspettative. Azzeriamo il testosterone da parte di tutti e ricordiamo sempre le parole profetiche di Al Pacino: o agiamo come una squadra conquistando centimetro dopo centimetro oppure saremo tutti annientati singolarmente. Meditate.

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