Emanuele Filiberto di Savoia il
generale nipote di Carlo V di Spagna, l’imperatore del regno su cui non
tramontava mai il sole, il generale che sconfisse a capo degli spagnoli la
Francia a San Quintino nelle Fiandre, riorganizzando l’esercito e imponendo una
ferrea disciplina e la cui statua si trova in Piazza San Carlo a Torino è senza
ombra di dubbio uno dei padri della patria. Con l’esperienza maturata in guerra
era convinto che lo stato sabaudo per poter durare dovesse avere un esercito
forte e deciso che fosse supportato da una solida struttura finanziaria L'aumento
della gabella del sale, l'introduzione delle gabelle sui consumi del vino e
carne oltre a quelle sul commercio d'esportazione e di transito fecero crescere
notevolmente il gettito delle imposte, dando al duca le risorse necessarie per
le sue riforme. In pochi anni la tesoreria generale del Piemonte, grazie anche
all'oculata gestione del duca, poté vantare un saldo attivo che andava a
incrementare una riserva monetaria notevole. Emanuele Filiberto cercò con ogni
mezzo di ridare impulso all'economia del ducato, prostrato dalle devastazioni e
dalle occupazioni straniere: favorì lo sviluppo della canalizzazione,
incoraggiò l'immigrazione di artigiani e coloni, abolì la servitù della gleba
(editto di Rivoli) I risultati della politica statale di Emanuele furono parziali,
ma diedero al duca le risorse necessarie per la costituzione di un piccolo esercito
basato sulle milizie provinciali, e non più sulle leve feudali o sulle truppe
mercenarie. Da segnalare anche la presenza di una flottiglia sabauda nella
battaglia di Lepanto sotto il comando di Andrea Provana di Leinì, un destino
quello di sconfiggere gli ottomani un secolo dopo sarà il turno di Eugenio di
Savoia
giovedì 30 dicembre 2021
Emanuele Filiberto l'eroe di San Quintino
mercoledì 29 dicembre 2021
Un popolo senza storia è come il vento sull’erba dove cresce il bufalo” 29 dicembre 1890
Seppellite il mio cuore a Wounded
Knee credo sia stato uno dei primi letti durante l’infanzia e non c’entra la
passione per la storia quanto la voglia di scoprire tutto quello che si poteva
su un popolo sull’onda dei film di john houston da ombre rosse a sentieri
selvaggi che avevano contribuito a popolare i miei pomeriggi e sere. Il mondo
dei pellerossa era di fatto la nostra infanzia, l’eterna lotta tra il bene
(quasi sempre i bianchi) e il male (i selvaggi). Un libro come quello di Dee Brown
invece portava alla luce una cultura diversa e apriva a un mondo in cui spesso
e volentieri i pellerossa erano le vittime e non i carnefici. Col tempo poi le
valutazioni sono decisamente cambiate e altri film come Balla coi Lupi hanno
messo in luce il carattere di queste popolazioni, di fatto costretto a fuggire
dall’ingordigia di territori di una nuova nazione che stava crescendo a
dismisura. Custer e Little Big Horn nel 1876 hanno rappresentato l’apoteosi
della nazione indiana ma di fatto ne ha decretato la fine e il 29 dicembre 1890
con il massacro compiuto dal settimo cavalleggeri (guarda caso la nemesi della
storia) si è chiusa per sempre l’epopea dei nativi americani e come recita un
proverbio sioux “Un popolo senza storia è come il vento sull’erba dove cresce
il bufalo”
domenica 26 dicembre 2021
La sostenibile leggerezza di Gianpiero Perone
lunedì 20 dicembre 2021
20 dicembre 1942, ultimi pensieri da Vescenskaja
sabato 18 dicembre 2021
Prova di carattere dell'Orange contro la capolista; per la Domus prima sconfitta
La partita perfetta quella che ha
disegnato Mr Patanè al Palabrumar contro la Domus Bresso. Un avvio fulminante e
poi il controllo della partita nonostante il ritorno dei lombardi che hanno
cercato di mettere in apprensione la difesa di Tropiano. Bresso paga dazio e
perde i primi punti in questo campionato dopo nove vittorie consecutive ma mantiene
la testa della classifica con un buon vantaggio sugli Orange. Una vittoria però
che fa morale per Celentano e compagni e che conferma l’imbattibilità casalinga
degli astigiani, senza ostacoli sul parquet di casa. La partita si mette subito
bene il pressing è alto e Rivella è decisamente indemoniato con giocate
sopraffine e tocchi di classe di alta scuola, la seconda rete è una vera e
propria perla del futsal. Ma è la squadra che gira bene, attenta in difesa,
costante nel pressing e determinata in attacco; gli ospiti ci mettono un bel po’
prima di mettere il naso fuori dall’area, anche se nella seconda parte del
primo tempo aumentano i giri del motore e impensieriscono un attento Tropiano.
Molto più aggressiva la squadra di Battaia nella ripresa, il pressing si fa
asfissiante e su alcune ripartenze Sasso, Mora e Moya con un Morimoto pronto a
fare da centro boa i lombardi vanno spesso al tiro centrando anche un palo. Proprio
Morimoto buca la difesa Orange e dimezza lo svantaggio, c’è anche spazio per
una rete annullata a Battaia colpevole di un fallo commesso ai danni del
difensore che lo contrastava. Ma poi la Domus si spegne incalzata dalle giocate
di un suntuoso Vitellaro che insieme a Celentano e Curallo fa diga in difesa ed
è pronto a ripartenze fulminee. Ibra, Scavino e Cannella mettono in seria
difficoltà la difesa lombarda con folate offensive al fulmicotone su una di
queste Cannella difende un pallone slalomeggia e poi infila l’incolpevole
portiere ospite. Mendes mette il sigillo con una bordata al volo su assist di
Vitellaro da calcio d’angolo. Negli ultimi cinque minuti Privitera diventa
portiere di movimento ma Tropiano, con un paio di bei interventi plastici nega
la gioia della rete alla Domus. Finisce in gloria con il pubblico che tributa
una standing ovation alla squadra, quella contro la capolista è stata una bella
prova di carattere.
Orange Asti vs Domus Bresso 4 – 1
(2-0 pt)
Marcatori: 2 Rivella (o) 1 Mendes
(o) Cannella (o) Morimoto (D)
venerdì 17 dicembre 2021
Cadorna vs Strada
E’ l’ultima querelle che sta
diventando di pubblico dominio; la cancellazione di un nome a favore di un
altro nell’intitolazione di un plesso scolastico; si tratta di due personaggi
che hanno fatto, piaccia o meno, la storia. Due epoche diverse, due realtà
differenti, due personalità distinte ma anche due contesti assolutamente non
parificabili. Metterli in contrapposizione è assolutamente fuori luogo, uno
rappresentava una classe militare d’antan tesa a raggiungere un obiettivo,
quello dell’unità d’Italia con schemi e situazioni militari ottocenteschi, l’altro
un medico fondatore di onlus che ha lavorato nei peggiori teatri di conflitti
in giro per il mondo salvando vite. Credo senza tema di essere smentito che non
basta un nome su un muro per definire la bontà della scuola o della sua
istruzione, ma quello che dentro quelle mura viene insegnato e tramandato. E tra
gli insegnamenti deve esserci quello di tramandare una corretta informazione
sul nostro passato. La scuola purtroppo ha spesso toppato quando ha dovuto far
studiare, o meglio comprendere il nostro passato; spesso ha trattato la storia
come un nozionismo sfrenato e non come la trattazione di tema attuali e comparabili.
Cadorna non è stato forse il migliore dei generali possibili ma ha retto il
fronte per tre anni mentre sugli altri teatri di guerra i capi di stato
maggiore venivano alternati con una frequenza innaturale; ha pagato l’inettitudine
di alcuni comandi (Badoglio, Cannoniere ecc) dopo il disastro di Caporetto ed
era figlio del suo tempo. Vero è che con l’entrata in guerra e con il
sacrificio di oltre 600 mila uomini siamo arrivati a quell’unità nazionale a
cui anelava ben 600 anni prima il sommo poeta e se siamo italiani lo dobbiamo
anche a lui e a suo padre Raffaele che con l’ingresso a Porta Pia fece entrare
Roma nel regno d’Italia (certo fu anche il repressore dei moti sul macinato).
Ecco loro sono stati i padri di quella patria che hanno visto anche nascere e
crescere persone come Gino Strada, ecco ricordare entrambi è corretto e
preservare la loro memoria è giusto e importante ma contrapporli è
assolutamente ridicolo
giovedì 16 dicembre 2021
il fedelmaresciallo Boroevic, il leone dell'isonzo contro gli italiani
I balcani da sempre sono stati un
settore in cui i conflitti sono stati esasperati, le guerre succedute nel corso
di secoli hanno messo in contrapposizioni etnie differenti che si sono guardate
in malo modo e spesso si sono affrontate con una ferocia senza pari: albanesi,
croati, serbi, bulgari, turchi bosniaci si sono affrontati all’ultimo sangue.
Non sono mancati i massacri e le stragi da una parte e dall’altra. La rivolta d’aprile
della bulgaria che poi diede il via alla guerra russo turca del 1877/78 e relativo
assedio di Plevna e cosi via. Se guardiamo alla prima guerra mondiale fa poi
specie, ma lo avevamo già sottolineato, come il gran capo generale che spezzò i
sogni di gloria di Cadorna sul Carso si chiamasse Boroevic Svetozar un serbo
croato come di quell’etnia era i molteplici soldati dell’esercito austro
ungarico che calcavano le trincee isontine. La sua tattica difensiva provocò molte perdite
agli italiani e bloccò l’offensiva sul Monte Hermada impedendo di fatto agli
italiani di raggiungere Trieste. E che fosse un difensivista più che un
attaccante lo si percepì nella battaglia del solstizio dove le sue truppe
subirono la sconfitta sul Piave così come a Vittorio Veneto in cui incalzato
dagli italiani e subendo anche la diserzione in massa degli ungheresi dopo la
battaglia fu costretto ad alzare bandiera bianca. Un tenace e fiero oppositore
alle truppe italiane : combattendo per l’austria ho difeso i croati contro gli
italiani soleva dire e questo la dice lunga anche sui rapporti futuri tra le
due popolazioni
sabato 11 dicembre 2021
Venti di passione per gli Orange corsari in trasferta a Nizza (1 -3)
lunedì 6 dicembre 2021
7.55 del 7 dicembre 1941 - tora tora tora
Se c’è una cosa che mi ha sempre
affascinato nella storia è immedesimarsi nel chi l’ha vissuta in prima persona
che era li presente in un evento diventato unico e così mi immagino quello che
succedeva esattamente 80 anni fa il 6 dicembre 1941, e se le strade per Mosca
brulicavano di mezzi corazzati tedeschi che non riuscivano a fare passi in
avanti, i venti grado sottozero inceppavano i fucili dei soldati e i
battaglioni asiatici di Stalin combattevano con gli sci ai piedi, mentre in Africa
era già tramontato l’impero del Duce, soprattutto dopo la resa dell’Amba Alagi.
Vi erano ancora due generazioni di giovani che non conoscevano il sibilo delle
pallottole e vivevano il sabato sera come una normale routine: sto parlando di
giapponesi e americani. I giapponesi imbarcati sulla flotta che veleggiava verso
le Hawaii in silenzio radar pensavano all’indomani come a un grande e grandioso
evento che avrebbe cambiato, e così fu, le sorti del mondo intero; e per loro avrebbe
voluto dire fama, notorietà e potenza. Il giovane americano quello di stanza a
Pearl Harbour, ignaro di quello che avrebbe vissuto il giorno dopo, cercava di
sbarcare il lunario in una base che credeva sicura e con i fuochi della guerra
lontana che non avrebbe mai toccato il suolo americano. Chissà quali pensieri,
quali sensazioni, quali speranze, quali prospettive, l’immaginario di popoli
diversi e di ragazzi che si affacciavano alla vita e che sarebbero diventati
maledettamente adulti nei 45 mesi successivi. Alle 7.55 del 7 dicembre 1941
risuonò potente nell’aria non solo il sibilo delle bombe giapponesi nel porto
mentre si andavano a schiantare sulle corrazzate statunitensi ma anche l’urlo
di generazioni di ragazzi che sarebbero state immolate sull’altare della
guerra. Il Giappone svegliò il gigante dormiente e il mondo non fu più lo
stesso.
sabato 4 dicembre 2021
Quinta vittoria di fila in casa per Orange Futsal Asti: doppio Rivella e Cannella e sigillo di Mendes
5 partite giocate al Palabrumar,
5 vittorie convincenti condite da 25 reti fatte e solo due subite. In casa
Celentano e compagni sono una sentenza non c’è spazio per gli avversari, un
ruolino di tutto rispetto a cui fa da contraltare il rendimento in trasferta,
sicuramente da migliorare. Una partita quella contro Bergamo impostata
all’attacco sempre e comunque e con un pressing asfissiante tutto campo anche
quando per larghi tratti l’allenatore lombardo ha fatto intervenire il portiere
di movimento. La partita la sblocca Rivella particolarmente ispirato oggi che
ha messo a sedere mezza difesa avversaria e ha infilato di giustezza, suo anche
il raddoppio, mentre il terzo sigillo nel primo tempo è merito di Mendes.
Suntuoso anche il rendimento di Cannella a cui per ben due volte il palo ha
negato la gioia della rete. Segnature per il buon Gioele che poi sono arrivate
nella ripresa, dopo un dribbling la prima, con un pregevole lob dalla propria
area nella seconda occasione. A quattro minuti dalla fine poi il Bergamo ha
accorciato le distanze su un rimpallo. Esordio casalingo per il portiere Solaro
che ha preso il posto di Tropiano e che si è distinto in un paio di interventi,
buone anche le prove di Del Bianco e Vitellaro ma è stato un gioco corale che
ha permesso alla truppa di Patanè di regolare gli ospiti e di conquistare la
seconda posizione in classifica alle spalle di una Domus che non ha ancora
commesso passi falsi. Ora la trasferta a Nizza la prossima settimana
Orange Asti vs Bergamo 5 – 1 ( 3 –
0)
Marcatori:
Primo tempo 3.38 Rivella (O ) 9’29
Rivella (o) 11’21” Mendes (o)
Secondo Tempo 6’37” Cannella (o) 13’39 Cannella (o) 16’05” 7 Bergamo
domenica 28 novembre 2021
Attilio Regolo, Annibale e Cingolani chi erano costoro
Attilio Regolo, Asdrubale,
Scipione l’Africano, Annibale, Quinto Fabio Massimo tutti personaggi che per il
Ministro Cingolani dovrebbero cadere nell’obblio per lasciare spazio alle
conoscenze che meglio servono nella vita, dal digital marketing ad altra
manuali. Eppure lo studio dei classici se fatto bene un aiuto te lo può
conferire ricordo a livello personale un meno due di latino al primo compito in
classe al liceo su una lingua morta. Ma l’impegno, lo studio e anche la conoscenza
sono passaggi fondamentali, il latino e la traduzione al di la della conoscenza
del pensiero di Cicerone ti abitua a ragionare, a programmare e a realizzare
schemi, oltretutto ti aiuto anche nello studio del tedesco, a proposito di
lingue. Tattiche di guerra puniche che sono diventate argomento di marketing
moderno, nuovi macchinari e invenzioni, rapporti commerciali e nuove
opportunità, mercati diversi. Le guerre puniche durate dal 264 fino al 146 sono
state un momento di grande trasformazione della nostra penisola che hanno sancito
la fine di un impero, quello cartaginese, e la nascita della Roma imperiale e hanno
consegnato alla storia pagine importanti e personaggi di grande impatto. Von
Clausewitz, generale prussiano definì Annibale il più grande stratega assoluto.
Studiare meglio la cultura di quelle civiltà sarebbe auspicabile altro che
relegarle all’obblio
Cagliari fatale per l'Orange futsal
Continua il campionato double face degli Orange con
brillanti risultati casalinghi a cui fanno da contraltare stop esterni quasi
tutti maturati negli ultimi minuti di gioco. Non è da meno la trasferta in quel
di Cagliari contro la forte formazione del Sardinia dove Celentano e compagni
hanno rimediato una sconfitta per 2 a 1 facendosi contestualmente superare in
classifica dalla formazione isolana. Una partita tosta combattuta in cui il
portiere avversario Saddi ha ipnotizzato Mendes dal dischetto ed è stato autore
di pregevoli interventi. La partita si decide tutta nella ripresa con Hurtado
che porta in vantaggio i padroni di casa e a cui risponde Mendes per il
momentaneo 1 a 1. Nei minuti finali gli Orange attaccano ma rimangono in dieci
per la doppia ammonizione a Curallo, anche se in tre i ragazzi fanno buona
guardia ma subiscono il tocco di Serginho a 30 secondi dalla fine, vani gli
attacchi nel finale per un’altra trasferta sarda dal sapore amaro. Ora si torna
al Palabrumar contro Bergamo, prima dei due big match contro Nizza e Bresso.
Cagliari vs Orange 2 -1 ( 0-0 pt)
Marcatori: Hurtado ( C) Mendes (O) Serginho (C )
domenica 21 novembre 2021
Un Orange in gran spolvero inaugura il Palabrumar con una vittoria convincente contro MGM 2000
Spettacolare la partita disputata
al PalaBrumar da parte degli Orange contro Mgm 2000 e non solo per lo score
realizzato (7 a 1) ma per l’intensità messa in campo e per la grinta con cui
tutti gli attori scesi in campo hanno saputo interpretare il match. Ma che
fosse una giornata particolare lo si è colto subito con l’intitolazione pre
partita del Palazzetto che si veste dei colori della Brumar, grazie a uno dei
personaggi più attenti al mondo dello sport astigiano che risponde al nome di
Bruno Scavino. Con il Sindaco Rasero l’Assessore allo Sport Bovino e il
Presidente Orange Pascolati è stata apposta questa griffe che accompagnerà,
oltre a quella sulle maglie, le giocate degli Orange. Celentano e compagni
attaccano subito con continuità e i lombardi si chiudono in una difesa arcigna,
pronti a sfruttare le folate in contropiede del Pocho Di Gregorio e di Richichi, ma la difesa dei padroni di casa è attenta. Serve una magia di Cannella per aprire
il match poi subito in discesa con Ibra e Torino e a pochi secondi dalla sirena
di metà partita di Mendes. Ripresa più accademica con gli Orange che impinguano
il risultato con la doppia segnatura di Scavino e un altro sigillo che piega le
mani del portiere ospite di Torino. Cade dopo 150 minuti e 30 secondi l’imbattibilità
interna di Tropiano, anche ieri sugli scudi con parate che vanno contro ogni
legge della fisica, Di Maggio l’autore del tap in vincente. Negli ultimi 14
minuti del secondo tempo poi l’allenatore ospite ha provato più volte il
portiere di movimento ma solo in un’occasione è stato in grado di bucare la
difesa degli Orange. E ora la prua si volge a un’altra trasferta in terra di Sardegna,
dove la truppa di Patanè spera di invertire la rotta delle ultime partite
giocate lontano dal Palabrumar
Orange vs MGM 7 – 1 ( 4 -0pt)
Marcatori:
Primo tempo 10’50” Cannella (O)
11’ 42” Ibra (o) 13’26 Torino (O) 19’ 40 “(O)
Secondo tempo: 4’59” Torino (O) 7’34”
Scavino (O) 9’59” Scavino (O) 10’ 30 “ Di Maggio (M)
sabato 13 novembre 2021
Non bastano Ibra e Mendes a sei secondi dalla fine il CCC impatta (5 - 5)
L’ultimo minuto in trasferta
quest’anno è decisamente fatale per l’Orange Futsal Asti che paga dazio per la
terza volta nei sessanta secondi finali, questa volta la sentenza arriva a sei
secondi dalla sirena per la rete dei padroni di casa che sancisce il 5 a 5
finale. Un vero peccato perché ormai si stavano pregustando i tre punti che
avrebbero sancito la prima vittoria in trasferta. La partita però non era
iniziata bene per gli Orange sotto per due a zero a metà della prima frazione,
con Ibra che la riapre con un perfetto diagonale sotto la traversa. Nei minuti finali
però una distrazione difensiva risulta fatale e al riposo si va sotto di due
sul 3 a 1. La ripresa si riapre con un'altra perla di Ibra ma poi Facundo con
un facile tap in riporta avanti di due lunghezze gli isolani. Ancora Ibra da
speranza agli Orange ma poi è costretto ad abbandonare il parquet. Si accende
Mendes che in un minuto capovolge la partita 5 a 4 per gli ospiti. Il CCC
accusa il colpo ma non si disunisce e a due minuti dalla sirena prova il
portiere di movimento. A 13 secondi dalla fine su una ripartenza dei padroni di
casa Morrone prende il secondo giallo e lascia Tropiano e compagni con l’uomo
in meno, su un tiro violento a sei secondi dalla fine la frittata è fatta.
Quest’anno è proprio un campionato double face, perfetti in casa, non così in trasferta.
Prossima settimana si torna nel fortino contro la MGM
CCC Serramanna vs Orange Futsal 5
– 5 ( 3 – 1 pt)
Marcatori Orange: 3 Ibra 2 Mendes
lunedì 8 novembre 2021
Vediamoci al caffè Backus di Venlo ..... Storie di spie e di occasioni mancate
E’ l’otto di novembre del 1939, la Wermacht con la complicità
dell’armata rossa ha schiantato l’esercito polacco, la seconda guerra non è
ancora decollata ma in Germania Hitler vola con il vento in poppa, in quelli che
oggi chiameremmo sondaggi gode del favore di tutta la popolazione. I pub sono
pieni, la birra scorre a fiumi soprattutto nella Birreria Burgerbraukeller di
Monaco dove il Furher raduna i suoi fedelissimi, come ogni anno. C’è però un
uomo Georg Elser che per una settimana o anche più ha preparato una nicchia
sotto il palco dove dovrebbe parlare Hitler inserendo una bomba; ma quella sera
il capo della Germania non si ferma deve prendere il treno e parte con sette
minuti di anticipo, fatali, perché fallisca l’attentato. Muoiono otto avventori
e dopo un paio di giorni Elser viene catturato; un solo uomo avrebbe potuto
cambiare i destini dell’Europa. Spostiamoci di qualche centinaio di chilometri
e siamo al confine tra Olanda e Germania a Venlo nel caffe Backus avviene un
incontro tra due membri dell’MI6 inglese Best e Stevens, un agente olandese Klop
e agenti tedeschi capitanati da Naujocks, lo stesso che aveva architettato l’attacco
a Gleiwitz che diede il via alla seconda guerra mondiale. Il doppio gioco è
fatale agli inglesi catturati, estradati in Germania e con indosso le liste di
agenti operativi pronte per essere smascherati. Un’azione di spionaggio in
piena regola, come molte furono effettuate durante la seconda guerra mondiale,
teatri poco operativi quasi nascosti ma con risultati di grande prestigio. La
guerra si combatteva così, e pertanto due giorni dopo il fallito attentato a
Hitler ecco servita su un piatto d’argento la prova che dietro all’esplosione
ci sia la Gran Bretagna. Hitler sopravvivrà anche all’attentato di Von
Stauffenberg nel 1944 ed Elser viene fucilato a Dachau il 9 aprile 1945 ma poco
più di venti giorni dopo anche il Furher cadrà, troppo tardi per Elser e per oltre
50 milioni di persone cadute nel Moloch del conflitto
sabato 6 novembre 2021
Proprio non si vuole onorare la storia italiana. L'elmetto del Milite ignoto è francese
Niente, proprio vero che il milite ignoto non ha pace, dopo
le contumelie multiple per il manifesto andino con tanto di cartina
sudamericana, anche il secondo manifesto ufficiale cade su un particolare,
sicuramente non di primaria importanza, ma decisamente fuori luogo. Il milite
viene identificato con un copricapo che è riconducibile alle dotazioni in voga
presso l’esercito francese. E passi che i francesi mandarono un paio di
divisioni sul fronte italiano e furono tenute a riposo nel mantovano, mentre i
nostri ragazzi andarono a coprirsi di gloria a Bligny e in molti non tornarono
da quell’esperienza. Ma ricordare il milite ignoto, cioè uno di quei 660.000
caduti italiani al fronte, mi sembra francamente eccessivo con un’icona
francese. I generali Joffre, Castelnau, Foch non avevano grande stima dei
militari italiani ma guardavano al nostro impegno utile come diversivo per il
fronte occidentale, da sempre considerato come quello imprescindibile. Eppure,
lo testimonia Ludendorff, capo di stato Maggiore tedesco, la fine della prima guerra
mondiale fu determinato dal crollo austro – ungarico sul fronte italiano che
impedì ai tedeschi di tener botta ancora per l’inverno del 1918 per arrivare a
una pace onorevole nel 1919. Ecco perché un minimo di sano patriottismo italico,
che ovviamente non è nazionalismo spietato, ma solo rivendicazione di quello
che abbiamo fatto, meriterebbe maggior enfasi. Continuo a ritenere e non mi
stancherò di farlo, che la storia non è solo un orpello inutile e una materia
da prendere con le molle; ma è una scienza che andrebbe studiata con maggior
impegno, una materia utile per il futuro della nostra conoscenza. Nella storia non
c’è solo militarismo e date ma vi sono relazioni, economie, scoperte, opportunità.
In fin dei conti se hanno scritto dei libri come Von Clausewitz riletto a uso e
consumo dei manager vuol dire che la storia e l’esperienza passata dei nostri
avi ci insegna qualcosa o no ?
Gli Orange ingranano la terza senza subire reti
Il derby è sempre una partita
maschia, senza respiro, tanti contrasti, tante palle sporche, ma è sempre una
partita combattuta tra due squadre che cercano di primeggiare e di portare a
casa tre punti fondamentali per la rispettiva classifica. Ed è stato così al Palasanquirico
con Patanè e Tabbia pronti ad affrontarsi a viso aperto per uscire dalle secche
del turno precedente. Una partita in cui Celentano e compagni hanno cercato di
imporsi tenendo il pallino del gioco, mentre l’Avis Isola ha cercato le
ripartenze in contropiede con un ispirato Douglas Corsini. Molti i tiri tentati
soprattutto dalla lunga che hanno sibilato soprattutto nel primo tempo al lato
della porta difesa dagli ospiti, ma poi come spesso accade basta un episodio
per indirizzare al match. Ed è stato il giovane del Bianco, prodotto della
cantera orange a dare una scossa quanto mai salutare e a timbrare in un
rimpallo il vantaggio sul crepuscolo del primo tempo. Più dinamica la ripresa
con continui capovolgimenti di fronte e con le difese a fare da padroni Corsini
da una parte e Curallo dall’altra. Alla fine Tabbia negli ultimi tre minuti ha
provato il portiere di movimento ma la porta di Tropiano non è stata
impensierita per la terza volta in altrettante partite interne che porta l’imbattibilità
interna di Erik a 120 minuti effettivi. Tre punti d’oro per gli Orange che si
issano al terzo posto della classifica dietro la Domus e il sorprendente Nizza
al termine di una partita in cui se sono mancate le reti sono invece state
dispensate diversi cartellini gialli. E ora testa alla prossima bisogna
cominciare a vincere in trasferta
Orange Futsal vs Isola d’Asti 1 –
0 (1-0 pt)
Marcatore: 15’37” Del Bianco (O)
giovedì 4 novembre 2021
PORT - ami via. Maledetta Europa
Pronti e via e la stagione di Champions per il Milan rischia di arrivare alla fine già alle idi di dicembre, pazienza capita, le competizioni a volte danno a volte tolgono, bisogna affrontarle con filosofia e guardare sempre gli eventi sul campo con il piglio di un tifoso ma anche con quello dell’occhio critico di chi guarda al allo sport. Il girone di per se era tosto, certi arbitraggi hanno decisamente pesato nell’economia dei risultati ma obiettivamente il valore della squadra è ancora inferiori ai pari grado europei. Quindi se eliminazione sarà, nulla da obiettare; c’è un aspetto positivo che forse i più giovani non ricordano ovverosia il primo Milan di Berlusconi quello che stava per diventare uno squadrone incappò in una pesante sconfitta interna in quel di Lecce (campo squalificato per le intemperanze contro il Warengem per il rigore a centrocampo di Mutombo) contro l’Espanyol, la squadra di Lopetegui era animata dal Pichi Alonso, Inaki e Losada e non ci fece capire nulla, eppure quella era la squadra dei vari Maldini, Gullit, Virdis Baresi Galli che di li a pochi mesi avrebbe trionfato nel 1989 a Barcellona davanti a 90 mila entusiasti. La seconda squadra di Barcellona arrivò poi fino alla finale contro il Leverkusen, persa poi ai rigori dopo essere stata acchiappata negli ultimi minuti con Cham Bum. In quella stagione in campionato il duello era tra Napoli e Milan che poi l’anno successivo avrebbero dominato in Europa. Insomma pazienza e sangue freddo e anche se la storia non si ripete mai i buoni auspici fanno sempre piacere, ai gufi juventini e interisti ricordo che in quella stagione la seconda squadra di Milano fu battuta sempre dall’Espanyol mentre i prodi di Venaria subirono l’onta della sconfitta contro i greci del Panathinaikos
i nostri nonni, la nostra storia
La prima guerra mondiale ha rappresentato per l’Italia il
primo conflitto in cui di fatto è nata la Nazione, l’unità d’Italia si è
cementata nelle trincee sul carso e negli altipiani trentini prima ancora che
dal punto di vista giuridico. Una guerra aspra, dura, in cui la tecnologia l’ha
fatta da padrone e in cui i fanti erano carne da macello. Milioni di morti sui
vari teatri di guerra per una supremazia, territoriale, economica e di prestigio.
Era la dipartita del vecchio mondo, del vecchio modo di fare la guerra, da
scontro di movimento, si pensi alle guerre napoleoniche, si passava alla guerra
di posizione, quella in cui bisognava lottare per un centimetro. Ogni paese,
ogni municipio in Italia è disseminato di steli, di marmi che ricordano il
sacrificio dei propri figli, e ogni muro civico contiene i nomi di decine se
non centinaia di soldati che spesso, nell’età migliore, tra i venti e i trent’anni
si sono arresi di fronte a una pallottola o a una granata, ma era il concetto,
fuor di retorica di una nazione che combatteva per un obiettivo e per una
finalità. Eppure, non sono dati purtroppo falsi, da allora si sono scritte fior
di pagine su Caporetto e sulla nostra sconfitta piuttosto che sulla volontà
della rivincita maturata a Vittorio Veneto. La memorialistica e la storia
parlano di 200 titoli per la sconfitta contro a malapena 20 che citano il 1918.
Questa purtroppo è sempre stato un vezzo puramente italico guardare alla
negatività piuttosto che all’aspetto positivo. In questo siamo profondamente
diversi dalle altre popolazioni europee.
L’esempio classico: Dunquerke una sconfitta colossale trasformata in una vittoria e in una resistenza integerrima. Da noi Adua, Custoza, Lissa Caporetto sono stati sempre sinonimo di tragedie infinite con colpe e imputati, eppure ognuna di questa pagina meriterebbe magari uno studio approfondito. Oggi però è la giornata del ricordo e della testimonianza per tutti i nostri caduti e a loro deve andare la nostra riconoscenza
domenica 31 ottobre 2021
A proposito di proteste e di parallelismi con la storia
sabato 30 ottobre 2021
Il Leon ruggisce all'ultimo secondo, Ibra non basta
Cronaca di una partita folle quella maturata sul campo del Leon che gli Orange perdono al fischio finale dopo una ribattuta sulla linea e il tiro dell’attaccante lombardo che va a gonfiare la rete dei piemontesi a tempo scaduto. Una squadra tignosa quella del Leon che ha tenuto per tutti i 40 minuti un atteggiamento battagliero e si porta a casa un successo insperato per come si era messa la contesa. La partita è decollata a metà del primo tempo e Celentano e compagni mettono il naso avanti con una punizione millimetrica di Ibra, ma a parte un palo di rimbalzo il Leon non impensierisce mai Tropiano. Nella ripresa gli Orange hanno l’opportunità di rimpinguare il tabellino ma la bravura del portiere e l’imprecisione degli avanti tengono la partita in bilico. Alla tecnica Orange i lombardi rispondono con grinta e tenacia e su una palla rubata in ripartenza beffano Tropiano per il pareggio. Ma la situazione dura poco e ancora Ibra di rapina sotto porta manda avanti gli Orange. Negli ultimi cinque minuti il tecnico lombardo si gioca il portiere di movimento ma non sortisce grandi risultati ma è lesto l’attaccante lombardo su un'altra ripartenza e a 50 secondi dalla fine impatta per il 2 a 2. Patanè si gioca il portiere di movimento e per ben due volte la palla non ne vuole sapere d’entrare, anzi a un secondo dalla fine la beffa. Se il pari poteva stare stretto la sconfitta è proprio difficile da digerire, ma il campionato per fortuna è lungo
Leon vs Orange 3 – 2 ( 0 -1 pt)
Marcatori 2 Ibra
giovedì 28 ottobre 2021
Tutta la potenza della Radio: voce e narrazione
Per chi scrive la potenza delle onde medie di frequenza oltre che
prima palestra giornalistica ha sempre avuto un fascino incredibile. Innanzitutto
il contatto con il pubblico e con l’etere, il fatto che la tua voce possa
giungere nelle case, nelle auto e in ogni luogo in cui le onde hanno presa. Poi
il linguaggio radiofonico: diretto immediato pungente rapido. In tv devi
guardare la telecamera, i tuoi gesti possono confondere, c’è sempre una paura atavica
di primo piano. In radio hai di fronte il microfono ed è la potenza della tua
voce, la tua capacità di improvvisazione, anche di realizzare effetti speciali
artigianali. Il suono è vita, le parole sono potenti. Ed è bello che stia
tornando così in voga anche negli ultimi tempi. C’è stata la commistione tra
radio e tv visti su alcuni canali digitali, ma l’etere, il microfono alto nella
stanza, l’insonorizzazione e la ricerca del suono perfetto sono elementi unici.
Due poi gli elementi storici da ricordare e che magnificano la potenza della
radio, un'unica e un mezzo di distrazione di massa soprattutto negli anni
trenta del secolo breve. L’utilizzo del mezzo radiofonico da parte dei nazisti
che ne avevano intuito le potenzialità, bombardando a ripetizione gli
ascoltatori con le stesse informazioni e la trasmissione più angosciante e
incredibile effettuata da Orson Wells il 30 ottobre 1938: la guerra dei mondi,
che generò, anche in modo forse un po’ romanzato, pathos e paure collettive.
Insomma il consiglio è fatevi catturare dalla radio, dai conduttori e dalle narrazioni
e se siete giornalisti alle prime armi non disdegnate di fare gavetta anche in
una piccola radio di provincia, scoprirete un mondo
domenica 24 ottobre 2021
Più che il Milite ignota è la storia
103 anni fa di questi giorni cominciava la battaglia che
avrebbe dato finalmente dopo un secolo (a partire dai moti del 1821) l’agognata
Unità d’Italia alla nostra Nazione. Finalmente Trento e Trieste avrebbero fatto
parte dell’Italia. Una lotta costata tantissimo al nostro giovane stato: più di
600 mila morti, milioni di feriti, una pandemia pronta a prendere il sopravvento
e una crisi di identità politica ed economica di li a pochi mesi. Ma su una
cosa l’unità italiana fu cementata il famoso treno che portava a Roma su una
cassa in quercia su un affusto di cannone uno di quei tanti giovani che avevano
dato la vita per la patria ma che ahimè non erano, per mille e più motivi non
avevano un nome, caduti nella terra di nessuno e privi di riconoscimento. A migliaia
erano caduti cosi in tutti gli schieramenti, il ricordare una di quelle giovani
vite a memoria non voleva essere altro che una partecipazione a un dolore di
migliaia di madri e padri che avevano perduto il loro bene più prezioso,
portare a Roma uno di loro voleva dare l’idea di uno Stato che aveva cura dei
propri figli e che ne condivideva il sacrificio. Ma l’Italia è un paese che
spesso e volentieri perde la sua memoria, la storia viene studiata poco e male,
non c’è quell’attaccamento alle tradizioni che è il sale di altre nazioni,
pensiamo ai nostri vicini francesi o anche agli inglesi e ai tedeschi. Colpa
probabilmente di una società che ha sempre guardato al passato in malo modo
mettendo in evidenza più i passaggi negativi che quelli positivi. Più facile
che un giovane ricordi Caporetto che Vittorio Veneto, più facile che abbia a
memoria Adua la disfatta del 1896 che la vittoria di Agordat contro il Madhi
nel 1894. Eppure le pagine di storia sono piene di pagine in cui i nostri
colori e i nostri soldati si sono distinti per ardore, coraggio e inventiva (in
fin dei conti anche lo stesso Napoleone, tanto venerato dai francesi, seppur
corso aveva origini italiane). Ecco perché fa rumore il manifesto usato per
celebrare il centenario del Milite Ignoto italiano e di quel ricordo popolare, un
progetto ben strutturato dal punto di vista grafico ma assolutamente ignorante
della storia patria. Un atto non all’altezza del rispetto del sacrificio di
quelle centinaia di soldati italiani che si immolarono sul Carso e sul Piave.
Sarebbe bastato riproporre una tavola di Achille Beltrame, il celebre illustratore
della Domenica del Corriere, per dare un tocco di cultura e umanità. E invece
dobbiamo intravedere una cartina del Sudamerica e soldati di altra epoca e
nemmeno italiani. Tramandare e ricordare è un compito delle istituzioni e deve
essere fatto nel miglior modo possibile; la storia patria è un tesoro
inestimabile da valorizzare e da lasciare alle giovani generazioni perché capiscano
il sacrificio dei loro avi e sappiamo progettare un futuro migliore legato alle
aspettative dei loro avi.
sabato 23 ottobre 2021
Pokerissimo Orange alla terza di campionato
Pokerissimo di sorrisi Orange. La squadra di Patanè domina il terzo match stagionale e al Pala San Quirico supera 5-0 il Val d’Lans. Gli ospiti reggono nei primi minuti, un gran sigillo sul primo palo apre le danze. I valligiani sfiorano il gol con Siviero e Perino, ma i neroarancio dominano sotto il profilo delle occasioni. Sono 4 i legni colpiti nel primo tempo, il guizzo di Cannella e la doppietta di Ibra chiudono la frazione. Nella ripresa Cannella sfiora il sigillo da antologia al volo colpendo la traversa, Torino lotta come un leone a caccia del poker, che arriva in tap in per merito di Rudy Mendes. L’acuto finale è di Rivella da pochi passi per il 5-0.
Orange Futsal Asti vs Val D’lans 5 – 0 (3-0 pt)
Marcatori 2 Ibra (O) 1 Mendes, Rivella, Cannella (O)
sabato 16 ottobre 2021
Orange. Che peccato, un pari che sta stretto
Gli Orange tornano da Crema con un solo punto ed è un vero
peccato perché per come si era messa la partita sarebbe stato lecito puntare al
bersaglio grosso. Però Crema e soprattutto il Videoton nella scorsa stagione
hanno fatto male a Celentano e compagni, proprio la vittoria dei rossoblù nei
minuti finali costò la partecipazione ai play off e proprio nei minuti finali
solo uno per la precisione il tiro libero ha dato ai lombardi il pareggio per
tre pari sul parquet di Crema. Ma andiamo con ordine gli Orange impattano
meglio la partita e solo i pali negano la gioia della rete, glaciali invece i
padroni di casa che approfittano di un’amnesia difensiva e su punizione si
prendono il doppio vantaggio alla sirena dell’intervallo. Molto più efficace il
gioco degli uomini di Patanè nella ripresa al terzo ci pensa Mendes a dimezzare
lo svantaggio mentre il pareggio è di marca Ibra. La partita corre sui giusti
binari e Vitellaro a metà della ripresa mette la freccia per gli Orange. C’è anche
tempo per un libero ma l’occasione viene sprecata con un tiro che finisce a
lato mentre De Freitas a pochi secondi dalla sirena finale concretizza il tiro
libero che sancisce il risultato finale. Il rammarico c’è ma bisogna guardare
alla prossima partita in casa contro il Val d’Lans di sabato prossimo 23
ottobre.
Videoton Crema vs Orange 3 – 3 (2 -0 pt)
Marcatori
Primo tempo: De Freitas (V) e Usberghi (V)
Secondo tempo: Mendes (O ) Ibra (O ) Vitellaro (O ) e De
Freitas (V)
domenica 10 ottobre 2021
La Battaglia di Arausio, un disastro non troppo pubblicizzato
Proprio vero che più che l’evento
è come lo si comunica. Nell’impero romano o anche nel periodo repubblicano Roma
ha goduto di tantissimi fasti e di gloria millenaria anche quando vi sono state
sconfitte cocenti. Una delle lotte più cruente fu con i cartaginesi guidati da
Annibale, il condottiero cartaginesi creò seri problemi ai Romani nella
penisola e il suo capolavoro tattico fu senza dubbio Canne in Puglia sulle rive
dell’Ofanto. Roma era alla merce ma riuscì a salvarsi con la tattica migliore
il logoramento del Cunctator. Anche le famose Forche Caudine dei Sanniti furono
terribili e anche Spartaco creò grossi disagi, così come Crasso pagò dazio ai
Parti in quel di Carre, tutti disastri militari epocali. Ma nulla se paragonata
all’enfasi proclamata con la Selva di Teutoburgo nel 9 dopo cristo quando tre
legioni (non dieci o undici come negli altri disastri) e i loro carriaggi vennero
massacrati sul saliente di Kallkriese. Nell’immaginario e nei racconti
Ottaviano viene dipinto come in preda a un vero e proprio delirio onirico di
sconforto. Eppure il limes era ancora saldo, vi erano avamposti sicuri. Roma in
questo caso si riprese subito la rivincita contro Arminio nemmeno cinque anni
dopo a Idistaviso. Eppure i racconti, i giornalisti dell’epoca – cronachisti da
Annales – dipinsero il fatto come tragico. Forse erano passati troppi anni di
pace e prosperità e probabilmente questa sventura militare era vista come la
fine di un periodo di pace. Se facciamo però un salto indietro di poco più di
un secolo troviamo un altro evento nefasto, ma questa volta catastrofico. Se a
Kallkriese i romani persero 25.000 uomini a Arausio in Provenza nel 105 A.C. furono
80.000 le perdite dell’esercito romano con la penisola alla mercè di un’invasione
quella dei Cimbri e dei Teutoni. Le popolazioni del Nord dopo aver deviato
verso la Spagna cercano di tornare in Italia e ai confini Acque Sextiae e Campi
Raudi (Vercelli) Mario con l’aiuto della cavalleria di Silla ha la meglio e
praticamente massacra guerrieri e popolazione migrante. Eppure della battaglia
di Arausio e del disastro susseguente non ci sono molte cronache ne racconti.
Come al solito la differenza la fanno i giornalisti e quindi anche se la
sconfitta fu cocente all’epoca fu derubricata come un normale percorso di
crescita
sabato 9 ottobre 2021
Super Cannella e una grinta di squadra da vendere e gli Orange giocano un futsal magistrale
Buona la prima, l’Orange Futsal
Asti approccia da par suo il campionato con un robusto 7 a 0 la prima di
campionato contro il team sardo del Mediterranea; ma a dispetto del vantaggio
maturato sul campo non è stata una partita semplice da affrontare per gli
uomini di Patanè. Grinta e pressing sono stati l’arma vincente dei padroni di
casa che sospinti nel primo tempo da un incontenibile Cannella, che assist
quello realizzato a favore di Mendes per sbloccare la partita, e da visione
lucida dello stesso brasiliano hanno indirizzato il match a metà della prima
frazione di gioco. Solo nel finale di tempo i sardi sono riusciti a uscire dall’assedio
centrando un palo e costringendo Tropiano a un bell’intervento. Ma quando
Vitellaro a 56 secondi dalla sirena ha infilato il 4 a 0 che mandava al riposo
in vantaggio Celentano e compagni di fatto era una sentenza. Nella ripresa
Rufine chiama a una maggior incisività i suoi uomini che in qualche ripartenza
cercano di impensierire la difesa astigiana ma di fatto è la squadra di casa a
incidere in attacco con Vitellaro, Mendes e Torino che arrontondano il
risultato anche se l’azione più bella è un sinistro a incrociare di Rivella che
si stampa sulla traversa. Al fischio finale il tabellone recita 7 a 0 e per
Patanè questa è più di un’iniezione di fiducia
Orange Futsal Asti Vs
Mediterranea 7 – 0 (4 – 0 pt)
Primo tempo 8’29” Mendes (o) 9’30”
Cannella (O) 12’33” Vitellaro (O) 19’06” Vitellaro (0)
Secondo Tempo 2’54” Torino (o) 7’
09” Vitellaro 17’34” Mendes (o)
Ammoniti: Morrone e Celentano (O)
De Souza e Casu (M)
Il diritto di fischiare Gigio
Il caso sportivo della
settimana, la Nations League, un torneo di cui nessuno sentiva sicuramente la
mancanza e l’opportunità per l’Italia di giocarsi il pass per la finale a San
Siro contro la Spagna, precedentemente sconfitta alla semifinale degli europei,
ma la copertina viene presa dal ritorno di Gigio a Milano, colui che non per
viltade ma per pecunia fece il gran rifiuto. Il portierone presagendo l’aria
mefitica mette le mani avanti e si augura di non ricevere fischi sul verde
prato. Se avesse avuto la coscienza a posto sicuramente non avrebbe fatto una
dichiarazione del genere. Il resto è storia uno striscione della curva che non
ne esalta le qualità etiche e i fischi a profusione durante la partita. Nel
post gara poi il suo procuratore rincara la dose mettendo sul banco degli
imputati la sua ex società, rea di non averlo difeso. E come se non bastasse
gli alfieri del benaltrismo e dello stellone tricolore contro i fischiatori perché
non si dileggia uno che veste l’azzurro. Detto che questa storia è decisamente
stucchevole e denota una scarsa maturità del ragazzo che tra i pali è campione,
ma nella gestione delle emozioni si comporta ancora come un bimbo, rimane la
certezza che nella pubblica arena il pubblico abbia il diritto di fischiare una
persona che ha giocato con i sentimenti della propria squadra. La storia di un
talento che sboccia e che viene allevato a diventare campione, un atleta a cui
sul campo viene perdonato tutto, che incita il suo pubblico e che poi per vil
denaro, ma forse per ingordigia del suo procuratore (che belli i tempi in cui
gli agenti rimanevano dietro le quinte) abbandona la famiglia d’origine. Nessuno
critica questa scelta il professionismo te le fa fare ma prendere per i
fondelli la gente questo no e alla fine il tifoso reagisce fischiando è questo
è un suo diritto
domenica 3 ottobre 2021
Il corso della Storia: tribunali e giudizi a volte affrettati (Napoleone e Waterloo)
Il tribunale della Storia è il
nuovo libro di Paolo Mieli che uscirà il prossimo 5 ottobre e l’autore, ai
sensi della recensione di Andrea Purgatori sul Corriere di oggi che ne
tratteggia la filosofia, l’ha portato ad analizzare alcuni casi accaduti in
passato provando a riconsiderare e a ritracciare giudizi e sentenze, senza
essere presi dall’attualità in cui questi fatti sono accaduti. Ecco così che
Waterloo, da sempre riconosciuta come pietra miliare di sconfitta del prode
corso Napoleone, diventa una sorta di icona della grandezza napoleonica che
travalica il giudizio del tempo. Sicuramente il tempo e quindi di conseguenza
la storia è un giudice inflessibile, però se da un lato la grandezza dei
personaggi è certificata, mi sovviene l’immagine di un Napoleone che negli
ultimi anni della sua esistenza si sia macerato nel chiedersi o nel valutare i
passaggi “che lui reputava sbagliati” della sua esistenza. Una malcelata
frustrazione su obiettivi e idealità disattese. Se da un lato quindi, immagino,
il libro di Mieli dovrebbe avere un obbligo di giustizia postuma, dall’altro probabilmente
aumenta a dismisura la vulgata dell’informazione e del tramandare le
informazioni che di fatto costituisce l’ossatura generale della storia. Noi
sappiamo quello che i posteri ci hanno voluto tramandare, anche perché questo è
il ruolo delle fonti, l’interpretazione invece quella è sempre soggettiva. Per
cui Napoleone è sicuramente stata una figura fondante della modernità, ma lui
quale immagine avrebbe voluto per se ? questa forse meriterebbe un altro
scritto o libro
mercoledì 29 settembre 2021
Attrazione fatale per le notti di Champions
Sinceramente non ho visto la
partita tra I colchoneros e i ragazzi che ha segnato il ritorno dopo sette
lunghi anni nell’empireo europeo del calcio, questa traversata nel deserto mi
ha ricordato un po’ gli anni settanta che dopo i fasti iniziali abbiamo percorso,
a fari spenti nella notte, spesso eliminati nella terza competizione europea da
squadra che di blasone non avevano nemmeno lo scudo cucito sulla maglia. Eppure
a guardare gli highlight sembrava di essere tornati ai fasti del decennio
scorso: voglia e corsa. La strada è quella giusta e non sarà un kebabbaro a sbarrarcela
anche dovessimo finire anzitempo l’avventura. C’è un gioco e con l’esperienza
arriveranno i successi che competono alla bacheca. Abbiamo perso queste prime
due partite contro un avversario che l’ha vinta due stagioni orsono al culmine
di un percorso di crescita e contro una squadra sorniona che da dieci anni
staziona nei piani alti e per ben due volte l'ha solo sfiorata. L’Europa è il
palcoscenico che ci compete, l’atmosfera infrasettimanale, le luci, il boato
alle reti, l’inno cantato. San Siro per chi non ha vissuto un live Champions è
uno spettacolo unico. C’è chi la coppa la sogna da anni, chi la gioca ma non la
tocca e chi ne segna il percorso: ecco noi siamo quelli li, l’attrazione è
unica e prima o poi torneremo sul tetto è solo una questione di tempo
martedì 28 settembre 2021
Pascolati: "la lezione appresa dal periodo covid ? aver compreso che lo sport per noi Orange è veramente parte della nostra vita"
Mentre la prima squadra ha
affrontato il Lecco, la compagine che nella scorsa stagione ha vinto il girone
A della serie B, portando a casa una sconfitta ma ottenuta a ranghi ridotti e
dopo aver combattuto fino alla fine abbiamo incontrato il Presidente Piergiorgio
Pascolati con il quale abbiamo fatto il punto sulla passata stagione ma anche
guardato ai traguardi della prossima
1) Presidente qual è la
lezione che si è imparata nel mondo dello sport dopo la passata stagione
contrassegnata dalla pandemia ? Lo sport è sacrificio, disciplina, motivo
di gioie e delusioni intense, è fatto di regole, di legami tra compagni
provenienti da realtà ed oggi anche culture diverse. E' rispetto, è saper
relazionarsi con compagni e avversari, è stimolo a migliorarsi, a cercare di
superare i propri limiti. Quando la pandemia ti toglie tutto ciò, e tu ne senti
l'assoluta mancanza, allora vuol dire che sei sulla strada giusta e che sei in
una società in cui i valori della vita vengono prima dei risultati. Ecco qual è stata la vera lezione: aver avuto
il modo di comprendere se lo sport era per noi veramente parte della nostra
vita. La risposta è stata affermativa, per cui oggi si riprende con la tale
consapevolezza.
2) Una stagione quella
precedente pur con tutte le difficoltà, tamponi covid ha visto la società
destreggiarsi bene arrivando a un soffio dai play off e conquistare una finale
nazionale di coppa italia con i giovani.
Occorre solo fare i complimenti a
tutto lo staff tecnico che ha dovuto affrontare e superare tutte le difficoltà
derivate dalla pandemia per permettere ai ragazzi di scendere in campo. Ma ciò
è figlio di quella volontà di cui abbiamo detto e della voglia dei ragazzi di
fare sport. Sulla qualità della rosa devo poi dire che è il frutto del lavoro
che la società ha intrapreso con i ragazzi
3) Gli Orange non hanno fatto
mai mistero di puntare tantissimo sui giovani quanto paga una filosofia del
genere ? Intanto paga dal punto di vista umano. Si tolgono dalla strada i
ragazzi e gli si dà l'opportunità di avere una scuola di vita oltre che
sportiva. secondo oggi avere un vivaio è l'unica possibilità per fornire ai
ragazzi la possibilità di cimentarsi in campionati di alto livello; i costi per
acquistare giocatori già formati ormai non sono rapportabili alle possibilità
economiche di gran parte delle società. Inoltre tali investimenti toglierebbero
risorse proprio agli investimenti per e sui giovani. Poi ci sono le eccezioni ma
si è visto che queste durano il tempo di un battito d'ali.
4) Nuova stagione quali gli
obiettivi e come fare per raggiungerli? Quest'anno abbiamo innestato alla
rosa già buona giocatori di qualità: tutti che ci tenevano a giocare per l'Orange.
E questo per me è la cosa più importante. Onorati di poter giocare con l'Orange.
Qui di la società ha fatto già tutto ciò che poteva senza mai superare i propri
limiti. come fare per raggiungere magari una A2? C'è lo diranno i giocatori e
l'allenatore
5) quanto conterà il ritorno del pubblico nei palazzetti?
Molto. lo sport è di tutti... atleti e spettatori ... Il giorno della partita
deve essere una festa per tutti
6) cosa ti aspetti dalla prima
squadra e dai giovani ? Pretendo serietà' rispetto delle regole, delle
gerarchie, dei ruoli. Mi aspetto impegno ed entusiasmo e che si ricordino come
era triste non potersi allenare e giocare in piena pandemia... ora che lo
possono fare siamo entusiasti. I risultati?... vincere per me, uomo di sport è
sempre stato prioritario, voler vincere vuol dire alzare sempre l'asticella; l'importante
semmai è perdere sapendo che di più non potevi dare.
lunedì 27 settembre 2021
Quella volta che i biellesi gestivano il Governo (1864)
28 settembre 1864 dovrebbe essere
ricordato come un momento fausto per i biellesi, infatti proprio in quella
giornata viene varato il Governo che ha come Presidente del Consiglio Alfonso Ferrero
della Marmora, che detiene l’interim degli Esteri e della Marina e che ha
Quintino Sella come Ministro delle Finanze. Biella rules verrebbe da dire. Ed è
un Governo importante per l’Unità d’Italia, prima perché di fatto ratifica la
Convenzione di settembre, l’accordo con la Francia che di fatto blocca le mire
espansionistiche dei Sabaudi per conquistare Roma e poi per la legge che
sancisce l’unificazione legislativa fra le varie regioni risorgimentali
italiane ancora soggette a diversi codici retaggio del recente passato. Siamo
anche nel periodo in cui la capitale viene trasferita da Torino a Firenze e in
cui vengono mosse le trattative riservate con la Germania per poter arrivare al
Veneto, insomma i prodromi della III guerra d’indipendenza. Ma come molti governi
italiani, quello di Lamarmora non dura tantissimo cade per un solo voto 197
contro 196 sui servizi di tesoreria da affidarsi alla banca d’Italia. La prova
di forza di Lamarmora non funziona e così il Ciampolillo di turno ne prova la
caduta. Lamarmora torna in sella subito con il terzo mandato, che però dura sei
mesi per colpa della Guerra per il Veneto, si dimette il 20 giugno 1866, perde
a Custoza e non farà più il PDCM. Sic transit gloria Mundi
giovedì 9 settembre 2021
Caccialupi, Orange Futsal "Ci sono cinque/sei formazioni in grado di lottare per il primato della serie B"
Il
prossimo 9 ottobre scatterà il campionato di serie B e in quell’occasione al
Palasanquirico sarà di turno la squadra sarda del Mediterranea, una delle
quattro compagini isolane del raggruppamento che vede un girone di cui fanno
parte anche le quattro piemontesi dove, oltre agli Orange, troviamo il Val d’lans,
Avis Isola e Fucsia Nizza e cinque squadre lombarde. Le 13 formazioni si
daranno battaglia per un campionato quanto mai equilibrato nelle posizioni di
vertice ma in cui la squadra allenata da Patanè non nasconde certo le sue
ambizioni. «Abbiamo allestito
certamente un roster competitivo, inserendo in organico elementi esperti e
confermando il blocco della passata stagione - ammette il direttore generale
Marco Caccialupi - Rispetto alla scorsa annata, dove figurava una grande
favorita, l’Elledì, promossa poi attraverso i playoff, non c’è una corazzata
assoluta ma cinque-sei formazioni in grado di lottare per il primato. A mio
avviso fanno parte del lotto anche le tre astigiane: la neopromossa Avis Isola
ha tutto per essere la rivelazione del campionato, il Fucsia Nizza è completo
in ogni reparto e decisamente solido, in generale tutte e tre le squadre hanno
allenatori di elevata caratura, che sono una garanzia». Stupisce la presenza di
ben quattro sarde nel Girone: «Ovviamente questo aspetto comporta un sensibile
aumento delle spese per le società e forse si poteva far qualcosa per evitarlo.
Ci siamo mossi probabilmente un po’ tardi, speriamo di adoperarci con compattezza
per migliorare lo scenario nella prossima stagione». Nel frattempo la
squadra fatica in palestra, alla seconda settimana di preparazione, per trovare
la forma migliore e per partire al meglio all’avvio della stagione agonistica
domenica 5 settembre 2021
Fenomenologia di Fuoriluogo
Bisogna fare i
doverosi complimenti agli organizzatori di Fuoriluogo, la kermesse giunta alla
settima edizione a Biella perché finalmente uno degli spiriti che hanno animato
negli anni scorsi molte realtà piemontesi, prime fra tutte Dogliani e Barolo, è
stato riportato e recepito anche a Biella. Costruire un evento che annovera mille
e più incontri, tra presentazioni e chiacchierate con autori e opinion diventa
quanto mai il sale di una cultura orale, e non solo, in grado di smuovere le
coscienze ma soprattutto di instillare una conoscenza diffusa nelle persone che
ne sapranno usufruire. Non è più il tempo dei grandi eventi, e in questo non
c’entra sicuramente la pandemia, ma avere opportunità di conoscere la firma che
sta dietro a un articolo, a un saggio, e magari conversare con lo stesso, aiuta
lo spettatore e il pubblico a immedesimarsi con l’autore e al tempo stesso
all’autore a percepire i gusti e le esigenze di chi sta di fronte. Storia
cultura generale, enogastronomia, economia sono i temi che contraddistinguono
questi incontri, per assurdo sempre di essere tornati al tempo antico quando i
menestrelli viaggiavano di contrada in contrada per raccontare le loro storie.
E’ una socialità nuova, un immersione quanto mai utile per uscire magari dalla
realtà virtuale e per toccare con mano storie e temi nuovi ma è anche l’essenza
di quello che potrebbe essere il futuro della comunicazione, un mondo fatto di
multicanalità ma che non deve esclusiva bensì con una tecnologia al servizio
della gente. Per cui il consiglio è fatevi il selfie con l’autore ma
ascoltatelo dal vivo
venerdì 3 settembre 2021
4 settembre 476
venerdì 27 agosto 2021
Sic transit gloria mundi
Come i vecchi gladiatori, i
giocatori massima espressione del tifo panem et circensem, passano
rigorosamente dall’altare alla polvere in men che si dica. E così dopo tre anni
passati a incensare l’extraterrestre quale sommo e divino vate calcistico, oggi
lo stesso fugge a gambe levate, pardon con Renegade oscurato e a dire le peggio
cose. Che sia un campione nessuno lo mette in dubbio, ha numeri di alta scuola
ed è in grado da solo di cambiare il destino di una partita; ma il calcio è
gioco collettivo. Faccio il paragone con un altro extraterrestre come Dinho
arrivato al Milan nel 2008, una gioia vederlo giocare, ma di titoli nemmeno l’ombra,
perché questi giocatori sono un lusso in una squadra di campioni, figuriamoci
in una di comprimari. Alla fine un Milan meno pompato di quello del 2005 (kakà,
Crespo, Stam, Sheva) portò a casa il trofeo definito porta-ombrelli due anni dopo con una squadra più
coesa. Il tifoso deve essere paziente e guardare sempre in modo acritico la sua
creatura fidandosi del lavoro della sua Dirigenza. Chi è rossonero è stato
travolto nell’estate delle cose formali della banda cinese, ma poi se abbiamo
voluto tornare nell’empireo del football abbiamo avuto bisogno dell’esperienza
e della qualità di un capitano che lo era in campo e lo è diventato anche
dietro la scrivania: Paolo Maldini. Insomma non facciamoci travolgere dal
momento ma guardiamo alla squadra nella sua interezza; poi per carità i
campioni vanno e vengono i colori restano
Contro la Corrazzata Reggio Emilia si lotta fino alla fine
Si andava in casa della capolista contro un gruppo che non ha mai perso e ha solo concesso un pareggio nelle partite precedenti. L’abbiam...
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Finale convulso al Palabrumar a 59 secondi dalla fine Borgnetto si accascia a centrocampo mentre aveva la palla, Boscaro si invola e Tres D...
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(fonte www.arkistudio.eu) TUA MADRE E’ MORTA La parola Collegio ha sempre evocato nelle menti di tutti una connotazione negativ...
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La partita perfetta non esiste di solito, ma quella disputata al Palabrumar, oggi, per l’Orange Futsal ha tutti i crismi per diventarla. U...