Per chi scrive la potenza delle onde medie di frequenza oltre che
prima palestra giornalistica ha sempre avuto un fascino incredibile. Innanzitutto
il contatto con il pubblico e con l’etere, il fatto che la tua voce possa
giungere nelle case, nelle auto e in ogni luogo in cui le onde hanno presa. Poi
il linguaggio radiofonico: diretto immediato pungente rapido. In tv devi
guardare la telecamera, i tuoi gesti possono confondere, c’è sempre una paura atavica
di primo piano. In radio hai di fronte il microfono ed è la potenza della tua
voce, la tua capacità di improvvisazione, anche di realizzare effetti speciali
artigianali. Il suono è vita, le parole sono potenti. Ed è bello che stia
tornando così in voga anche negli ultimi tempi. C’è stata la commistione tra
radio e tv visti su alcuni canali digitali, ma l’etere, il microfono alto nella
stanza, l’insonorizzazione e la ricerca del suono perfetto sono elementi unici.
Due poi gli elementi storici da ricordare e che magnificano la potenza della
radio, un'unica e un mezzo di distrazione di massa soprattutto negli anni
trenta del secolo breve. L’utilizzo del mezzo radiofonico da parte dei nazisti
che ne avevano intuito le potenzialità, bombardando a ripetizione gli
ascoltatori con le stesse informazioni e la trasmissione più angosciante e
incredibile effettuata da Orson Wells il 30 ottobre 1938: la guerra dei mondi,
che generò, anche in modo forse un po’ romanzato, pathos e paure collettive.
Insomma il consiglio è fatevi catturare dalla radio, dai conduttori e dalle narrazioni
e se siete giornalisti alle prime armi non disdegnate di fare gavetta anche in
una piccola radio di provincia, scoprirete un mondo
giovedì 28 ottobre 2021
Tutta la potenza della Radio: voce e narrazione
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