Il tribunale della Storia è il
nuovo libro di Paolo Mieli che uscirà il prossimo 5 ottobre e l’autore, ai
sensi della recensione di Andrea Purgatori sul Corriere di oggi che ne
tratteggia la filosofia, l’ha portato ad analizzare alcuni casi accaduti in
passato provando a riconsiderare e a ritracciare giudizi e sentenze, senza
essere presi dall’attualità in cui questi fatti sono accaduti. Ecco così che
Waterloo, da sempre riconosciuta come pietra miliare di sconfitta del prode
corso Napoleone, diventa una sorta di icona della grandezza napoleonica che
travalica il giudizio del tempo. Sicuramente il tempo e quindi di conseguenza
la storia è un giudice inflessibile, però se da un lato la grandezza dei
personaggi è certificata, mi sovviene l’immagine di un Napoleone che negli
ultimi anni della sua esistenza si sia macerato nel chiedersi o nel valutare i
passaggi “che lui reputava sbagliati” della sua esistenza. Una malcelata
frustrazione su obiettivi e idealità disattese. Se da un lato quindi, immagino,
il libro di Mieli dovrebbe avere un obbligo di giustizia postuma, dall’altro probabilmente
aumenta a dismisura la vulgata dell’informazione e del tramandare le
informazioni che di fatto costituisce l’ossatura generale della storia. Noi
sappiamo quello che i posteri ci hanno voluto tramandare, anche perché questo è
il ruolo delle fonti, l’interpretazione invece quella è sempre soggettiva. Per
cui Napoleone è sicuramente stata una figura fondante della modernità, ma lui
quale immagine avrebbe voluto per se ? questa forse meriterebbe un altro
scritto o libro
domenica 3 ottobre 2021
Il corso della Storia: tribunali e giudizi a volte affrettati (Napoleone e Waterloo)
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