Proprio vero che più che l’evento
è come lo si comunica. Nell’impero romano o anche nel periodo repubblicano Roma
ha goduto di tantissimi fasti e di gloria millenaria anche quando vi sono state
sconfitte cocenti. Una delle lotte più cruente fu con i cartaginesi guidati da
Annibale, il condottiero cartaginesi creò seri problemi ai Romani nella
penisola e il suo capolavoro tattico fu senza dubbio Canne in Puglia sulle rive
dell’Ofanto. Roma era alla merce ma riuscì a salvarsi con la tattica migliore
il logoramento del Cunctator. Anche le famose Forche Caudine dei Sanniti furono
terribili e anche Spartaco creò grossi disagi, così come Crasso pagò dazio ai
Parti in quel di Carre, tutti disastri militari epocali. Ma nulla se paragonata
all’enfasi proclamata con la Selva di Teutoburgo nel 9 dopo cristo quando tre
legioni (non dieci o undici come negli altri disastri) e i loro carriaggi vennero
massacrati sul saliente di Kallkriese. Nell’immaginario e nei racconti
Ottaviano viene dipinto come in preda a un vero e proprio delirio onirico di
sconforto. Eppure il limes era ancora saldo, vi erano avamposti sicuri. Roma in
questo caso si riprese subito la rivincita contro Arminio nemmeno cinque anni
dopo a Idistaviso. Eppure i racconti, i giornalisti dell’epoca – cronachisti da
Annales – dipinsero il fatto come tragico. Forse erano passati troppi anni di
pace e prosperità e probabilmente questa sventura militare era vista come la
fine di un periodo di pace. Se facciamo però un salto indietro di poco più di
un secolo troviamo un altro evento nefasto, ma questa volta catastrofico. Se a
Kallkriese i romani persero 25.000 uomini a Arausio in Provenza nel 105 A.C. furono
80.000 le perdite dell’esercito romano con la penisola alla mercè di un’invasione
quella dei Cimbri e dei Teutoni. Le popolazioni del Nord dopo aver deviato
verso la Spagna cercano di tornare in Italia e ai confini Acque Sextiae e Campi
Raudi (Vercelli) Mario con l’aiuto della cavalleria di Silla ha la meglio e
praticamente massacra guerrieri e popolazione migrante. Eppure della battaglia
di Arausio e del disastro susseguente non ci sono molte cronache ne racconti.
Come al solito la differenza la fanno i giornalisti e quindi anche se la
sconfitta fu cocente all’epoca fu derubricata come un normale percorso di
crescita
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