1545 anni fa finiva il mondo come era stato conosciuto
nei mille anni precedenti. Tutto questo fa parte di una sorta di corso e
ricorso di storia, gli imperi e le nazioni nascono, prosperano ma poi alla fine
sono costrette a evolversi o a perire. Roma aveva raggiunto la sua massima
espansione nel II secolo dopo cristo, con gli imperatori d’adozione. Ma proprio
nel suo momento di massima espansione l’Impero coltivava in sè i germi di una
improvvisa anche se non tanto repentina caduta. Troppi fattori ne avrebbero
portato alla definitiva scomparsa. I confini innanzitutto troppo ampi da
difendere, una costruzione dello Stato non più gerarchica e meritoria ma quanto
mai frazionata in cui la corruzione regnava sovrana. La contaminazione fra
popoli molto distanti fra loro avrebbe creato il resto, un esercito non più di
coscritti ma con molti elementi mercenari avrebbe poi dato il via alla
liquefazione. E così il 4 settembre del 476 Odoacre re degli Eruli, un ennesima
popolazione che veniva dal nord, dallo Jutland, deponeva il giovane Flavio
Romolo Augusto, detto Augustolo perché ancora piccino (12 enne). Curiosamente
il giovane nel suo nome albergava i titoli di Romolo primo re di Roma e di
Augusto il primo imperatore e quindi in una sorta di nemesi si concludeva con
lui una storia millenaria. Nulla sarebbe stato più come prima
venerdì 3 settembre 2021
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