domenica 17 giugno 2012

Rai International: tagliare qualche spesa all'europeo no ?


E’ fuor di dubbio che uno dice che non ha voglia di guardare il calcio in tv, che la Nazionale non è come la squadra di club, ma poi senti l’inno, vedi il prato verde, il nugolo di tifosi e tifose allo stadio e cominci a seguire le azioni, un po’ per il fantacalcio, un po’ per spirito di parte e quindi esce a poco a poco il tifo e quindi sei naturalmente invischiato. Sere dopo sere, anche solo per gli highlights sei li a pendere dai commenti dei telecronisti. Pensavo che le telecronache di certi giornalisti fossero uniche e invece è sempre peggio, e quel che è strano è che certi commenti sono frutto di personaggi che hanno calcato questi palcoscenici e invece di dare commenti tecnici e forbiti, si lasciano prendere dalla fregola del microfono e si lanciano in improbabili azioni di simpatia. Non so lo spiegamento di forze ma credo che il bilancio delle trasferte di mamma rai in ucraina e polonia stia rasentando il peso di una finanziaria. Certo, ore di trasmissioni, ma poi ci sono le dirette, i dibattiti, il doppio telecronista ecc. MI rammento l’impegno della casa nazionale televisiva al Sestriere nel 2010  con fior di giornalisti tecnici ecc, una nazionale nella nazionale.  L’eventuale eliminazione dell’Italia taglierebbe la spedizione ma questa rimarrebbe comunque corposa. Mi chiedo se in un momento difficile non sarebbe il caso anche per l’elefantiaco cavallino di Viale Mazzini di ridimensionarsi e di imparare dalle tv commerciali da sempre sensibili a temi come risparmi e sinergie

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