E’ fuor di dubbio che uno dice
che non ha voglia di guardare il calcio in tv, che la Nazionale non è come la
squadra di club, ma poi senti l’inno, vedi il prato verde, il nugolo di tifosi
e tifose allo stadio e cominci a seguire le azioni, un po’ per il fantacalcio,
un po’ per spirito di parte e quindi esce a poco a poco il tifo e quindi sei naturalmente
invischiato. Sere dopo sere, anche solo per gli highlights sei li a pendere dai
commenti dei telecronisti. Pensavo che le telecronache di certi giornalisti
fossero uniche e invece è sempre peggio, e quel che è strano è che certi
commenti sono frutto di personaggi che hanno calcato questi palcoscenici e
invece di dare commenti tecnici e forbiti, si lasciano prendere dalla fregola
del microfono e si lanciano in improbabili azioni di simpatia. Non so lo
spiegamento di forze ma credo che il bilancio delle trasferte di mamma rai in
ucraina e polonia stia rasentando il peso di una finanziaria. Certo, ore di
trasmissioni, ma poi ci sono le dirette, i dibattiti, il doppio telecronista
ecc. MI rammento l’impegno della casa nazionale televisiva al Sestriere nel
2010 con fior di giornalisti tecnici
ecc, una nazionale nella nazionale. L’eventuale
eliminazione dell’Italia taglierebbe la spedizione ma questa rimarrebbe
comunque corposa. Mi chiedo se in un momento difficile non sarebbe il caso
anche per l’elefantiaco cavallino di Viale Mazzini di ridimensionarsi e di
imparare dalle tv commerciali da sempre sensibili a temi come risparmi e
sinergie
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