Chi mi conosce sa come la penso,
l’attuale governo, purtroppo da noi sostenuto, non sta brillando per attività e
per capacità (in ambito fiscale ed economico), certo sempre meglio di quello precedente il guaio è che noi siamo
stati presi dall’ex premier e avremmo fatto di tutto per farlo fuori,
politicamente si intende, purtroppo non abbiamo debellato il berlusconismo di
cui sono afflitti milioni di italiani e il guaio e che avendo mancato la grande
opportunità qualche mese fa potremmo ritrovarcelo di nuovo davanti.
Ora ci si sta concentrando sul
futuro di un partito che piaccia o non piaccia rappresenta il movimento, al
netto degli scandali, su cui la gente crede e affida il proprio destino, credo
che la dirigenza debba fare uno scatto in avanti e dare delle risposte, prima
di tutto il concetto base quello della rappresentatività. E venuto il momento
veramente di cambiare la classe dirigente nazionale. Fare politica vuol dire
essere al servizio, non deve essere un lavoro, e sarebbe anche utile che ci fosse
un limite. Dieci anni sono tanti per chi vuol fare politica in modo serio,
dopodichè anche per avere una freschezza di idee, utile il ricambio, non solo
generazionale, ma fatto da persone che vivono del proprio lavoro e che magari
quando un ministro tecnico si mette a dissertare di partite iva sa di cosa sta
parlando.
Mi piacerebbe anche, per evitare
i Calearo di turno che chi si candida nel momento in cui cambia idea, legittimo
per carità, si dimetta dal ruolo
elettivo, questo per rispetto nei confronti del popolo che lo ha
eletto con un mandato preciso, ma ho paura che questo purtroppo rimanga utopia.
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