C’era l’orgoglio di una città e
del suo territorio, sotto la regia del collega Alex Tacchini, Vercelli ha festeggiato i suoi campioni, la Pro è tornata
grande protagonista del calcio italiano, certo i sette scudetti sono merce rara
e difficilmente riconquistabile, però oggi lo scudetto vuol dire stare nel
calcio professionistico, quello delle quaranta compagini che frequentano la
serie A e B. E magari ci può scappare pure un ottavo di coppa Italia contro i
grandi squadroni, magari Pirlo o Ibra calcheranno il palco del Robbiano. Ma
questo è il futuro, il presente è fatto di un gruppo coeso che ha raggiunto un
brillante risultato, frutto della perseveranza della società e di un allenatore
che conosce molto bene il calcio, quel Braghin che ha calcato i campi di decine
di squadre. Una squadra che è degna rappresentanza del suo allenatore, sergente
di ferro. Ma si tratta di un finto burbero come abbiamo avuto modo di vedere
nella doppia finale con il Carpi. In un anno che ha consacrato il calcio
piemontese come uno dei migliori – juve – torino – cuneo e pro vercelli, è
bello tornare indietro e ripensare al calcio che aveva fatto grande la
provincia. Almeno lasciatemelo pensare fino al prossimo fischio d’inizio.
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