Era il refrein dell’ultima campagna mediatica di Mediaset, e lui il guitto del Milan era li giocarsela come sempre, un campione di comunicazione, nella giornata degli addii sul campo, tutti in lacrime lui no, tanto è vero che poi si era pensato a un ripensamento del campione milanista e a un anno magari da comprimario. Ma lui no, ha voluto un addio come si conviene a un campione della comunicazione, la sala dei trofei del Milan, Via Turati, il suo numero dieci stampigliato, quei dieci trofei che ha aiutato a vincere, tutti sul campo, come oramai si usa dire. Un genio calcistico capace di numeri eccelsi a lunghe pause. Pause che magari facevano storcere il naso al palato fine di San Siro, che facevano forse di lui un indolente. Ma il suo non era un gioco banale e anche la pause facevano parte di un sistema di gioco particolare volto a esaltare giocate fini e pungenti. Sempre allegro mai uno scazzo anche se qualche volta quest’anno ne avrebbe avuto donde, capace ancora di essere decisivo sul campo con quel suo sorriso a 36 denti. Se ne va da campione giocherà, ancora per poco, ma non credo che lo rivedremo come allenatore, lui è uomo immagine copertina e comunicazione, sono sicuro che farà ancora parte della società e probabilmente prenderà quel posto che fu di Leonardo ma questa volta senza tradimenti Clarence vero ? sempre dieci.
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