venerdì 7 settembre 2012

Alla ricerca di Nemo

Lontani i tempi in cui le bandiere del calcio venivano ammainate direttamente sul campo, ora i grandi campioni, idoli incontrastati delle folle pedatorie, causa riforma Fornero, sono costretti ad andare a lavorare e per di più all’estero, Gattuso fa l’emigrante in Svizzera, Nesta gira per il Commonwealth e lui l’uomo che beve acqua in continuazione verso l’Australia e Sidney. Mi è venuto in mente il film di Sordi: “Bello onesto serio sposerebbe ….. ecc” e un sorriso mi si è stampato in volto. Contratto sicuramente principesco e calcio sicuramente più rilassante. Più rilassante ???? Giocare a calcio è un privilegio non una fatica se poi hai stoffa e numeri allora perché li devi perdere inseguendo una follia che si chiama paura di invecchiare. Perché la gente i campioni, non si rassegnano al tempo che passa e lasciano la palla a colleghi più giovani e si dedicano ad altre professionalità. Non è da tutti lavorare divertendosi, si divertano a rimanere nel mondo del pallone con altre attività, le occasioni non mancano: procuratori, giornalisti, uomini marketing e chi più ne ha più ne metta. E’ molto meglio ricordare grandi azioni che vedere campioni sorpassati da meno famosi colleghi. Io provo ancora un immensa nostalgia per il cigno di Utrecht, scomparso calcisticamente a soli 28 anni, d’accordo era infortunato ma invece che trascinarsi ha cambiato uno stile di vita e allora tu ti ricordi dei momenti migliori. Spiace che la società che lo ha consacrato lo abbia lasciato andare così, ma fare l’emigrante, seppur di lusso, sminuisce forse un uomo e la sua carriera.

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