Se c’è una cosa che non mi sta appassionando in questo momento sono le primarie sui nomi all’interno del Partito Democratico, come iscritto mi aspetterei di conoscere più che i duellanti e il loro nome, le proposte politiche economiche e le alleanze future. Invece si va avanti per schemi e per semplificazioni, giovani contro vecchi, slogan vuoti contro altri slogan ancora più incomprensibili. Mentre sono sicuro che occorra un impegno da parte di tutti per far si che si mette a disposizione lo faccia non come professione, non è comprensibile che ci siano politici sulla breccia da oltre vent’ anni, a Roma come in periferia. E’ altrettanto vero che servono proposte innovative e concrete. Oggi sul Mondo si parla di Renzonomics, ovverosia la proposta economica dello sfidante di partito. Ma la proposta sembra veramente flebile, si va dalla vendita del patrimonio immobiliare ( quando vendi non porti mai a casa quello che chiedi e il mercato è sempre composto da domanda e da offerta, ma in questo momento c’è domanda mi chiedo ?) alla lotta all’evasione (ma ci sono veramente tutti questi ladri oppure il problema è un altro – tabelle presunte che vedono in 120 miliardi di euro come base aggredibile e stimano in 30 miliardi il recupero sono reali o fasulle ?) per arrivare agli aiuti alle PMI con il riallocamento di 20 miliardi alle PMI senza però la benché minima spiegazione sul come riutilizzarli. Non sono un candidato ma mi permetto alcuni suggerimenti; in Italia non è stata fatta una vera spending review, le spese folli degli apparati, in primis quelli dei fondi ai partiti che devono essere concessi (per fare vera politica) sulla base di vere rendicontazioni e siano dati in periferia e non a Roma. Guardare realmente e calmierare le spese militari, si a soldati specializzati e che sappiano fare bene il proprio lavoro, ma evitiamo di fare i gendarmi del mondo se non abbiamo i soldi, evitando tra l’altro acquisti di macchinari sofisticati come gli F35 (90 apparecchi per fare quattro squadriglie ?????). Facciamo in modo che gli istituti di credito siano strumenti nelle mani di aziende e non degli agenti di recupero crediti. Agevolazioni al mondo del commercio e aumento delle opportunità di acquisto, più commercio più economia in circolo. Ma per fare questo occorrerebbe che in futuro il lavoro che dovrebbe essere garantito per tutti, in modo palese fondi le retribuzioni su due parametri, un fisso minimo garantito e un incentivo sulla base della produttività: sia nel settore privato che in quello pubblico. Un deciso intervento sulle retribuzioni dei Dirigenti pubblici con dei tetti stabiliti. E un deciso investimento sulle politiche culturali e sulla nostra risorsa primaria: cultura storia e turismo questo deve essere la nostra fonte principale di finanziamento futuro (vendendo non il nostro patrimonio immobiliare, ma la nostra conoscenza): ne guadagneremmo tutti in modo tangibile.
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