lunedì 24 settembre 2012

Se Atene piange Sparta non ride

Con questa messaggio storico ho parafrasato l’eccidio del calcio milanese in una giornata uggiosa di meta settembre. Lontani i fasti del periodo aureo del 2007 per il Milan e del 2010 per il Perfido Biscione in cui San siro era una fortino inespugnabile. Ora le orde genovesi, bergamasche, romane e senesi pascolano sull’erba sintetica e sul prato da biliardo che è la nostra casa. Le truppe casalinghe di tifosi sono sempre più esigue tra una spending review casalinga e una oggettiva voglia di non applaudire i pur bravi volonterosi che si fanno uccellare a ogni piè sospinto. Milano non è più caput mundi e guardare i trofei impolverati in bacheca mette ancor più tristezza. Certo la decadenza è stata figlia di scelte oneste e coraggiose, fatte con la pancia sazia e senza la cattiveria agonistica che anima magari dirimpettai che hanno qualcosa da farsi perdonare, vedi alla voce Venaria. Non siamo inferiori e allora che succede, colpa dei giocatori, colpa della società ancora meno, colpa del nocchiero magari può darsi, colpa anche della stampa che si attira addosso sfighe celestiali ? ancora più probabile.  Cura e medicina ? nell’antichità alla fine le due civiltà differenti si unirono e furono conquistate da altri popoli e da altri territori, non credo sia il caso delle nostre realtà, un appannamento temporaneo, purché la società costruisca un percorso e si dia un identità e un progetto concreto, così anche noi potremo tornare a vincere e se le sfide con il biscione saranno all’insegna della Champions e dello scudetto come nel 2002/2003 allora tanto meglio, c’è poi più gusto a vincerlo

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