Oramai non è più un luogo di divertimento ma una lunga sequela di divieti, il tutto sempre nell’ottica e nell’esigenza di dare un mano e un sostegno a chi va allo stadio, sembra di essere tornati nel medioevo. Leggi, leggine, balzelli, lo striscione no, deve essere visto, no le bottigliette no perché poi le tiri, no l’accendino no, perché poi lo tiri, no l’ombrello no, perché poi diventa un corpo contundente. Ora fai la tessera, fatti schedare, non per motivi di sicurezza ma perché ti mandano a casa una lunga sequela di proposte commerciali. Gli stadi assomigliano sempre più a cattedrali nel deserto, cifre che sarebbero viste come sinonimo di salute a Novara ventimila abbonati si perdono nel tempio del calcio. Adesso non si fuma più, tra un po’ i fumogeni, le sciarpe, perché possono offendere l’avversario, le bandiere, e dulcis in fundo anche i cori a sostegno della squadra saranno vietati. E poi ci si domanda come mai l’attenzione per il calcio in Italia non c’è più mentre gli stadi altrove sono pieni. Chissà come mai ? Invece di dare una sconfitta a tavolino i vari giudici dovrebbero capire quali sono i malesseri della società e lavorare perché la gente possa essere messa nelle condizioni di partecipare a queste feste di sport. Ma quanto dovremmo ancora aspettare ?
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