Oggi giro del Piemonte di ciclismo, un occasione di promozione e di sviluppo turistico con un percorso intelligente con salita e ascesa al Favaro, città non blindata ma per un paio di ore le vie centrali della cittadina sono state percorse da questa carovana multicolore che è rappresentata dai ciclisti. Eppure tutto ciò non piace, Biella e i biellesi vogliono solo due cose, lavorare (ma di questi tempi risulta difficile) e dormire, negli anni chi ha voluto portare concerti e fare musica all’aperto a Biella si è dovuto rigorosamente scontrare con balzelli e divieti dal vago sapore medioevale. La domanda purtroppo retorica è far capire che il mondo non finisce a Buronzo c’è tutto un universo fuori da qui vissuto e vivo. Non siamo più la cosiddetta isola felice se vogliamo crescere, al di là di accorpamenti irrealizzabili con Vercelli Novara e quant’altro, sarebbe bello che la gente mutasse la propria identità. Sarà dura ma altrimenti Biella è destinata a perire
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