Oggi giro del Piemonte di ciclismo, un occasione di promozione e di sviluppo turistico con un percorso intelligente con salita e ascesa al Favaro, città non blindata ma per un paio di ore le vie centrali della cittadina sono state percorse da questa carovana multicolore che è rappresentata dai ciclisti. Eppure tutto ciò non piace, Biella e i biellesi vogliono solo due cose, lavorare (ma di questi tempi risulta difficile) e dormire, negli anni chi ha voluto portare concerti e fare musica all’aperto a Biella si è dovuto rigorosamente scontrare con balzelli e divieti dal vago sapore medioevale. La domanda purtroppo retorica è far capire che il mondo non finisce a Buronzo c’è tutto un universo fuori da qui vissuto e vivo. Non siamo più la cosiddetta isola felice se vogliamo crescere, al di là di accorpamenti irrealizzabili con Vercelli Novara e quant’altro, sarebbe bello che la gente mutasse la propria identità. Sarà dura ma altrimenti Biella è destinata a perire
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Mettere delle restrizioni non paga mai: il locomotive act 1865
I l progresso non si ferma. Lo si può rallentare, ostacolare, perfino circondare di divieti — ma prima o poi passa. Nel 1865, la Gran Bre...

-
Finale convulso al Palabrumar a 59 secondi dalla fine Borgnetto si accascia a centrocampo mentre aveva la palla, Boscaro si invola e Tres D...
-
(fonte www.arkistudio.eu) TUA MADRE E’ MORTA La parola Collegio ha sempre evocato nelle menti di tutti una connotazione negativ...
-
Non esistono partite impossibili, esiste solo la volontà di metterci l’anima, di gettare il cuore oltre l’ostacolo e di provarci fino alla...
Nessun commento:
Posta un commento